Il nunzio Acerbi, cardinale a 99 anni
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Oltre cinquant’anni tra le Nunziature di mezzo mondo dal Pacifico al Centro Europa, in mezzo pure un rapimento da parte di guerriglieri in Colombia, un servizio sempre fedele al Papa e alla Chiesa con l’incarico anche di prelato del Sovrano militare ordine di Malta, gli ultimi anni di riposo da decano dei Nunzi apostolici nella Domus Santa Marta, ‘coinquilino’ di Papa Francesco. A 99 anni l’arcivescovo Angelo Acerbi sarà creato cardinale. Dall’8 dicembre prossimo, data in cui Francesco celebrerà il suo decimo Concistoro, annunciato all’Angelus di questa domenica 6 ottobre, sarà il membro del Collegio cardinalizio più avanti con gli anni. Al momento detiene il record del più anziano cardinale creato.
La festa a Santa Marta per i cinquant'anni di ordinazione episcopale
Il suo nome era il primo della lista letta oggi da Papa Francesco dalla finestra del Palazzo Apostolico e subito ha fatto pensare a un gesto di attenzione e stima da parte del Pontefice verso il nunzio e il suo quasi settantennale servizio alla Santa Sede. Già Jorge Mario Bergoglio aveva voluto rendere omaggio ad Acerbi lo scorso 27 giugno, concelebrando nella cappella di Casa Santa Marta – dove Acerbi risiede - la Messa per il 50.mo anniversario della sua ordinazione episcopale (22 giugno 1974). Un momento familiare insieme a sacerdoti, religiose figlie della carità di San Vincenzo de’ Paoli e il personale dipendente della Domus vaticana.
Nei cinque continenti
Nato il 23 settembre 1925 a Sesta Godano, nella provincia de La Spezia, il futuro cardinale Acerbi è stato ordinato presbitero il 27 marzo 1948. È entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede nel 1956, prestando la propria opera nelle Rappresentanze pontificie in Colombia, Brasile, Francia, Giappone e Portogallo, nonché nel Consiglio per gli affari pubblici della Chiesa della Segreteria di Stato. Paolo VI, nel 1974, lo ha nominato pro-nunzio apostolico in Nuova Zelanda e delegato apostolico nell’Oceano Pacifico, assegnandogli la sede titolare di Zella e il titolo personale di arcivescovo. E da Papa Montini, il 30 giugno successivo, ha ricevuto l’ordinazione episcopale nella basilica di San Pietro. “In fide et lenitate” il suo motto.
Il rapimento in Colombia
Giovanni Paolo II lo ha poi inviato nel 1979 come nunzio apostolico in Colombia. Nel Paese sudamericano uno dei momenti più difficili del suo ministero: assieme ad altri diplomatici, Acerbi fu ostaggio per sei settimane dai guerriglieri del Movimiento 19 de Abril. Durante il periodo di prigionia, ha raccontato lo stesso Acerbi in seguito, gli fu consentito di celebrare ogni giorno la Messa per i presenti.
In Ungheria dopo il Comunismo
Dal 1990, dopo la Colombia, l’arcivescovo fu trasferito in Ungheria, primo nunzio da dopo l'instaurazione del Comunismo (la Nunziatura era stata chiusa nel 1920). In terra magiara diede impulso alla ricostruzione della Chiesa e del clero all’indomani della caduta del regime, e durante la sua attività si ricorda la stipula di diversi accordi tra il Paese e la Santa Sede. Fu primo nunzio anche in Moldavia dal 1994 al dal 1997, anno in cui venne trasferito nei Paesi Bassi. Il 27 febbraio 2001, Giovanni Paolo II accolse la sua rinuncia per raggiunti limiti di età. Ma da quell’anno per i quattordici successivi (2015), ricoprì l’ufficio di prelato del Sovrano militare ordine di Malta.
Oggi, alla soglia dei cent’anni, una nuova missione.
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