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I lavori del Sinodo dei Vescovi in Aula Paolo VI I lavori del Sinodo dei Vescovi in Aula Paolo VI

La meditazione di padre Radcliffe al Sinodo del 10 ottobre 2024

Pubblichiamo il testo integrale della riflessione spirituale tenuta oggi pomeriggio all'Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi dal padre domenicano, futuro cardinale, in occasione della presentazione del Modulo III dell'Instrumentum laboris sezione "Percorsi"

Modulo 3: Instrumentum laboris / II Parte: Percorsi

Meditazione del Rev. Timothy Radcliffe, O.P.

Giovedì, 10 Ottobre 2024

Oggi iniziamo la riflessione sui processi attraverso i quali la Chiesa si trasforma, e sui percorsi che dobbiamo intraprendere. Il singolare testo che segue può aiutarci a immaginare come ciò possa avvenire: “Partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: "Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio". Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i discepoli gli si accostarono implorando: "Esaudiscila, vedi come ci grida dietro". Ma egli rispose: "Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele". Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: "Signore, aiutami!". Ed egli rispose: "Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini". "È vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni". Allora Gesù le replicò: "Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri". E da quell'istante sua figlia fu guarita” (Matteo, 15, 21–28).

A prima vista può sembrare che Gesù sia stato scortese, paragonandola a un cane. Fa un'eccezione per la figlia solo grazie alla fede personale della donna. “Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele ... e va bene, anche a te”. Ma questo evento avviene tra il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci per sfamare cinquemila persone, che simboleggia la missione indirizzata agli ebrei, e la seconda moltiplicazione dei pani e dei pesci per nutrirne quattromila, che determina la missione verso i Gentili. Gesù dice alla donna che il pane basta soltanto per sfamare i bambini della casa, ma qualche versetto più avanti ce ne sarà più che in abbondanza per tutti, e ne avanzeranno sette ceste piene. È un momento di profonda transizione.

Come è potuto accadere? Al centro c’è il silenzio di Gesù. “Non le rivolse neppure una parola”. Questo silenzio non è un rifiuto, bensì il silenzio di cui Madre Maria Grazia ha parlato tanto bene durante il ritiro. Ella ha detto, infatti, che “alla radice di ogni preghiera, di ogni ‘opera per Dio’ vibra il silenzioso Soffio di Dio”. In questo silenzio nostro Signore ascolta la donna e ascolta il Padre. La Chiesa si inoltra più intimamente nel mistero dell'Amore Divino soffermandosi su domande profonde per le quali non abbiamo risposte immediate. Al Concilio di Gerusalemme: come possono i Gentili essere ammessi nella Chiesa? A quello di Nicea: come possiamo affermare che Gesù era vero Dio e vero uomo? Al Concilio di Calcedonia: come poteva Dio essere realmente uno e trino? La nostra missione qui al Sinodo è quella di convivere con domande complesse e non di liberarcene, come i discepoli. Quali sono qui queste domande complesse? La donna viene per la figlia tormentata. Sicuramente dobbiamo rispondere alle grida di tutte le madri e i padri del mondo per le giovani figlie e i giovani figli coinvolti nella guerra e intrappolati nella povertà. Non dobbiamo tapparci le orecchie, come fecero i discepoli allora.

Ci sono, poi, interrogativi profondi che sottostanno a tante nostre discussioni. Come possono uomini e donne, creati a immagine e somiglianza di Dio, essere uguali e tuttavia diversi? Non dobbiamo evitare la domanda, come i discepoli, negando l'uguaglianza o la differenza. E come può la Chiesa essere la comunità dei battezzati, tutti uguali, e tuttavia Corpo di Cristo, con ruoli e gerarchia differenti? Sono interrogativi profondi. Noi ci inoltriamo nel mistero dell'Amore Divino convivendo con queste domande, pregando per esse, ascoltandoci gli uni gli altri, riflettendo su di esse giorno e notte. Come dice il salmo, “il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno”. A meno che il letto non crolli!

In questo racconto, la svolta avviene attraverso una singolare conversazione: “Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini”. “Sì Signore, ma anche i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola del Padrone". Può sembrare offensivo. Come ha potuto Gesù riferirsi a quella donna e a sua figlia paragonandole a dei cani. Ma Matteo ha tratto questo episodio dal Vangelo di Marco in cui la donna è di origine siro-fenicia. Ad Ashkelon è stato scoperto un cimitero per cani con 700 sepolture di cagnolini morti per cause naturali. Sono state trovate anche delle statuette di cani. Sembra che questi animali fossero i migliori amici di quella popolazione, membri preziosi della famiglia. Come domenicano, io lo capisco. Noi siamo stati soprannominati i "cani del Signore", Domini canes!

Nostro Signore, quindi, è estremamente creativo, e ricorre all’idea della donna di una casa in cui i cani occupano un posto speciale. Per gli ebrei, i cani erano animali impuri a cui non era permesso entrare in casa. Restano fuori della porta, come quelli che leccarono le ferite di Lazzaro. Gesù ricorre all’esperienza e al linguaggio della donna. Trascende i limiti culturali del suo popolo. “Ti sia fatto come desideri”. Santa Caterina da Siena lo considera una grande promessa di libertà. Scrive: “È qui che la bontà sconfinata di Dio rivela il tesoro che ha donato alle nostre anime, il tesoro del nostro libero arbitrio”. Molti vorrebbero che questo Sinodo desse una risposta immediata – sì o no – su vari argomenti! Ma non è così che la Chiesa penetra nel mistero profondo dell'Amore Divino. Non dobbiamo rifuggire dalle domande scomode, come i discepoli che dicono: “Fatela tacere!”.

Soffermiamoci piuttosto su di esse nel silenzio della preghiera e dell'ascolto reciproco. Ascoltiamo, come qualcuno ha detto, non per rispondere, ma per imparare. Apriamo la nostra immaginazione a nuovi modi di essere la casa di Dio dove c’è posto per tutti. Altrimenti, come diciamo in Inghilterra, non faremo altro che ridisporre le sedie a sdraio sul Titanic. Nonostante l'accoglienza ostile dei discepoli, la donna rimane. Non si arrende e non se ne va. Per favore, restate, qualunque siano le vostre frustrazioni nei riguardi della Chiesa. Continuate a interrogarvi! Insieme scopriremo la volontà del Signore.

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10 ottobre 2024, 16:30