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Caccia: la crisi climatica non è una minaccia lontana, ma una sfida presente

Intervento dell'osservatore vaticano all'assemblea generale delle Nazioni Unite a New York: “Gli effetti del cambiamento climatico sono devastanti. Eventi meteorologici estremi come inondazioni, siccità e tempeste tropicali stanno aumentando in frequenza e gravità”. A subirne gli effetti devastanti sono in particolare i popoli meno sviluppati. In un secondo intervento, appello per le popolazioni indigene: contro di loro “forme di violenza” che richiedono interventi urgenti

Marco Valletta - Città del Vaticano

Le problematiche climatiche attuali che stanno coinvolgendo il pianeta sono state al centro dell’intervento dell’osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, monsignor Gabriele Caccia, nell’ambito del secondo comitato della 79ª Assemblea Generale dell’Onu a New York. Ribadendo quanto affermato dal Papa nell’esortazione apostolica Laudate Deum, l’arcivescovo ha evidenziato come “nonostante tutti i tentativi di negare, nascondere, minimizzare o relativizzare la questione, i segni del cambiamento climatico siano sempre più evidenti”.

Gli effetti del cambiamento climatico sono devastanti

Gli eventi meteorologici estremi, come inondazioni, siccità e tempeste tropicali, stanno aumentando in frequenza e intensità, causando perdite senza precedenti di vite umane e mezzi di sussistenza. L'aumento delle temperature e il degrado ambientale stanno destabilizzando gli ecosistemi, portando alla perdita di biodiversità, insicurezza alimentare e spostamenti di massa. Sfortunatamente, sono i poveri e le persone in situazioni vulnerabili a subire le peggiori conseguenze di questi disastri.

L’uomo deve rispettare le leggi della natura

Caccia, citando l’enciclica Laudato si’, ha ricordato che “la responsabilità per la terra di Dio significa che gli esseri umani, dotati di intelligenza, devono rispettare le leggi della natura e i delicati equilibri esistenti tra le creature di questo mondo”. In questa prospettiva, tre devono essere i punti-chiave che devono guidare la risposta della collettività.

Corresponsabilità, solidarietà e cambiamenti culturali

Proseguendo il suo intervento, il presule ha evidenziato che ogni nazione ha la responsabilità di proteggere il clima per le generazioni presenti e future. Il cambiamento climatico riguarda ogni nazione e nessun Paese è nelle condizioni di affrontare i cambiamenti in atto con le proprie forze, pertanto, la cooperazione internazionale per far fronte all'emergenza climatica in atto è da ritenersi di fondamentale importanza. In questa prospettiva è necessario che “ogni Paese faccia la sua parte, a partire dall'onorare i propri impegni climatici”. Il cambiamento climatico è, inoltre, “una questione di giustizia e solidarietà”, ha affermato Caccia.

Sono i Paesi meno sviluppati e meno responsabili dei cambiamenti climatici a subirne le conseguenze, in particolare quelli con sbocco sul mare, ha aggiunto l’arcivescovo. Infine è necessaria una trasformazione culturale, come ha sottolineato Papa Francesco nella enciclica Fratelli tutti, ricordando che “non ci sono cambiamenti duraturi senza cambiamenti culturali”. In linea con quanto affermato dal Papa, monsignor Caccia ha indicato tre ambiti che, a suo parere, devono essere oggetto di cambiamenti culturali: lo stile di vita, la produzione e il consumo. È innegabile che le scelte che faremo oggi determineranno il mondo che lasceremo alle generazioni future.

Tutela e dell’ambiente e rispetto dei popoli indigeni

Le problematiche del clima e la tutela dei popoli meno sviluppati, con un focus sulla questione dei popoli indigeni, sono state oggetto anche dell’intervento di monsignor Caccia durante il dibattito generale della terza commissione della 79ª Sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. A tal proposito il nunzio ha sottolineato che queste comunità affrontano sfide come la minaccia del cambiamento climatico, la perdita delle terre a causa dell'agroindustria e dei processi di urbanizzazione e assimilazione, aggravate dal turismo non sostenibile. Queste sfide, inclusa l'insicurezza alimentare e i danni causati dai test nucleari, sono frutto di una mancanza di rispetto, definite da Papa Francesco nella Fratelli tutti una “forma di violenza” che richiede interventi urgenti.

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16 ottobre 2024, 09:31