PAV, l’economia per il bene comune in risposta alle disuguaglianze
Beatrice Guarrera – Città del Vaticano
«Abbiamo organizzato questo convegno sul bene comune all’interno di quell’orizzonte di attenzione alla vita tutta intera che la Pontificia Accademia per la Vita in questi anni ha messo in atto». L’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pav, illustra così l’incontro “Bene comune: teoria e pratica”, organizzato nella giornata di oggi, 14 novembre, nella Sala Pio XI di Palazzo San Calisto. A discutere del tema insieme al presule due donne: Mia Mottley, primo ministro delle Barbados, e Mariana Mazzucato, docente di Economia dell’innovazione e del valore pubblico all’University College London e fondatrice-direttrice dell’Institute for Innovation and Public Purpose.
Il mondo mai così ricco, mai così diseguale
«La vita - afferma Paglia incontrando i giornalisti nella Sala Stampa della Santa Sede - è complessa, ha diversi aspetti e quello economico ha un peso particolarmente rilevante. Le disuguaglianze rendono la vita dei più deboli particolarmente difficile. Le guerre, che sono conseguenze spesso di disuguaglianze o di volontà di potenza, sono ugualmente distruttrici della vita». Ecco perché il tema economico, relativamente alla prospettiva del bene comune, in un mondo globalizzato, acquista oggi un valore enorme. «Quando si parla di globalizzazione del mercato - continua il presidente di PAV - si parla del mercato e non del bene comune. Si parla degli interessi dei singoli Paesi e non del pianeta comune, della casa comune che è di tutti. Ecco, perché io sono particolarmente lieto che la prima ministra di Barbados e la professoressa Mazzucato - due donne, non è solo un caso averle scelte - discutano attorno a questa prospettiva del bene comune». «Papa Francesco ci ha sollecitato ad andare su questa via, perché mai il mondo, come oggi, è stato così ricco e mai così diseguale», osserva il presule.
Buone pratiche
Il Pontefice è «una delle due voci», insieme al segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, «che sta lanciando l’allarme su come il modo in cui abbiamo strutturato il sistema capitalista globale stia creando un livello di disuguaglianza». Lo sostiene la professoressa Mazzucato, che spiega come il lavoro del Papa sia fonte di ispirazione: «Quando Francesco parla del bene comune nella Laudato si’, lo fa con molto più rigorosità di quanto facciano gli economisti». L’incontro sul bene comune nasce dunque unendo gli spunti lanciati dal Pontefice «portandoli nel mondo reale» con le buone pratiche proposte dal primo ministro delle Barbados, «che sta guidando a livello globale, la Bridgetown Initiative» e «con me come economista che sto cercando di stare dalla parte del sistema in cui tutti parlano di bene pubblico, bene comune», spiega Mazzucato.
Paesi ricchi in aiuto dei Paesi poveri
Il riferimento è alla Bridgetown Initiative (dal nome dalla capitale dell’isola caraibica che è anche una delle nazioni più vulnerabili ai cambiamenti climatici): una proposta di riforma del mondo della finanza in merito allo sviluppo, in particolare riguardo al modo in cui i Paesi ricchi aiutano i Paesi poveri. A guidare il progetto è il primo ministro Mia Mottley, che rimarca i principi di solidarietà e di sussidiarietà per il bene comune. «Il mondo è in un momento molto difficile e le persone vogliono speranza, le persone vogliono vedere una via da seguire», afferma: «È quindi importante che vediamo la comunanza tra ciò che facciamo come individui o comunità di persone e ciò che facciamo come Paesi a livello globale».
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