Peña Parra e Staglianò: la teologia deve incarnarsi nella vita concreta della gente
Federico Piana - Città del Vaticano
La teologia sta cambiando volto. E l’identikit della trasformazione, lenta ma inesorabile, si può iniziare ad intravedere e comprendere nelle parole che l’arcivescovo Edgar Peña Parra, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato, usa per tratteggiare quello che sarà il futuro, nel quale l’aspetto scientifico di studio e di approfondimento speculativo dovrà accompagnarsi alla concretezza dell’azione della carità. “Papa Francesco, quando recentemente ha incontrato la comunità della Pontificia Università Gregoriana in occasione del Dies academicus, ha invitato tutte le università nelle quali si elabora il sapere teologico a "coltivare l’aspetto sapienziale e quello dell’amore mettendo Cristo al centro”. Un modo efficace anche per rispondere concretamente alla realtà dell’uomo di oggi e quello di domani.
Orizzonti entusiasmanti
La conversazione con in media vaticani, monsignor Peña Parra la concede a margine dell’inaugurazione della nuova sede della Path, la Pontificia Accademia di Teologia, avvenuta lo scorso 7 novembre nel Palazzo Maffei Marescotti di via della Pigna a Roma, che rappresenta uno spartiacque tra ciò che l’istituzione ha rappresentato e quello che rappresenterà grazie ai recenti statuti approvati dal Papa con i quali sono stati indicati nuovi ed entusiasmanti ambiti di impegno. Sfide che il sostituto della Segreteria di Stato considera più urgenti che mai: “Quelle attuali dell’umanità sono le medesime sfide della PATH ed in fondo di tutta Chiesa, che è missionaria e sinodale”. Cosa lega questa teologia sapienziale alla sinodalità, Peña Parra lo spiega mettendo in relazione proprio l’essenza della sapienza con il savoir faire, il saper fare pratico della condizione umana nel mondo a cui “il camminare insieme - appunto la sinodalità - fa riferimento per cercare il volto di Gesù”.
Monsignor Staglianò: "Guardare al vissuto delle persone comuni"
È il poliedro ad affascinare anche il vescovo Antonio Stagliano a tal punto che il presidente della PATH utilizza questa figura geometrica per descrivere come si è trasformata ora l’Accademia, che oltre alla dimensione della scienza ha assunto proprio quelli della teologia sapienziale e della solidarietà. “E nel poliedro – afferma ai media vaticani – le nuove dimensioni della Pontificia Accademia entrano in circolo solido tra di loro. Ad esempio, se noi sviluppiamo una PATH solidale guardando alla carità reale non smettiamo di sviluppare scientificamente la carità intellettuale. Noi facciamo in modo che i successi e le acquisizioni della ricerca scientifica trovino nella vita della gente comune la loro illuminazione sapiente”.
Avere consapevolezza
Ed è proprio qui che il vescovo vede una vera e propria emergenza: “Ci sono tanti cristiani che non sono consapevoli, che non pensano il loro vissuto credente e rischiano di far scadere la fede in magia e superstizione. San Giovanni Paolo II, nell’enciclica Fides et ratio, ce lo dice: usate la testa, pensate la fede. La teologia sapienziale è alla portata di tutto il popolo di Dio”. Pensare, però, di essere dei buoni credenti solo perché si praticano dei riti religiosi senza operare mai la carità è un pericolo contro il quale la Pontificia Accademia di Teologia mette in campo la sua ‘faccia’ solidale: “La fede cattolica è fides quae per caritatem operatur (fede che opera attraverso la carità, ndr). Se tu non operi la carità quella è la fede di cui noi non trattiamo. Lo sfogo pratico, concreto, corpo a corpo, della carità è interiore alla riflessione teologica, perché essa, divenuta sapienziale, convince l’intelligenza”.
Chiesa degli artisti, dono del Papa
Il pensiero teologico che si fa carne vissuta trova concretezza nella decisione del Papa di affidare alla Pontificia accademia di teologia la Chiesa degli artisti di Roma: nella sede del palazzo Maffei-Marescotti la testa, nella basilica di Santa Maria in Montesanto le mani che afferrano i dolori e le speranze del mondo. “Papa Francesco - afferma Staglianò - ha preso questa decisione perché sa che da diversi anni stiamo sviluppando la pop theology, la teologia popolare, che rappresenta una teologia scientifica che utilizza i registri dell’immaginazione e dell’arte al posto di quelli filosofici: il cinema, la musica, ad esempio. Speriamo che in questo movimento sapienziale della teologia si possano coinvolgere tanti artisti e con loro creare davvero una fratellanza universale”.
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