Sinodo, Hollerich: diventiamo operatori di pace a servizio dell’umanità
Vatican News
Ancora con la mente alla giornata di ieri che “ha fissato il nostro sguardo e il nostro cuore sul mondo insanguinato in cui viviamo” attraverso la preghiera del Rosario per la pace a Santa Maria Maggiore, il cardinale Jean-Claude Hollerich, relatore generale del Sinodo, invita i partecipanti all’assise a proseguire anche oggi questa intercessione “attraverso la antica e tradizionale pratica del digiuno”. Per questo lunedì 7 ottobre, primo anniversario dell’attacco terroristico di Hamas contro Israele, il Papa ha indetto infatti una giornata di preghiera e penitenza per la pace. Tutto il Sinodo segue l’invito del Papa, hanno ribadito in apertura dei lavori il segretario generale, cardinale Mario Grech, e il cardinale Hollerich il quale ha presentato il Modulo II dell’Instrumentum laboris dedicato al tema Relazioni. “Mi sembra che la preghiera per la pace ci aiuti a mettere nella giusta prospettiva il lavoro che intraprendiamo oggi sulla Sezione dell’Instrumentum laboris dedicata alle ‘Relazioni’: sia l’anelito alla pace l’orizzonte della nostra riflessione e dei nostri scambi e il Signore ci mostri la strada per diventare operatori di pace, a servizio dell’umanità intera”, ha detto l’arcivescovo di Lussemburgo, che ha anche espresso gli auguri ai nuovi membri del Collegio cardinalizio, annunciati ieri dal Papa all’Angelus, in particolari quelli presenti in Aula Paolo VI.
La vita sinodale della Chiesa
Il cardinale è poi entrato nel dettaglio del modulo che padri e madri sinodali dovranno analizzare, diverso dalla precedente sessione sui Fondamenti che “aveva lo scopo di tratteggiare l’orizzonte di riferimento al cui interno la nostra riflessione deve collocarsi e radicarsi”. Tre sono le parti dell’Instrumentum che da oggi verranno affrontate: Relazioni, Percorsi e Luoghi. Tutti temi che “illuminano da prospettive diverse la vita sinodale missionaria della Chiesa”.
La sezione "Relazioni" dell'Instrumentum laboris
In particolare, la sezione Relazioni affronta la prospettiva dei legami con Dio, tra fratelli e e tra le Chiese “che sostengono la vitalità della Chiesa ben più radicalmente delle sue strutture”. “Questa trama di relazioni, che offre alle persone e alle comunità punti di riferimento e un orientamento, è multiforme e attraversa una molteplicità di livelli”, ha spiegato Hollerich, illustrando nel dettaglio i quattro paragrafi del testo sulle tematiche di iniziazione cristiana, carismi e ministeri, sacerdozio battesimale e sacerdozio ministeriale, scambi di “doni” tra le diverse Chiese all’interno dell’unica Chiesa.
Le aspettative del popolo di Dio
“La sfida” per il lavoro dei prossimi giorni è “sintonizzarci con il movimento che anima l’Instrumentum laboris”, così da raggiungere “la vita e le pratiche concrete delle nostre comunità”, ha sottolineato il porporato lussemburghese. “Sarebbe semplice rimanere su un piano generale e limitarci a ribadire l’importanza delle relazioni per lo sviluppo delle persone e delle comunità”, ha detto, ma il rischio è di generare qualcosa di “poco fecondo”, laddove il Popolo di Dio aspetta da noi “indicazioni e suggerimenti” su come è possibile rendere “le relazioni all’interno delle nostre Chiese più trasparenti e più armoniose” e anche come “passare da un modo piramidale di esercitare l’autorità a un modo sinodale”.
Ultimo passo
Il relatore generale del Sinodo ha inoltre evidenziato che l’Instrumentum laboris, in questa parte come nelle successive, si è sforzato di raccogliere dalla Relazione di Sintesi anche una serie di proposte su cui l’anno scorso era stato raggiunto un consenso, ma non una compiuta definizione. Ora vengono riproposte ma in forma “ancora non definitiva”. Una scelta deliberata “per lasciare che sia questa Assemblea a fare l’ultimo passo: il lavoro che abbiamo cominciato un anno fa attende ora di essere compiuto”, ha detto il cardinale, raccomandando di non cadere né in “un eccesso di astrazione”, né in “un eccesso di pragmatismo” ma di “disegnare il profilo di proposte concrete che le singole Chiese saranno poi chiamate ad adattare alle diverse circostanze”.
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