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Tornata in Italia un'antica iscrizione cristiana

Domenica scorsa, 13 ottobre, si è svolta la cerimonia di svelamento di una epigrafe funeraria trafugata negli anni '80 e ora di nuovo ricollocata nella sua sede originaria, nelle Catacombe di Ad decimum a Grottaferrata. Scritta in greco, riveste particolare importanza perché riporta il nome di Cristo fin dal III secolo d.C.

Maria Milvia Morciano - Città del Vaticano

Un’iscrizione funeraria che non parla di dolore e morte ma è un inno alla gioia “perché la tua anima è immortale presso Cristo”. Si tratta di una importante testimonianza dei primi cristiani soprattutto perché è uno dei primi casi su cui appare il nome del Salvatore. Da domenica 13 ottobre si trova nuovamente nella sua sede originaria, nelle catacombe di Ad Decimum a Grottaferrata, non lontano da Roma. Era stata trafugata negli anni '80 e attraverso le vie del mercato antiquario, donata da un collezionista privato al Museum Catharijneconvent di Utrecht.

Un lavoro di squadra tra istituzioni vaticane, italiane e olandesi

I carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, in stretta collaborazione con le forze di polizia dei Paesi Bassi, hanno permesso il recupero e quindi il ritorno dell’importante reperto in Italia. Alla cerimonia, che si è svolta in modo emblematico il giorno seguente alla VII Giornata delle Catacombe – Edizione autunno, erano presenti monsignor Pasquale Iacobone, presidente della Pontificia commissione di archeologia sacra, l’ambasciatore del Regno dei Paesi Bassi presso la Santa Sede, Annemieke Ruigrok, il colonnello Paolo Befera, comandante Reparto operativo carabinieri tutela patrimonio culturale, il sergente Peter Veltman della Polizia Nazionale del Regno dei Paesi Bassi, e il sindaco di Grottaferrata Mirko Di Bernardo.

Un momento della Cerimonia presso le Catacombe di Ad Decimum di Grottaferrata
Un momento della Cerimonia presso le Catacombe di Ad Decimum di Grottaferrata

Un cimitero per un piccolo centro

L'iscrizione si trova nelle catacombe di Ad Decimum sulla Via Latina, cioè al decimo miglio, 15 chilometri da Porta Capena. Il toponimo deriva dal decimo miliario e poi dalla stazione di posta menzionata dalla tabula Peutingeriana con lo stesso nome. In origine, il sito era una frazione della vicina Tusculum, Vicus Angulasculus. Non si trattava di un cimitero funzionale all'Urbe, ma alla popolazione che risideva nel centro e nelle ville intorno.  Le catacombe di Ad Decimum raccolgono circa 1000 tombe distribuite in un arco temporale compreso tra il III e il IV secolo. Si tratta di due cunicoli principali paralleli attorno a cui se ne diramano altri minori per un totale di 250 metri.  

La dedica di uno sposo

L’iscrizione rubricata, ovvero ripassata con il colore rosso, si trova nel cunicolo “C”, il più antico di queste catacombe, e si data alla seconda metà del III secolo. È in lingua greca e parzialmente mutila, ma tuttavia leggibile per intero: “Sii felice o Musena Irene, la tua anima è immortale presso Cristo l’amore del marito pose qui lei che ha vissuto 22 anni”. È la dedica del marito alla giovane sposa, morta a 22 anni. Il formulario adotta quello funerario pagano, ma lo riveste di speranza e di gioia, rimarcando la profonda appartenenza alla fede cristiana. Il dies natalis, il giorno della nascita, corrisponde alla fine della vita terrena e all’inizio di una nuova infinita in comunione con Dio. Certo è che nel richiamo al nome di Cristo risiede la particolare importanza dell’iscrizione. 

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16 ottobre 2024, 13:00