Il cardinale Parolin in Brasile per il G20: la Chiesa difende l'uomo e la sua dignità
Vatican News
Da oggi, lunedì 18, fino a domani, martedì 19 novembre, il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, è a Rio de Janeiro per partecipare al G20 Leaders Summit in Brasile, su invito della Presidenza brasiliana rivolto a Papa Francesco. Lo ha reso noto la Segreteria di Stato con un post su X sul proprio account @TerzaLoggia, in cui vengono evidenziati anche i temi principali del vertice: lotta alla fame e alla povertà, riforma delle istituzioni di Global Governance, sviluppo sostenibile e transizione energetica. Accolto dall'arcivescovo di Rio de Janeiro, il cardinale Orani João Tempesta, con l'assistenza di monsignor André Sampaio, il segretario di Stato è ospite del Palazzo episcopale di São Joaquim a Glória, vicino all'evento che si tiene al Museo d'Arte Moderna nel Parco Flamengo.
Il vertice
Al G20 si discuterà quindi soprattutto di cooperazione e di politiche economiche, ma è prevista anche una riflessione sulle due guerre in corso tra Ucraina e Russia e in Medio Oriente. Il Gruppo dei 20 comprende i membri del G7 e alcuni Paesi delle economie emergenti, che dovrebbero adottare una dichiarazione congiunta al termine del vertice. I leader mondiali sono atterrati ieri, domenica 17 novembre, a Rio de Janeiro, accolti dal presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva che terrà incontri bilaterali con molte delle nazioni presenti. Oltre ai principali membri del gruppo, il governo del presidente Lula ha fatto sapere che nei giorni del G20 è prevista la partecipazione di altre 56 delegazioni.
"Grandi dichiarazioni, piccole realizzazioni"
“La Santa Sede, come in tutte le conferenze e le attività internazionali, ha un ruolo di voce morale per mantenere vivi i principi etici che dovrebbero essere alla base di tutte le relazioni internazionali”, ha dichiarato Parolin ai media locali, a margine dell'evento. Il ruolo della Chiesa è “difendere l'uomo, la sua dignità e i suoi diritti più elementari. La questione della lotta alla povertà è soprattutto la questione della pace, soprattutto oggi in questo mondo”. "Se vogliamo avere un dovere, è quello di offrire a tutti uno sviluppo equo e solidale, evitando così l'ingiustizia e la guerra”, ha detto ancora il cardinale, sottolineando che il problema è lo stesso di sempre: "Le grandi dichiarazioni, i grandi documenti e poi le piccole realizzazioni”. Tuttavia, “non bisogna mai perdere la speranza”. Il cardinale ha inoltre evidenziato ai media brasiliani che la sua presenza all'evento, a nome del Papa, è per incoraggiare “coloro che si sono impegnati”, in ambito documentale, a “mantenere le promesse fatte”. È anche “un dovere morale realizzare ciò che è stato promesso, perché ci sono molte persone che sperano che la loro situazione migliori”.
Rafforzare i legami di pace
Da parte sua il nunzio apostolico in Brasile, monsignor Giambattista Diquattro, che accompagna il segretario di Stato, ha ribadito che la presenza della Chiesa a un evento di queste dimensioni è importante perché rafforza i legami e favorisce la pace tra le religioni: “Abbiamo bisogno di pace nelle religioni, nell'umanità e anche nella Chiesa, in tutte le Chiese, che si svolge in un momento di conflitto e di difficoltà nel dialogo, soprattutto su temi veramente importanti per il futuro dell'umanità”, ha detto. E ha aggiunto: "Il Signore Gesù ci chiede di essere protagonisti nel lavorare sulle coscienze, sulla conversione dei cuori. Se c'è una conversione del cuore, c'è un mondo migliore per il futuro. La Chiesa lavora in questo modo, non in modo politico. Piuttosto, lavora affinché i politici, i fedeli, i battezzati, insomma tutte le persone, cerchino la strada della conversione. Questa è la missione".
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