Parolin, Zuppi e Crociata alla Lateranense: sanità accessibile a tutti, le cure sempre dovute
Edoardo Giribaldi - Città del Vaticano
La guarigione del corpo, segno della necessità umana di una ripresa "più profonda, radicale, spirituale". Un ideale da portare avanti a livello europeo, perché proprio la cura è il "marcatore che unisce i popoli". Un impegno da perseguire a livello continentale, favorendo "modernizzazione e digitalizzazione", così come l'esplorazione delle nuove piaghe sociali come quella della salute mentale. Sempre guardando all'obiettivo di "cure accessibili" per tutti.
Nel pomeriggio di oggi, 22 novembre, si è svolto presso la Pontificia Università Lateranense il convegno sul tema “Universalità e sostenibilità dei Ssn in Europa”. L'evento è stato promosso dalla Conferenza Episcopale italiana (CEI) insieme alle Federazioni e ai Consigli nazionali degli Ordini delle Professioni Sanitarie e Sociosanitarie. Oltre al cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, sono intervenuti il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, e monsignor Mariano Crociata, presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea (COMECE).
In ogni umano, un fratello o una sorella
Il cardinale Parolin è stato il primo relatore a prendere la parola. "Il Vangelo - ha esordito - tratteggia una prospettiva profonda" della guarigione, con uno sguardo ampliato "all'intera persona, compresa la sua salvezza eterna". Viene menzionato il paralitico di Betesda, "un vero e proprio lungodegente" che trascorse 38 anni nei pressi della piscina senza che nessuno lo conducesse all'interno, per curarsi. "L'intervento taumaturgico non è sufficiente", ha spiegato il segretario di Stato. "Il peggio non è l'aggravamento della malattia, ma la mancanza di un incontro con Dio". Il pilastro dei Sistemi sanitari nazionali si individua nello sguardo evangelico "che si posa su ogni essere umano e vi vede un fratello, una sorella". L'assistenza sanitaria, ha proseguito il porporato, deve essere accompagnata da un'attenzione alla sostenibilità economica, e trainata dalla speranza, "vero motore della ricerca".
La giustizia prima degli investimenti
"I sistemi di cura devono essere accessibili a tutti", ha quindi ribadito il cardinale Parolin. "La ricerca della salute per tutti è lo sguardo che da secoli dà il cristianesimo... La grande sfida è mantenere questo caposaldo universalistico come progetto di progresso per l'umanita". Allargando lo sguardo ai Paesi europei, il cardinale ha evidenziato che ''la sanità europea si confronta con variazioni geografiche e climatiche" e dunque serve "un grande sforzo per garantirne la stabilità: "La giustizia precede gli investimenti. Il bene dell'uomo, così come la giustizia e la pace si diffondono con scelte concrete''. Parolin ha messo in guardia dal rischio di "moltiplicare la cultura scarto per chi non ha nulla da curarsi. La sofferenza ci interpella ad agire''. Infine con uno sguardo all'imminente Giubileo della speranza, il segretario di Stato vaticano ha evidenziato come la speranza sia ''motore che aiuta le professioni sanitarie a progredire''.
La cura sempre dovuta
Intervenuto con un videomessaggio, il cardinale Zuppi ha evidenziato come la "cura della persona malata e ferita" appartenga alla civiltà umana nella sua interezza, rappresentando un "marcatore che unisce i diversi popoli": "Una società che non è capace di contribuire a condividere la sofferenza è crudele e disumana''.
Anche a livello europeo, anche quando la guarigione "non è possibile", ma "la cura è sempre dovuta": "Speriamo che per curarsi non ci sia bisogno di verificare se si ha la carta di credito'', ha detto il porporato con una battuta amara, rilanciando l'appello alla speranza, declinata all'apertura a Dio, "verso cui viene rivolta la domanda ultima di chi soffre di una salute precaria". "C'è molto da fare per convergere su obiettivi comuni che come Europa abbiamo a disposizione da tempo. Dobbiamo non sciuparli'', ha ammonito.
Le nuove tecnologie, come l'intelligenza artificiale applicata all'ambito sanitario, rappresentano il simbolo di una necessaria "tendenza all'eccellenza", che deve farsi carico di una "cronicità della povertà", ha aggiunto ancora Zuppi. Essa trova sfogo anche negli ambiti ospedalieri: "Ci si cura di meno, e si è più malati", riassume il presidente della CEI, auspicando, in tal senso, un cambio di rotta: "Occorre perseguire il bene della persona intera, promuovere il bene della salute di ogni cittadino".
L'impegno della Comece nella sanità
L'intervento di monsignor Crociata si è invece concentrato sul confronto tra i diversi sistemi sanitari, a livello continentale, come "possibilità per il processo di integrazione europea". Uno sviluppo "lungi dall'essere compiuto, ma nella cui direzione è indispensabile muoversi". La COMECE, nel suo dialogo con l'Unione Europea, da sempre sostiene "la ricerca del bene comune centrato sulla persona", secondo il suo presidente. Vengono elecante alcune iniziative "di regolazione" da essa accompagnate. Su tutte, le discussioni sulla necessità di sostenere la "modernizzazione e digitalizzazione" delle strutture ospedaliere, e la concentrazione, inoltre, sulla salute mentale, "le cui criticità sono destinate a crescere".
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