In Vaticano gli stati generali del cinema missionario
Eugenio Bonanata – Città del Vaticano
Si intitola "Cinema e missione. Fonti audiovisive e storia delle missioni cattoliche" il convegno internazionale in programma alla Casina Pio IV il prossimo 15 ottobre. Una giornata che chiama a raccolta i responsabili degli archivi dei principali Ordini e Congregazioni impegnate sul fronte delle missioni. “L’obiettivo è di definire un primo stato dell’arte sulla preservazione del patrimonio audiovisivo”, afferma monsignor Dario Edoardo Viganò, vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali e presidente della Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo (MAC). Quest’ultimo è uno dei soggetti propulsori della giornata, organizzata assieme all’Università Telematica Internazionale Uninettuno, al Centro di ricerca CAST (Catholicism and Audiovisual Studies) e in collaborazione con la Biblioteca Apostolica Vaticana, la Consulta Nazionale Universitaria del Cinema (CUC), la Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura e l’Archivio Storico di Propaganda Fide.
Viganò: un invito a non disperdere il patrimonio audiovisivo
L’assise vedrà la partecipazione di numerosi responsabili degli archivi provenienti da diverse parti del mondo. E loro relazioni si svolgeranno in differenti panel, curati dallo stesso monsignor Viganò assieme a Gianluca della Maggiore, professore presso l’Università Telematica Internazionale Uninettuno e Direttore del CAST; Sergio Palagiano, dell’ARSI–Archivum Romanum Societatis Iesu; e Steven Stergar, dell’Università degli studi di Udine.
“In questo modo - sottolinea Viganò - si vuole capire non solo dove sono questi archivi, ma anche cosa c'è custodito, quali sono le modalità di archiviazione ed eventualmente di restauro”. Particolarmente importanti sono inoltre le modalità di condivisione di questo materiale audiovisivo. “Si vuole sollecitare una certa sensibilità a non disperdere tale patrimonio”, sottolinea Viganò ricordando che l’esperienza missionaria nasce ufficialmente con la costituzione della Congregazione De Propaganda Fide, avvenuta nel 1622. Nel corso del Novecento i media audiovisivi hanno affiancato le fonti scritte nella documentazione delle attività missionarie nel mondo. E oggi costituiscono anch’esse delle vere e proprie fonti storiche di fondamentale importanza.
L'immagine oltre le barriere linguistiche
“All'inizio c’era l’entusiasmo e l’atteggiamento un po’ dei singoli missionari”, aggiunge monsignor Viganò. “Successivamente, invece, si è registrata un'attenzione da parte delle grandi congregazioni e dei grandi istituti religiosi nell'utilizzo dell'audiovisivo per fini culturali, didattici, evangelici e comunque per la costituzione di un gruppo e di una comunità”. In altre parole, si è progressivamente sviluppata la consapevolezza che l’immagine supera le differenze linguistiche nell’ambito dei processi di catechesi. “Il valore di questi reperti audiovisivi - secondo il presidente del MAC - è proprio nella possibilità di conoscere quelle che sono state le prassi ecclesiali e come queste prassi siano evolute nei decenni”.
La strada da fare è tanta. Viganò parla di una sensibilità molto eterogenea all’interno dei vari ordini e dei vari istituti religiosi, dove in genere l’approccio nei confronti del materiale audiovisivo non è lo stesso rispetto alle fonti scritte. C’è chi ha organizzato archivi audiovisivi, ma c’è anche chi attende di capire come muoversi per sistemare vecchie foto e pellicole. “Il convegno vuole mettere insieme tutte queste esperienze”, conclude monsignor Viganò. “Magari qui si può trovare una modalità sulla quale convergere per archiviare, custodire e diffondere”.
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