L'albero di Natale esposto in Piazza San Pietro nel 2023 L'albero di Natale esposto in Piazza San Pietro nel 2023

Natale in Vaticano, in Piazza San Pietro il presepe da Grado e l'albero da Ledro

Un comunicato del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano rende nota la provenienza dei due doni offerti per le festività natalizie: il presepe, dall'importante centro lagunare in provincia di Gorizia; l'abete rosso, di 29 metri, dal comune in provincia di Trento. Il 7 dicembre mattina l'udienza con Papa Francesco, nel pomeriggio, alle 17, la cerimonia di inaugurazione e illuminazione con il cardinale Vergéz

Vatican News

Grado, importante centro lagunare, ricco di storia e di tradizioni, in provincia di Gorizia, ha offerto quest’anno il Presepe che verrà allestito in Piazza San Pietro in occasione delle festività natalizie. Da Ledro, invece, in provincia di Trento, proviene il maestoso abete rosso, alto 29 metri, che verrà innalzato accanto alla riproduzione della Natività. Al mattino di sabato 7 dicembre, è prevista l’udienza con Papa Francesco, mentre la tradizionale inaugurazione e illuminazione del grande presepio e dell’albero di Natale, si terranno, in Piazza San Pietro, alle ore 17.00. La cerimonia sarà presieduta dal cardinale Fernando Vérgez Alzaga, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, alla presenza di suor Raffaella Petrini, segretario generale dello stesso Governatorato.

Il presepe

Il presepe di Grado è ambientato nella grande laguna vivente, ricca di oltre un centinaio di mote, cioè di piccoli isolotti, che si estende accanto all’isola, con la Natività che trova spazio all’interno di un casóne, la caratteristica costruzione di canne abitata dai pescatori. L’ambientazione che è stata scelta è quella dei primi anni del secolo scorso quando in laguna abitavano ancora diverse centinaia di gradesi. L’ambiente proposto sarà ricco di tanti dettagli, anche con la vegetazione autoctona e l’avifauna locale.

I simboli tipici della zona

Nel presepe viene riprodotto artificialmente l’ambiente attraverso la collocazione di una mota con il casóne, realizzato con elementi di legno, rivestito con cannucce palustri e protetto da lunghi argini lagunari, questi ultimi modellati a mano, pezzo per pezzo, dagli stessi volontari. È il presepe della Comunità di Grado, poiché è realizzato interamente da una quarantina di volontari, tutti professionisti, artigiani come costruttori di casóni, fabbricanti di pontili, maestri d’ascia per la creazione delle batele, tipiche barchette a fondo piatto, pescatori per la realizzazione di reti da pesca e naturalmente artisti per la realizzazione delle statue, in buona parte appartenenti a diverse associazioni locali con capofila i Portatori della Madonna di Barbana.

Una importante iniziativa che in un certo senso corona l’esperienza maturata da circa 25 anni con l’organizzazione nell’isola di Grado, fra le calli del centro storico, accanto alle patriarcali basiliche e al porto, di una delle più importanti rassegne presepiali del Friuli Venezia Giulia dove spiccano esposti i grandi presepi realizzati dalle associazioni locali. Tutto è partito come sempre da un sogno di una persona, il cavaliere ufficiale Antonio Boemo, che ha intrapreso la strada ancora diversi anni fa e coordina tutta l’iniziativa, al quale si sono immediatamente affiancati l’architetto Andrea de Waderstein e i due artisti autori delle numerose statue, padre e figlia, Lorenzo e Francesca Boemo. Poi le associazioni con, prima di tutto i Portatori della Madonna di Barbana guidati dal rag. Adelchi Quargnali, e poi le altre associazioni: Protezione Civile, Graisani de Palù, Donatori di Sangue, Grado Voga, Grado Noi, Lega Navale e Marinai dell’ANMI, fino a completare uno squadrone che ha operato per tanto tempo anche all’aperto sotto il sole cocente.

Naturalmente per portare a compimento l’iniziativa che comporta non indifferenti costi per il reperimento dei materiali la stessa è stata immediatamente sostenuta dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal Comune di Grado. Ovviamente oltre al Patrocinio della Diocesi di Gorizia e alla fattiva collaborazione della parrocchia arcipretale di Grado. Da evidenziare infine che all’interno dell’ambientazione sono ubicate anche alcune briccole che segnalano i canali navigabili e indicano la direzione per raggiungere località vicine alla città di Grado come Aquileia, Trieste e Venezia o per visitare il Santuario Mariano della Incoronata Vergine di Barbana risalente all’anno 582, ubicato su un isolotto nel mezzo della stessa laguna gradese.

L'albero

Per quanto riguarda la scelta dell’abete rosso proveniente da Ledro, un comune sparso di circa 5.000 abitanti, nel Trentino Alto-Adige, il servizio di custodia forestale ha osservato le richieste del Servizio Giardini e Ambiente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, cioè che fosse collocato in un punto raggiungibile e ben rivestito da rami. La selezione è stata fatta nel rispetto della sostenibilità, individuando pertanto alberi più maturi, il cui prelievo rappresenta un naturale ricambio. Il comune di Ledro è composto da quindici frazioni: Pieve di Ledro (sede del municipio), Bezzecca, Concei, Molina di Ledro, Tiarno di Sopra, Tiarno di Sotto, Lenzumo, Mezzolago, Pré di Ledro, Biacesa, Barcesino, Enguiso, Legos, Locca e Pur. L’omonimo lago è conosciuto come uno dei più limpidi del Trentino. La Valle, con i suoi borghi e montagne, si trova a poca distanza dal lago di Garda. È sicuramente un piccolo comune per numero di abitanti, ma che vanta un sito Unesco nel suo territorio. Infatti, Ledro divenne famoso nell’autunno del 1929, dopo il ritrovamento di circa 10 mila palafitte risalenti all’Età del Bronzo sulla sponda orientale del lago, nei pressi di Molina. La scoperta fu resa possibile dall’abbassamento del livello del lago per i lavori della centrale idroelettrica in costruzione a Riva del Garda.

Negli anni Settanta, vi venne allestito il Museo delle palafitte del lago di Ledro, sede territoriale del Museo delle Scienze (Muse). Si tratta di un complesso museale che illustra la vita quotidiana dell’Età del Bronzo, con ricostruzioni e resti originali del villaggio di palafitte (2.200-1350 a.C.). Nel 2011, il sito è stato proclamato Patrimonio dell’Unesco. Oltre all’abete scelto per la Piazza, verranno portati in Vaticano anche altri alberi di dimensioni più piccole, decorati da associazioni e cittadini di Ledro, dell’Alto Garda e delle città gemellate, cioè da una località tedesca e da otto comuni della Repubblica Ceca. Questi alberi addobbati verranno esposti in uffici e palazzi della Santa Sede. L’albero e il Presepe rimarranno esposti fino alla conclusione del Tempo di Natale, che coincide con la festa del Battesimo del Signore, domenica 12 gennaio 2025.

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24 settembre 2024, 14:40