Haiti, la Santa Sede: serve un maggiore impegno della comunità internazionale
Vatican News
Dal 2018, Haiti ha subito un collasso sociopolitico e un'accelerazione della crisi umanitaria, con 700 mila sfollati in tutta l'isola. La Santa Sede, per voce dell'osservatore permanente presso l’Organizzazione degli Stati americani, monsignor Juan Antonio Cruz Serrano, chiede quindi alla comunità internazionale di adottare un “impegno più ampio” nello sforzo di costruzione della pace nel Paese e ribadisce “la sua vicinanza al popolo haitiano”.
La missione Onu
Nel suo intervento, mercoledì 13 novembre, durante il Consiglio permanente dell’Osa, a Washington, Serrano ha quindi elogiato l’adozione della risoluzione “a sostegno della richiesta di Haiti di un'operazione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite”, ricordando le parole di Francesco quando recentemente ha avuto modo di dichiarare di seguire “la drammatica situazione ad Haiti, dove continuano le violenze contro la popolazione forzata a fuggire dalle proprie case in cerca di sicurezza altrove, dentro e fuori del Paese. Non dimentichiamo mai i nostri fratelli e sorelle haitiani”, chiedendo a tutti di pregare per far cessare “ogni forma di violenza” continuando a “lavorare per costruire la pace e la riconciliazione nel Paese, difendendo sempre la dignità e i diritti di tutti”.
L'impegno delle istituzioni cattoliche
A questo proposito, sono ancora le parole di Serrano, “la Santa Sede apprezza che il Documento adottato inviti, tra l'altro, la comunità internazionale a un impegno più ampio a favore di Haiti”. Nel ribadire la vicinanza al popolo haitiano, l’Osservatore dichiara l’apprezzamento per “l'opera di varie istituzioni cattoliche come Caritas Internationalis, Aiuto alla Chiesa che Soffre, nonché di istituzioni locali come diocesi, istituti religiosi e organizzazioni caritatevoli nel rispondere ai gravi bisogni umanitari dell'amato popolo haitiano”.
La crisi di Haiti
L'attuale crisi di Haiti affonda le sue radici nella povertà strutturale del Paese, unita a una corruzione diffusa e a una repressione dei manifestanti culminata nell'assassinio del presidente Jovenel Moise nel 2021. Una serie di governi di transizione instabili ha creato un vuoto di potere nella capitale Port-au-Prince, ora al centro di una guerra tra bande in corso e sempre più mortale. La violenza delle bande ha causato la morte di molti civili, tra cui almeno 115 residenti di una piccola città haitiana massacrati all'inizio di ottobre. La risoluzione dell'OSA e la spinta di Haiti per un'operazione formale di mantenimento della pace da parte delle Nazioni Unite seguono il dispiegamento di una missione di sicurezza guidata dal Kenya, ostacolata da finanziamenti inadeguati e dalla mancanza di attrezzature. Un dispiegamento delle Nazioni Unite potrebbe utilizzare processi più sistematici e fondi internazionali per porre fine alla violenza delle bande.
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