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Un medico della missione dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in Giordania Un medico della missione dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in Giordania 

Giordania, nuova missione del Bambino Gesù nell’ospedale di Karak

Dopo la recente campagna dedicata alla neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, che ha permesso visite per 45 pazienti e l'offerta di formazione con due terapiste locali, nei prossimi giorni un’equipe di specialisti offrirà supporto alla struttura sanitaria gestita dalle suore missionarie comboniane: "Le famiglie percorrono anche 300-400 chilometri solo per un consulto, perché qui trovano delle risposte che in altri posti non ricevono"

Vatican News

Conclusa la missione di neuropsichiatria, che l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha svolto di recente, dal 20 al 28 giugno, nell’Ospedale italiano di Karak (OIK), in Giordania, gestito dalle suore missionarie comboniane, è in partenza una nuova missione dedicata alla neuroriabilitazione. Lo ha annunciato il presidente del Bambino Gesù Tiziano Onesti durante un video-collegamento con l’OIK, con il quale è stata avviata una collaborazione nel 2013, aggiungendo che un’equipe sarà a Karak dal 9 al 15 luglio. Onesti ha anche assicurato che il progetto in Giordania continuerà e sarà ampliato, con un programma di formazione più strutturato e l’utilizzo della telemedicina.

Il videocollegamento tra l'ospedale Bambino Gesù e l'ospedale di Karak
Il videocollegamento tra l'ospedale Bambino Gesù e l'ospedale di Karak

La missione di giugno

Durante la missione appena conclusasi, per il Bambino Gesù erano presenti i medici della neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza Fabio Quarin e Giovanni Valeri. Sono stati visitati 45 pazienti, 30 dei quali in follow-up, perché presi in cura nelle missioni precedenti, ed è stata offerta attività di formazione a due terapiste locali. “Quello che fa l’Ospedale Bambino Gesù con le sue missioni a Karak non è una goccia nell’oceano, è molto di più. Le famiglie percorrono anche 300-400 chilometri solo per un consulto, perché qui trovano delle risposte che in altri posti non ricevono” hanno detto suor Adele Brambilla e suor Alessandra Fumagalli durante il video collegamento con Onesti. Il direttore sanitario dell’ospedale della Santa Sede, Massimiliano Raponi e il responsabile delle Relazioni internazionali Sandro Cristaldi, e il dottor Valeri (responsabile UOS Disturbi dello spettro autistico) hanno spiegato sinteticamente i tre criteri alla base del progetto in Giordania. Il primo è un intervento basato sulla famiglia (family-centred), perché a Karak “non ci sono strutture e l’unica risorsa è, appunto, la famiglia”; il secondo criterio “è un intervento basato sulle risorse della comunità (community-based); il terzo, un intervento che ha come obiettivo quello di trasferire conoscenze e buone pratiche (capacity-building) sia ai genitori che ai terapisti locali”.

La missione dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in Giordania con le suore missionarie comboniane nell'ospedale italiano di Karak, in Giordania
La missione dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in Giordania con le suore missionarie comboniane nell'ospedale italiano di Karak, in Giordania

Il supporto dell’Associazione Alessandro Parini

La missione del giugno scorso ha ricevuto il supporto dell’Associazione Alessandro Parini, impegnata a sostenere iniziative di formazione e sviluppo per chi è in difficoltà e nata in ricordo del giovane avvocato, tragicamente scomparso in un attentato a Tel Aviv. Il sostegno alla collaborazione tra i due ospedali, “mira a fornire supporto sanitario alle comunità locali, sviluppando le competenze essenziali per la cura dei bambini”, ha spiegato il presidente dell’Associazione, Enzo Parini.

L’impegno delle suore comboniane

L’Istituto delle Suore Missionarie Comboniane gestisce l’Ospedale italiano di Karak dal 1939, quattro anni dopo la sua fondazione. La comunità delle suore comboniane è impegnata a mantenere la sua presenza come segno di dialogo interreligioso e apertura verso tutti, coinvolgendo personale cristiano e musulmano nell’accoglienza e nella cura dei malati, con particolare attenzione ai più poveri ed esclusi. Della popolazione della provincia di Karak, a circa 140 km della capitale Amman, fanno parte numerosi profughi, soprattutto siriani - si stima che dal 2011 la Giordania ne abbia accolti più di un milione - e iracheni. Nel 2013, quando è iniziata la collaborazione con il Bambino Gesù, dell’arrivo di specialisti italiani è stata data notizia con un appello radiofonico che offriva l’opportunità di un consulto gratuito di neuropsichiatria e neuroriabilitazione pediatrica. Risposero subito 150 famiglie. Da allora sono stati curati più di 800 bambini e sono state effettuate circa 2300 visite. Si è lavorato, inoltre, alla formazione di terapisti locali e alla definizione di un programma di parent training mirato a sostenere i genitori nella gestione degli aspetti comportamentali del bambino. 

Rappresentanti del Bambino Gesù in Giordania
Rappresentanti del Bambino Gesù in Giordania

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03 luglio 2024, 12:39