Cerca

Un momento della cerimonia di conferimento del Premio Ratzinger 2024 Un momento della cerimonia di conferimento del Premio Ratzinger 2024

Benedetto XVI, Parolin: maestro di speranza umana e cristiana in questi tempi oscuri

Il segretario di Stato ha concluso questa sera, nella Sala Regia del Palazzo Apostolico, la cerimonia di conferimento del Premio Ratzinger 2024 al teologo irlandese Cyril O’Regan e allo scultore giapponese Etsurō Sotoo. Il Papa bavarese, ha detto il cardinale, ci incoraggia “a portare nella fede e nella speranza il peso terribile dell’imperversare dell’odio e del male che opprime la nostra epoca”, con una “ragione aperta”, alla ricerca della verità in Cristo

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

“Nei tempi oscuri che stiamo attraversando, Benedetto XVI è un maestro” che “ci aiuta ad alzare lo sguardo e a ritrovare fondamenti solidi per continuare a guardare avanti, verso l’unità, la verità, la bellezza, l’amore”. Con coraggio e passione, ci incoraggia “a portare nella fede e nella speranza il peso terribile dell’imperversare dell’odio e del male, che opprime la nostra epoca e schiaccia ogni giorno innumerevoli vite umane intorno a noi”. Così il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, ha ricordato la figura del Papa bavarese, scomparso meno di due anni fa, nel corso della cerimonia di conferimento del Premio Ratzinger 2024. Evento tenuto nella serata di oggi, venerdì 22 novembre, nella Sala Regia del Palazzo Apostolico, a cura della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, che dal 2011 assegna il premio dedicato al Pontefice bavarese.

Il cardinale Parolin e monsignor Fisichella alla cerimonia di premiazione
Il cardinale Parolin e monsignor Fisichella alla cerimonia di premiazione

La “consonanza” dei premiati con Ratzinger-Benedetto

Nel suo intervento conclusivo, consegnato ai presenti, dopo le premiazioni del teologo irlandese Cyril O’Regan e dello scultore giapponese Etsurō Sotoo, il cardinale Parolin, alla luce della vicina apertura del Giubileo, “che Papa Francesco ha posto sotto il segno della speranza”, ha voluto sottolineare che “la voce di Benedetto è una delle alte voci di speranza che devono accompagnarci”, ricordando la sua enciclica Spe salvi, “dedicata interamente alla speranza, alle speranze umane e alla speranza cristiana”. Dei due premiati, il segretario di Stato ha rimarcato la “consonanza” con il pensiero, la sensibilità,  la testimonianza umana e cristiana di Joseph Ratzinger, che seguendo il suo motto episcopale Cooperatores Veritatis”, ha dedicato la sua vita “a far risplendere la verità in tutte le sue forme, con l’intelligenza, la ricerca e l’insegnamento, con la genialità e la fatica dell’espressione artistica, con la testimonianza del suo servizio umano ed ecclesiale”.

Il compito aperto della ricerca della verità

Nella sua riflessione di teologo e nel suo magistero di vescovo e Papa, che hanno spaziato su una gamma molto ampia di problemi e temi, Ratzinger-Benedetto, per Parolin “non ha mai perso la capacità di metterne in luce il rapporto con Dio attraverso la ricerca della verità”. In questo si è manifestata feconda  la sua idea “che la ragione umana debba sempre conservarsi “aperta”, che ogni disciplina non debba chiudersi  in un positivismo sterile”. E anche se “egli è convinto che l’ultima risposta a queste domande si trova nella verità che è rivelata in Cristo, la ricerca di questa verità e della sua comprensione più profonda rimane sempre un compito aperto e sorprendente, senza di cui la dignità della persona umana si svilisce e la direzione del suo cammino si perde”.

O’Regan e Benedetto: umile voce al servizio del Signore

Del lavoro del teologo Cyril O’Regan, professore di Teologia presso la Notre Dame University (USA), il segretario di Stato ha ricordato che nei suoi scritti dedicati a Joseph Ratzinger - Benedetto XVI, ha definito la sua voce come “caratterizzata da una profonda umiltà, dalla volontà chiara di essere voce non di se stesso, ma della tradizione della Chiesa, al servizio della voce del Signore Gesù”. E la sua visione “è stata sempre centrata su Dio”. Un’umiltà che il Papa bavarese attribuiva invece a san Benedetto, che non mette in rilievo se stesso, ma “cerca di inserirsi nella grandezza della Verità stessa”.

Sotoo e la pietra che diventa voce della creazione

Dell’opera del maestro Sotoo, il cardinal Parolin ha sottolineato il contributo “nell’immensa impresa della costruzione della Sagrada Familiadi Barcellona, seguendo le istruzioni lasciate da Antoni Gaudí. “La pietra, apparentemente dura e inerte, grazie all’opera creativa dell’architetto e dello scultore, alla fatica dell’artigiano e dell’operaio – ha spiegato - diventa voce viva della creazione di Dio e manifestazione della sua bellezza e del suo amore”, uno spazio dove l’assemblea della Chiesa, costituita a sua volta di pietre vive edificate sulla pietra che è Cristo, “incontra Dio nella preghiera e nella celebrazione dei sacramenti”.

Fisichella: O'Regan e il cristianesimo come forma di vita

A presentare i due premiati nella cerimonia, prima del segretario di Stato, sono stati l’arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, e il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura. L’arcivescovo Fisichella, presentando il teologo irlandese, ha ricordato del suo lavoro la marcata connotazione ecclesiale, che ci ricorda come il cristianesimo è una forma di vita, prima che una forma di pensiero. “L’attenzione alla storia, nelle sue opere – ha sottolineato – sfocia anche in un richiamo all’importanza della tradizione, per evitare al cristianesimo un naufragio secolarista sugli scogli dell’hic et nunc dell’attuale cultura digitale”.

I premiati con i cardinali Parolin e Ravasi e l'arcivescovo Fisichella
I premiati con i cardinali Parolin e Ravasi e l'arcivescovo Fisichella

O'Regan: Ratzinger-Benedetto, un teologo agostinano

Nel suo discorso di accettazione e ringraziamento, O’Regan ha sottolineato che Ratzinger/Benedetto è sotto ogni aspetto “un teologo agostiniano. Mi piace pensare, ha aggiunto “che Benedetto, così come desidera che siamo assimilati e formati dalla Scrittura come Parola di Dio, vorrebbe  inoltre che ci riconoscessimo inscritti nelle pagine di un testo pieno di desiderio e appagamento in cui troviamo Dio perché Dio ci ha già trovati in Cristo”, cioè le Confessioni di sant’Agostino.

Ravasi: Sotoo folgorato dalla spiritualità incarnata della Sagrada Familia

Nella sua presentazione dello scultore giapponese, il cardinale Ravasi ha ricordato come fosse caro a Ratzinger-Benedetto il rapporto tra liturgia e arte, il pregare in un luogo bello, e la folgorazione del giovane Sotoo alla prima visita dell’opera incompiuta di Gaudí. Che fu così coinvolto dalla spiritualità incarnata di quel tempio, ad arrivare alla conversione al cattolicesimo. Ha sottolineato anche la “simbiosi” stilistica quasi assoluta di Sotoo con Gaudì, e che lo scultore giapponese ha confessato che “gli angeli del suo maestro, gli avevano fatto compiere il primo passo verso la conversione. E che ogni volta che ne realizzava uno, gli sembrava che gli si avvicinasse per aiutarlo a scolpirlo nel modo migliore possibile.

Sotoo: con Benedetto XVI, una Bibbia "non con parole, ma con pietre"

Nel suo saluto, lo scultore Sotoo ha spiegato che attualmente sta lavorando al progetto degli interni della Torre di Gesù, la torre più grande e importante dell’intera Sagrada Familia, nella quale “i miei riflessi del firmamento moderno richiamano l’idea dell’essenza semplice: ‘Padre, Figlio e Spirito Santo’”. Sono 60 metri di altezza, da riempire con più di 32 mila pezzi di ceramica colorata. Ha ribadito che “il giorno indimenticabile in cui la Sagrada Familia fu consacrata da Papa Benedetto XVI, il 7 novembre 2010” ha sentito “come lo sento oggi, che lavorare alla Sagrada Familia non è solo un progetto architettonico o artistico, ma una chiamata, uno scopo divino”. Per aiutare “gli esseri umani imperfetti e le loro parole instabili – ha chiarito Sotoo . Gaudí ha utilizzato tanti nuovi simbolismi per trasmettere direttamente al mondo, soprattutto ai giovani, il significato della Bibbia, che va oltre le parole, oltre il linguaggio”. Secondo la parola di Papa Benedetto alla consacrazione: “Non con parole, ma con pietre”.

La cerimonia di consegna del Premio Ratzinger
La cerimonia di consegna del Premio Ratzinger

Lombardi: le nuove iniziative legate a Ratzinger-Benedetto

Nell’introdurre la cerimonia di premiazione, padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, ha sottolineato che con i due nuovi premiati, la “comunità” mondiale dei premiati si allarga a 18 Paesi diversi, una comunità che “si riconosce nei grandi ideali di Ratzinger- Benedetto: coltivare una ‘ragione aperta’, un’intelligenza in ricerca e dialogo, che spazia attraverso le discipline e le arti rendendoci ‘cooperatori della verità’, perché possa nutrire le menti, i cuori, la vita”. Ha aggiunto che con il passare del tempo, “non ci sembra proprio che la nostra missione si stia esaurendo, ma anzi si confermi. Da Paesi e continenti diversi ci giunge molto spesso notizia di nuove iniziative culturali e accademiche, di istituti, cattedre, progetti di ricerca e così via, che fanno riferimento a Joseph Ratzinger – Benedetto XVI, al suo pensiero e alla sua opera”. Padre Lombardi ha segnalato solo la più recente, la costituzione di una “Cattedra Benedetto XVI” presso la Saint Mary’s University del Minnesota, presieduta da padre James Burns, un’iniziativa che vuol contibuire “in prospettiva interdisciplinare al progetto educativo dei giovani facendo riferimento in particolare al magistero degli ultimi tre Pontefici”. Ed ha concluso esprimendo fiducia nella fecondità dell’eredità di Benedetto XVI “che si dimostra aperta a un orizzonte universale, gettando semi e producendo frutti nelle più diverse lingue e culture”.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

22 novembre 2024, 19:15