Parolin: cresce il rischio di una guerra nucleare, umanità minacciata dalla distruzione
Edoardo Giribaldi - Città del Vaticano
"Lo stato attuale delle questioni globali è motivo di grave preoccupazione" e rappresenta una minaccia di "distruzione irreversibile" per "l'umanità e la nostra casa comune". Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, è intervenuto nel corso dell'incontro di alto livello tenutosi ieri, 26 settembre, all'Onu di New York in relazione alla Giornata internazionale per l'eliminazione totale delle armi nucleari. Una seconda dichiarazione del porporato ha invece riguardato gli "interventi politici" e le "tempestive azioni" necessarie per combattere "la resistenza antimocrobica" e le sue "potenzialmente devastanti conseguenze".
Contro gli arsenali utilizzati come deterrenti
"L'allarmante aumento del rischio di un conflitto nucleare, l'incessante corsa agli armamenti" e "una serie di inquietanti minacce" sono, secondo il cardinale Parolin, fonte di rischiose "tensioni" a livello globale, colpevoli di aumentare "il rischio di un impiego deliberato o accidentale di armi nucleari". A questo proposito, "l'unico modo" per scongiurare tale pericolo è la loro "eliminazione totale". Riprendendo un concetto più volte espresso da Papa Francesco, il segretario di Stato ha ritenuto "deplorevoli" le pratiche attraverso le quali "gli Stati stiano rafforzano i loro arsenali nucleari attraverso risorse che potrebbero essere utilizzate più efficacemente per affrontare le esigenze urgenti di sviluppo". Il porporato ha invece definito "preoccupante" la dotazione di armi nucleari come "deterrenti", scongiurando gli adempimenti agli "obblighi previsti dall'articolo VI del Trattato di non proliferazione nucleare" (TNP).
Evitare approcci miopi
Citando Francesco, il segretario di Stato ha poi ricordato come "un mondo libero dalle armi nucleari" sia "necessario e possibile" e come la "comunità internazionale" sia chiamata ad andare "oltre la deterrenza," adottando "strategie lungimiranti per promuovere gli obiettivi di pace e di stabilità, evitando approcci miopi". La Santa Sede, ha detto, incoraggia quindi le nazioni a sottostare al Trattato per la proibizione delle armi nucleari, (TPNW), istituito dall'Onu nel luglio del 2017, oltre a invitare ad altre misure per il disarmo, "come la rivitalizzazione dei processi bilaterali di controllo degli armamenti" o "l'entrata in vigore del Trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari", (CTBT). La "fiducia reciproca", secondo il cardinale Parolin, è alla base di un mondo libero dal nucleare. Un impegno che la Santa Sede promette di perseguire costruendo "ponti di dialogo con ogni Stato", con "l'obiettivo di salvaguardare il bene comune piuttosto che gli interessi individuali".
Ecologia integrale per combattere la resistenza microbiotica
Nel corso di un secondo incontro di alto livello tenutosi sempre nella giornata di ieri a New York, il porporato è intervenuto sul tema della resistenza microbiotica, ovvero la capacità di un microrganismo di sopravvivere e proliferare nonostante l'intervento di un agente antimicrobico teoricamente in grado di inibirlo. Un processo che, secondo i dati raccolti dall'Unione Europea, nel Vecchio continente è causa di più di 35 mila decessi all'anno. La risposta a tale piaga, secondo il segretario di Stato, deve coinvolgere numerosi settori, non solo la "medicina", ma anche quelli riguardanti il mondo "animale" e relativi all'"ambiente", riflettendo il concetto espresso da Papa Francesco nell'enciclica Laudato si', dove viene auspicata l'attuazione di una "ecologia integrale".
Impegnarsi per un mondo che non scarti i malati
Nella lotta alla resistenza microbiotica "la prevenzione delle malattie infettive", lo "sviluppo di vaccini" e "la promozione di pratiche igieniche" vengono definiti fattori "fondamentali" dal porporato, che ha ricordato come molte comunità non abbiano accesso ai servizi sanitari di base, ma anche iniziative a loro sostegno, come quella lanciata nel 2020 dal Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale volto al "miglioramento delle condizioni igieniche nelle strutture sanitarie in Africa, Asia e Caraibi". Il segretario di Stato ha ripreso l'appello del Papa a un maggiore impegno teso a superare le disuguaglianze nell'assistenza medica. "La salute non è un lusso", ha concluso il cardinale Parolin, "un mondo che scarta i malati, che non assiste coloro che non possono permettersi le cure, è un mondo cinico e senza futuro".
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