I Movimenti Popolari, una bandiera contro la disumanizzazione
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
“Una festa” per celebrare i movimenti popolari, che hanno concretizzato il messaggio radicale di Gesù nel discorso delle Beatitudini: “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati”. Così il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, sul significato del simposio “Piantare una bandiera di fronte alla disumanizzazione” organizzato a Palazzo san Calisto insieme alla rete dell’Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari (Immp) a dieci anni dal primo incontro con Papa Francesco, il 28 ottobre 2014.
Intorno al Papa, abitanti e attivisti di Spin Time
All'epoca, nell’Aula vecchia del Sinodo, il Papa “venuto dall’altra parte del mondo” pose la “pietra miliare” delle “3T”, il “tierra, techo, trabajo” sulla quale i Movimenti Popolari dei cinque continenti hanno basato il loro cammino in questi dieci anni. Il frutto di questo cammino, punteggiato da altri tre incontri con Francesco, per Czerny, è proprio il camminare insieme. “Vuol dire che i movimenti popolari si conoscono meglio, possono collaborare meglio – dice ai media vaticani - e sono molto in contatto con la Chiesa locale”. Nella sala dedicata al cardinale Van Thuan, si sono guardati in faccia, prima dell’arrivo del Papa, più di trenta rappresentanti dei Movimenti ed esponenti della Chiesa. E vicino alla sedia del Papa, dieci abitanti e attivisti di Spin Time, il palazzo romano occupato da quasi undici anni, nel quale hanno trovato una casa 400 persone di 27 Paesi del mondo. I primi a salutare il Pontefice quando, finito il discorso, chiede di stringere la mano a tutti i partecipanti.
Czerny: il Papa da’ visibilità e voce ai movimenti popolari
Il cardinale Czerny spiega la scelta del tema e il riferimento alla disumanizzazione, perché ci sono nel mondo “tanti fattori che vanno contro la vita umana, contro la dignità umana, contro l'ambiente e la casa comune. Siamo ogni giorno in più pericolo”. E in questo scenario, l’impegno del Papa con i movimenti popolari “è una bella sorpresa” per le istituzioni, perché “da’ loro visibilità e voce”. “La vita umana e la nostra Casa comune sono sempre più insicure - spiega il porporato nel suo intervento introduttivo - a causa di abusi, negligenza e violenza che entrambe subiscono sempre di più; cominceranno a diventare più sicure solo quando si inizierà a sostenere la giustizia”. Che “deve essere radicata nel profondo di noi, urgente e impossibile da ignorare quanto la fame e la sete”.
La “sordità dei privilegiati” davanti al grido degli ultimi
Per avere fame e sete di giustizia, “per far sentire la nostra voce a favore chi non ha voce”, sottolinea Czerny, “Gesù ci mostra come dovremmo essere: umili, non presi dall’orgoglio, dal successo, dal denaro e dalla fama; solidali con coloro che soffrono, capaci di piangere con loro e di confortarli; miti, desiderosi di agire senza violenza o vanto ma con una profonda sete di giustizia, di lottare fermamente per il bene comune e per i diritti degli oppressi”. Come insegna Papa Francesco, basandosi sulle Beatitudini, “dobbiamo essere misericordiosi, mostrando compassione e perdono verso gli altri, evitando di puntare il dito e comprendendo le circostanze che capitano a ogni persona. Dobbiamo vivere con cuore puro, cercando il bene con sincerità e onestà. Dobbiamo essere operatori di pace, promuovendo la riconciliazione in un mondo lacerato da guerre fratricide”. Infine, conclude il prefetto, “Dobbiamo essere disposti ad affrontare la persecuzione per amore della giustizia, rimanendo saldi nella nostra fede e nel nostro impegno per la giustizia sociale, pur tra terribili diffamazioni, disposti persino a dare la nostra stessa vita”. Anche se ammette che il vero problema non è la mancanza di voce dei molti, ma “la sordità dei privilegiati”.
Grabois (Immp): un programma di trasformazione politico-sociale
All’avvocato attivista argentino Juan Grabois, tra i promotori dell’Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari (Immp) e membro del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, spettano invece le conclusioni del simposio. Ricorda che gli esclusi dalla casa, dal lavoro e dalla terra sono, per di più, gli “scartati della terra” quelli più vulnerabili “alla crisi ambientale e agli eventi climatici estremi, a situazioni di violenza e guerra, ad abusi di potere e a persecuzioni da parte di organismi statali e parastatali”. E successivamente presenta una “road map”, un programma di “trasformazione politico-sociale”, frutto degli incontri degli Immp dal 2014 ad oggi. Articolato in tre punti, il progetto auspica “un’economia combinata in cui coesistono il settore pubblico, quello privato e quello popolare, guidati dal principio di giustizia sociale”, affinché nessun lavoratore sia “senza diritti”.
I cambiamenti sociali dipendono da coloro che sono oppressi
In secondo luogo, si chiede di “affrontare l’integrazione socio-urbana”, con “il miglioramento complessivo delle condizioni abitative degli esclusi” per realizzare lo slogan “nessuna famiglia senza casa”, considerando però che “le nostre città sono mosaici di culture dove nessuna di esse ha il diritto di colonizzare le altre e di ‘civilizzarle’ con superbia”. L’ultimo punto ricordato da Grabois è “una riforma agraria integrale, il cui obiettivo sia garantire l’accesso sicuro alla terra da parte dei soggetti rurali poveri affinché lo slogan ‘nessun contadino senza terra’ diventi una realtà”. L’attivista argentino conclude sottolineando che naturalmente “i cambiamenti sociali non dipendono dal Papa” ma “fondamentalmente da noi e da coloro che sono oppressi”.
Gli interventi del simposio
Prima dell’arrivo del Papa, sul tema “Terra”, via Zoom interviene Anuka Thirimadura, dallo Sri Lanka, responsabile per l’Asia del movimento La Via Campesina. Dopo di lei, per “Tetto”, Rose Molokoane, dal Sudafrica sempre in chat online, per Slum Dwellers International, federazione dei poveri delle aree urbane. E infine, sul “Trabajo”, Alejandro Gramajo, argentino, dell’Union de Trabajadores y Trabayadoras del la Economia Popular. Con Francesco presente, dopo il suo lungo e appassionato discorso, viene proiettato il video commemorativo di questi dieci anni di impegno dei Movimenti Popolari, che per gli organizzatori è, “una buona occasione per riflettere sul cammino che abbiamo percorso in questo tempo con i colleghi e le colleghe di tutto il mondo, piantando la bandiera della giustizia sociale e della pace nella nostra casa comune”.
L’ educazione e l’azione politica del Movimento Laudato Sì
Ad aprite i successivi interventi in programma, Susanna Réfega, da gennaio nuovo direttore esecutivo del Movimento Laudato Sì, che ricorda come in questi 10 anni il movimento sia cresciuto e oggi sia presente in più di 120 Paesi. La conversione ecologica di cui ci parla di Papa Francesco nella enciclica, “questo cambiamento di cuore lo vediamo poi nelle comunità di base e si trasforma in azione della cura del creato là dove sono. Un cammino di sostenibilità fatto a misura e cominciando dalla realtà locale”. Gli animatori del movimento, prosegue Réfega, “lavorano anche in scuole di quartieri dove c’è la popolazione più povera e contadini che difendono la terra”. In questa che è crisi sociale, non solo ambientale, gli animatori Laudato Sì fanno “educazione e azione politica per difendere i diritti dei contadini lì dove ci sono tanti abusi”. Rischiando di perdere anche la vita, come “un nostro amico dell’Honduras della rete Remam (Rete Ecclesiale ecologica mesoamazzonica) che denunciava gli abusi ambientali delle industri estrattive (Juan Antonio López, coordinatore della pastorale sociale della Diocesi di Trujillo e membro fondatore della pastorale dell’ecologia integrale, ucciso il 14 settembre, n.d.r.)”.
Spin Time: il palazzo romano diventato centro di azione sociale
A presentare i dieci partecipanti al simposio legati a Spin Time, realtà abitativa e centro sociale nello stabile romano all’Esquilino, in via Santa Croce in Gerusalemme, è invece don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea Saving Humans, che ha una sede nel palazzo ed è legata all’esperienza sociale. Occupato dieci anni fa da Action, nel tempo lo stabile è diventato centro di cultura e accoglienza, con all'interno 160 nuclei familiari in emergenza abitativa per un totale di 400 persone. “Ma intorno gravitano altre 600 persone tra volontari e attivisti, legati a Mediterranea, la Rete degli studenti medi e Slow Food e tanti altri movimenti”. Al tavolo col Papa anche Gabriele Lodetti, 20 anni, attivista di Spin Time e del movimento studentesco, “che è stato in missione con noi di Mediterranea ad agosto – ricorda don Mattia - il più giovane membro di un equipaggio di una nave di Mediterranea, la piattaforma tramite la quale noi facciamo un soccorso in mare salvando le persone dal naufragio, dal respingimento. E sostenendo la lotta delle persone migranti in Libia e sui vari confini”.
Don Ferrari: i movimenti popolari danno carne alla fraternità
I Movimenti Popolari come Spin Time, “per le persone escluse dal diritto alla casa e quelle che subiscono varie violazioni di diritti – dice ancora don Ferrari - aiutano le persone a rialzarsi prendendole per mano e in questo dà carne alla fraternità, che è la vera sfida che il Papa ha lanciato in modo particolare nell'enciclica Fratelli tutti”. Attraverso Spin Time, prosegue “accompagniamo le persone che sono sole, scartate dalla società e le aiutiamo a rialzarsi, così diventano protagoniste. Insieme lottano, insieme costruiscono un'altra società e in questo modo insieme si dà carne alla fraternità”. Ricordando le parole di Francesco sull’economia popolare che è “l’ultima barriera di contenimento” dell’economia criminale, il cappellano di Mediterranea Saving Humans sottolinea che “una delle grandi sfide oggi è proprio cambiare il sistema sociale ed economico. L'economia dei movimenti popolari, l'economia civile è una grande risposta come sempre che deve svolgersi in dialogo appunto con le istituzioni e con il resto della società”.
Andrea, il primo occupante di Spin Time: il valore della compassione
Accanto a don Mattia Andrea Alzetta, che 11 anni fa, il 12 ottobre 2013, ha occupato lo stabile ex Inpdap con il centro sociale Action, creando poi Spin Time Labs, e per questo è stato anche denunciato. Andrea ci dice che è rimasto colpito dalle parole del Papa “sul concetto di compassione, cioè il fatto di vivere la fragilità, la debolezza, il disagio e il bisogno come possibilità di costruire una comunità che si guarda alla stessa altezza, perché prendendosi cura degli altri si salva anche se stessi”. Nel palazzo dell’Esquilino, prosegue, intorno ad una vicenda drammatica, come è perdere la casa, “abbiamo costruito un meccanismo di solidarietà, che prova a ricostruire dei legami comunitari all'interno e anche all'esterno”. La casa, per Alzetta, non va visto come elemento di rendita, di speculazione. Ma deve servire “soprattutto per vivere insieme e per costruire un mondo accogliente, aperto, solidale”. E ringrazia ancora l’elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski, che nel maggio 2019 ha riattaccato la corrente al palazzo occupato, nonostante i sigilli posti da Areti. “Il suo è stato un gesto di grande umanità e di giustizia – racconta - che ci ha permesso di resistere, e oggi di inserire anche Spin Time nel Piano casa del Comune. Quindi di avere la speranza che il sindaco di Roma regolarizzi quest'esperienza e produca anche un modello diverso di politiche abitative, che non siano più solamente un tetto sulla testa ma una vita ricca e piena e reciproca con gli altri”.
Nel corso del simposio viene anche presentato un volume, per ora in spagnolo, che raccoglie i messaggi che Papa Francesco ha indirizzato ai Movimenti Popolari, e altri testi in cui si mettono in risalto le “3T”.
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