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Il cardinale Pietro Parolin Il cardinale Pietro Parolin 

Parolin in Ucraina, missione al servizio della pace

La cronaca delle tappe che hanno scandito la visita del cardinale segretario di Stato nel Paese est europeo: da Odessa a Kyiv, un viaggio tra le ferite della guerra, la fede di un popolo, le speranza di rinascita per stringere tutti nell’abbraccio del Papa

Vatican News

Da venerdì 19 luglio scorso a oggi, mercoledì 24 luglio, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, accompagnato dal monsignor Paul Butnaru, Officiale della Segreteria di Stato, si è recato in Ucraina, come Legato Pontificio, in occasione della conclusione del pellegrinaggio nazionale al santuario mariano di Berdychiv e della elevazione del medesimo al rango di basilica minore.

Venerdì 19 luglio, la Delegazione vaticana è stata accolta all’aeroporto di Rzeszów (Polonia) dal nunzio apostolico in Ucraina, monsignor Visvaldas Kulbokas, dall’arcivescovo di Przemyśl, monsignor Adam Szal, e da alcune autorità locali, e si è poi diretta verso l’Ucraina. Al confine polacco-ucraino, era ad attenderla l’ambasciatore dell’Ucraina presso la Santa Sede, Andriy Yurash, con il quale ha proseguito il viaggio verso Kyiv.

Durante la breve sosta presso la residenza dell’arcivescovo Metropolita di Lviv dei Latini, monsignor Mieczysław Mokrzycki, il cardinale Parolin ha incontrato il governatore della regione di Lviv, Maksym Kozytskyi, e il sindaco della città, Andriy Sadovyy. Sono seguiti, con i presenti, nella cappella un momento di preghiera in suffragio delle vittime della guerra e per l’intenzione della pace, e un breve colloquio sulla situazione della regione e gli effetti del conflitto sulla popolazione. In tarda serata la Delegazione vaticana è giunta alla Nunziatura Apostolica a Kyiv.

Il giorno di sabato 20 luglio è stato dedicato alla visita di Odessa, una delle città simbolo del Paese, colpita dai bombardamenti. La prima delle quattro tappe ha riguardato la Cattedrale romano-cattolica, dove il cardinale è stato accolto da monsignor Stanislav Shyrokoradiuk, o.f.m., da alcuni membri del vlero, da un gruppo di fedeli e da rappresentanti delle locali Chiese greco-cattolica e ortodossa. A tutti ha manifestato la vicinanza del Santo Padre Francesco e ha portato loro la sua benedizione, pregando insieme l’Angelus Domini e accendendo un lume per le vittime della guerra.

Il secondo luogo visitato è stato il porto commerciale della città, dove il segretario di Stato ha potuto vedere i segni dei bombardamenti russi che l’hanno colpito. Ad accoglierlo c’era il capo dell’Amministrazione statale regionale, Oleg Kiper, il quale ha spiegato l’importanza cruciale del porto di Odessa per l’economia dell’intero Paese, le conseguenze disastrose degli attacchi aerei sull’esportazione dei cereali e le persistenti difficoltà a svolgere tale attività in sicurezza.

Successivamente, la Delegazione si è trasferita alla Cattedrale ortodossa della Trasfigurazione, patrimonio dell’Unesco, colpita da una bomba il 23 luglio 2023. Il vescovo ausiliare Viktor, a nome del Metropolita Agafangel, ha raccontato l’accaduto, mostrando le varie parti dell’edificio sacro distrutte e i lavori di riparazione in corso.

Da ultima c’è stata una sosta presso la parrocchia greco-cattolica di San Michele Arcangelo, alla periferia della città, dove il vardinale Parolin ha incontrato padre Oleksandr Smerechynskyy, cappellano dell’Opera dell’Apostolato Marittimo, il parroco, altri sacerdoti e un gruppo di fedeli. Essi hanno ringraziato per la continua e concreta vicinanza del Santo Padre al popolo ucraino e hanno espresso all’ospite apprezzamento per la visita apportatrice di speranza. Dopo la preghiera all’Arcangelo Michele, il segretario di Stato ha salutato uno a uno i presenti, raccogliendo alcune testimonianze circa l’assistenza offerta ai profughi e l’attività ordinaria della comunità.

Domenica 21 luglio è stata dedicata all’evento centrale della visita, la celebrazione conclusiva del pellegrinaggio nazionale annuale al santuario mariano di Berdychiv, alla quale hanno partecipato numerosi vescovi, sacerdoti, Autorità civili e membri del Corpo diplomatico. Il cardinale Parolin ha presieduto la solenne Eucarestia e ha tenuto l’omelia, durante la quale ha ricordato che a Dio nulla è impossibile, anche ciò che sembra impossibile agli uomini, e, con questa certezza, ha invitato i presenti a pregare per la pace, invocando l’intercessione della Vergine del Carmelo per la conversione dei cuori. Dopo la Santa Messa, si è intrattenuto con i pellegrini, salutando personalmente molti di loro.

In serata, rientrando a Kyiv, il cardinale ha reso visita a Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyč, presso la Cattedrale greco-cattolica della Risurrezione. Il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina ha raccontato gli episodi più significativi della guerra che hanno interessato il tempio e la comunità parrocchiale, i bombardamenti avvenuti nelle immediate vicinanze e l’accoglienza offerta ai cittadini della zona sin dai primi giorni dell’invasione, nei locali sotto la Cattedrale, convertiti in un vero rifugio antiaereo. Non sono mancati momenti di preghiera e l’ascolto di qualche canto della tradizione bizantina, nonché una sosta davanti alla tomba dell’arcivescovo maggiore, il Cardinale Lubomyr Husar.

Lunedì 22 luglio è stata la giornata dedicata agli incontri istituzionali, cominciati con quello del primo ministro, Denys Shmyhal, e continuati con quelli dello speaker della Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, Ruslan Stefanchuk, e del capo del Gruppo di amicizia parlamentare tra l’Ucraina e la Santa Sede, Rostyslav Tistyk. Nel pomeriggio si è aggiunto quello con Viktor Yelensky, capo dell’Agenzia statale per l’etnopolitica e la libertà di coscienza. Durante i colloqui, i vari interlocutori hanno espresso gratitudine per la visita del porporato e per l’impegno costante del Santo Padre nelle questioni umanitarie e a favore della pace. Da parte sua, il cardinale, oltre a incoraggiare percorsi di pace giusta e ribadire la disponibilità della Santa Sede al riguardo, ha sollevato varie questioni relative alla libertà religiosa e all’attività della Chiesa cattolica nel Paese nel delicato e complesso contesto attuale.

Il pomeriggio è stato dedicato anche a un breve ma intenso momento pastorale, la visita alla chiesa cattolica di San Nicola a Kyiv, storico edificio di culto di cui ancora si attende la restituzione. Pregando assieme ai fedeli per la pace, il cardinale li ha assicurati che il Santo Padre conosce e segue attentamente la loro situazione, in attesa della sperata soluzione.

L’intensa giornata si è conclusa con l’incontro del segretario di Stato con il Consiglio Panucraino delle Chiese e le Organizzazioni religiose, presso la sede della Nunziatura Apostolica. Nel colloquio fraterno, ciascuno dei partecipanti, nell’esprimere profonda gratitudine per quanto il Santo Padre e la Santa Sede hanno fatto e stanno facendo per il popolo ucraino, ha pure manifestato le sue profonde preoccupazioni, soprattutto nel senso che il popolo ucraino non sia dimenticato o lasciato da solo. Da parte sua, il cardinale Parolin ha assicurato che le richieste saranno tenute presenti e che gli sforzi finora fatti saranno intensificati per venire incontro alle necessità rilevate durante la visita.

Martedì 23 luglio il segretario di Stato ha compiuto una visita all’Ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kyiv, il più grande del Paese, bombardato l’8 luglio scorso. Accompagnato dal direttore generale, Volodymyr Zhovnir, e dal ministro della Salute, Viktor Liashko, ha potuto constatare le proporzioni dell’attacco missilistico e gli ingenti danni provocati: una ferita recente e dolorosissima! Un momento particolarmente commovente è coinciso con l’incontro con alcuni piccoli pazienti e con membri del personale medico, ai quali ha portato la vicinanza e l’incoraggiamento del Santo Padre.

Di seguito, il porporato si è recato nella Cattedrale di Santa Sofia, storico edificio della città, simbolo dell’identità del popolo ucraino e della sua resistenza lungo la storia. La visita guidata ha permesso di apprezzare meglio il valore artistico del monumento, patrimonio dell’Unesco, mentre con il canto della Salve Regina la Delegazione ha rinnovato l’invocazione per la pace in Ucraina.

La visita a Kyiv si è conclusa con l’incontro con il presidente Volodymyr Zelenskyy e la consegna dell’onorificenza dell’Ordine di Merito, attribuita al cardinale Parolin il 30 dicembre 2023, per il significativo contributo al rafforzamento della cooperazione interstatale e al sostegno della sovranità statale e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Il colloquio che ha preceduto la cerimonia si è svolto in un clima cordiale e ha permesso di riflettere su possibili percorsi di pace, per i quali la Santa Sede rimane sempre disponibile, e su alcune questioni che interessano più direttamente le confessioni religiose nell’attuale contesto della guerra.

Il cardinale Pietro Parolin con Sacerdoti redentoristi greco-cattolici, Ivan Levytsky e Bohdan Heleta, liberati il 28 giugno 2024 dalla prigionia russa
Il cardinale Pietro Parolin con Sacerdoti redentoristi greco-cattolici, Ivan Levytsky e Bohdan Heleta, liberati il 28 giugno 2024 dalla prigionia russa

Nel pomeriggio, il segretario di Stato ha lasciato Kyiv per la Polonia, fermandosi ancora una volta a Lviv, per incontrare i due Sacerdoti redentoristi greco-cattolici, Ivan Levytsky e Bohdan Heleta, liberati il 28 giugno 2024. Nella fraterna conversazione, l’inviato del Santo Padre si è interessato delle condizioni di detenzione e della situazione attuale, in particolare del loro stato di salute. I due Religiosi hanno ringraziato per le preghiere e per l’interessamento instancabile del Santo Padre e della Santa Sede per la loro sorte.

Nella mattinata di oggi, dopo il pernottamento presso la Nunziatura Apostolica a Varsavia, il cardinale Parolin ha fatto rientro in Vaticano.

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24 luglio 2024, 14:35