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L'arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione L'arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione  (Vatican Media)

Giubileo, Fisichella ai diaconi: “Raccontate al mondo la speranza che non delude”

Il pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione intervenuto ad Assisi al XXIX Convegno nazionale promosso dalla Comunità del Diaconato in Italia. A oltre 200 diaconi permanenti ha detto: “Se si vuole accogliere la sfida della evangelizzazione ai nostri giorni, è necessario saper rivestire il linguaggio della fede degli abiti della speranza”

Vatican News

“Profeti” perché chiamati “a offrire conforto”; “seminatori di speranza” in quanto cristiani, con la “responsabilità” di “tenere viva la speranza” che “permette alla comunità di vedere via d’uscita” e “soluzione” “alle difficoltà” e ai momenti di sofferenza. Con queste parole l’arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, ha sintetizzato la missione del diaconato nell’intervento rivolto agli oltre 200 diaconi permanenti riuniti ad Assisi da lunedì 5 agosto fino a ieri, 8 agosto, in occasione del XXIX Convegno nazionale promosso dalla Comunità del Diaconato in Italia.

Profeti e seminatori di speranza

Riflettendo sul tema del Convegno, “Diaconi profeti e seminatori di speranza”, monsignor Fisichella si è soffermato per prima cosa sul termine “profezia”, “carico di grande significato e in grado di esplicitare al meglio il ministero che i diaconi sono chiamati a svolgere nel Giubileo della speranza” in quanto capaci di “parlare al cuore” e di indicare “la strada da percorrere per comprendere a pieno il senso della fede vissuta”. Poi, la speranza: nel momento attuale “il progresso scientifico e la tecnologia riempiono i nostri discorsi quotidiani” di speranze che “facciamo nostre” ma che “purtroppo possono andare facilmente incontro alla delusione”, perché “si infrangono contro l’impossibilità di essere realizzate”.

Rivestire la fede con gli abiti della speranza

Tuttavia, ha proseguito il pro-prefetto facendo riferimento alla Bolla d’indizione del Giubileo 2025, Spes non confundit, (La Speranza non delude), “la delusione che segue ogni irrealizzata illusione diventa lo strumento utile e necessario per orientare lo sguardo verso ciò che realmente offre la Speranza” intesa come “una chiamata gratuita che parte dalla rivelazione di Dio”. Scorrendo le indicazioni e gli appelli contenuti nella Bolla ci si imbatte in un “impegno di testimonianza cristiana non affatto secondario”, tanto che l’evangelizzazione in questo caso, ha spiegato, “non assume in primo luogo la fede e la carità, ma fa della speranza il suo ‘primo annuncio’”.

Essere evangelizzatori oggi

Per “accogliere la sfida dell’evangelizzazione ai nostri giorni”, secondo Fisichella, “è necessario saper rivestire il linguaggio della fede degli abiti della speranza. Questo Giubileo diventa una felice opportunità perché questo si realizzi”, ha concluso dando ai partecipanti appuntamento per il Giubileo dei Diaconi, che avrà luogo dal 21 al 23 febbraio del prossimo anno.

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09 agosto 2024, 15:45