Zelenska dal Papa e dai piccoli pazienti del Bambino Gesù: grazie per l'aiuto all'Ucraina
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
La drammatica ricorrenza dei mille giorni della guerra che dal 2022 sta devastando l’Ucraina, il suo Paese, Olena Zelenska, moglie del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la trascorre a Roma dove l’ha attesa un fitto programma: dall’udienza privata col Papa, alla visita al Bambino Gesù fino alla Messa di questa sera con il cardinale Matteo Zuppi a Santa Maria in Trastevere.
La prima tappa, come detto, è stata dal Papa per un’udienza riservata in Vaticano durata 30 minuti, durante la quale la first lady di Kyiv ha ringraziato il Pontefice per gli appelli, continui, per il suo Paese martoriato, per il sostegno e gli aiuti e anche per la missione di Zuppi, come pure per l’accoglienza di migliaia di piccoli ucraini al Bambino Gesù. Francesco ha ribadito la sua vicinanza a tutta la popolazione. “È stato un momento molto positivo e sereno”, commenta l’ambasciatore dell’Ucraina presso la Santa Sede, Andrii Yurash, presente all’incontro, “è stata un’altra grande occasione per esprimere la nostra amicizia con la Santa Sede. Mai prima d’ora c’è stata una tale intensità di rapporti”.
Il post su X
“Ogni giorno e ogni notte, sirene ed esplosioni risuonano nel mio Paese, la Russia uccide pacifici ucraini, i nostri figli. Non ho potuto fare a meno di ricordarlo durante il mio incontro con Papa Francesco, perché la sua posizione di leader spirituale globale è estremamente importante”, ha scritto invece la stessa Zelenska sul suo account X. “Sono grata a Sua Santità per le sue preghiere per la pace in Ucraina. Spero che l’autorità della Santa Sede aiuti a salvare più vite innocenti che hanno il diritto di essere al sicuro nella loro terra natia”.
All'udienza generale
Il Papa ha invitato la consorte di Zelensky – ricevuto l’11 ottobre scorso - a partecipare all’udienza generale. Intorno alle 9 si è quindi trasferita in Piazza San Pietro, dove ha assistito in prima fila all’appuntamento del mercoledì, insieme alle first ladies lituana Diana Nausėdienė, serba Tamara Vučić e Anna Hakobyan, moglie del primo ministro dell’Armenia. Al termine ha di nuovo salutato il Pontefice al momento del baciamano, ringraziandolo per l’accorato appello reiterato – dopo la lettera di ieri al nunzio Kulbokas – per i mille giorni del conflitto in Ucraina. “Una sciagura vergognosa per l'intera umanità”, ha detto il Papa. Parole che hanno colpito la moglie del presidente ucraino e il suo entourage.
La visita tra i piccoli malati
Sotto un cielo uggioso, in auto Olena Zelenska e le altre si sono recate nella sede del Gianicolo del Bambino Gesù. Zelenska ha voluto compiere personalmente questa visita per vedere di persona l’opera svolta da inizio guerra dall'ospedale del Papa per oltre 2.500 piccoli suoi connazionali. Una “riabilitazione” non solo fisica ma anche emotiva e psicologica, come scriveva in una lettera del 2022 all’allora presidente Mariella Enoc, raccomandando l’assistenza ai bambini, certo, ma anche per le loro madri e nonne così che “ricomincino a sorridere”.
L'abbraccio a mamme e bambini
Oggi le ha abbracciate e salutate di persona queste donne “eroiche”, molte in lacrime per l’emozione e per la fatica di trovarsi in un altro Paese e stare accanto ai figli, alcuni piccolissimi, con stampelle, apparecchi acustici, braccia fasciate, teste rasate, ricoverati nei reparti di ematologia, nefrologia, oncologia, malattie infettive. Accolta dal direttore sanitario, Massimiliano Raponi, che ha illustrato struttura e lavoro del Bambino Gesù, Zelenska e le altre first ladies sono salite prima nel Padiglione Salviati per un incontro privato di una quindicina di minuti con il presidente Tiziano Onesti e altri membri dell’amministrazione. Foto di gruppo, strette di mano, il dono di alcuni disegni dei bambini, poi il gruppo si è trasferito nella Ludoteca, luogo di ritrovo e di svago per pazienti e famiglie.
Zelenska e le altre mogli dei presidenti si sono sedute al tavolo centrale insieme ad 11 bambini di 8 famiglie ucraine: Ilya, Denys, Polina, Yuliia, Danylo, Natalia e altri. Hanno guardato i loro lavoretti e scambiato qualche parola. “Questo è per te, Olena!”, ha detto un ragazzino consegnando un disegno dipinto di blu e giallo (i colori della bandiera ucraina) con la scritta Слава Україні! (Slava Ukraïni!). Da parte loro, in dono per tutti i bambini dei peluche cuciti all’uncinetto e anche qualche tablet. “Questi bambini sono una piccola rappresentanza dei tanti accolti qui dal 2022”, spiega la dottoressa Celeste Lucia, “abbiamo avuto dai neonati ai ragazzi di 16-18 anni, alcuni anche con ferite di guerra. Sono 11 bambini, uno è rimasto fuori perché si vergognava”.
Zelenska ha fatto il giro della sala e ha parlato anche con alcuni dei medici presenti: “Sono stati tutti molto attivi, superando anche gli impegni delle proprie famiglie”, ha spiegato un dottore. “Quando noi vediamo come i bambini vengono accolti qui, questo aiuta anche noi”, ha risposto Zelenska.
La testimonianza di una mamma fuggita per curare la figlia
A lungo si è poi intrattenuta a parlare con una mamma che ha pianto tutto il tempo mentre teneva stretta a sé la figlia di 14 anni, con la mascherina. Anche lei si chiama Olena, Elisabetta la figlia. Questo mese sarà un anno dall’arrivo in Italia da Rivne, ovest dell’Ucraina. “Prima è stata curata per cinque mesi all’ospedale pediatrico di Okhmatdyt, distrutto da un attacco russo”, spiega la donna ai media vaticani. “Mia figlia ha una diagnosi molto complicata di sindrome emolitico-uremica atipica e a causa di questa malattia ha perso i reni”. Un mese fa Elisabetta è stata sottoposta a un trapianto, la mamma è stata la donatrice. Alla first lady Olena ha parlato della malattia della figlia: “In Ucraina non esiste una cura per questa malattia. Bisogna cercare la cura all’estero. In Ucraina è quasi una condanna a morte". Il Bambino Gesù, dice Olena, "è meraviglioso, bellissimo. Dà a tanti bambini, indipendentemente dalla nazionalità, una possibilità di vita, di salute, di amore”.
Onesti: disumano lasciare solo chi soffre
Ascolta soddisfatto queste parole il presidente Onesti che ai media vaticani ricorda come da subito, dal primo missile russo piombato su Kyiv che ha dato inizio alla tragedia e a un enorme flusso di profughi, il Bambino Gesù ha aperto le sue porte agli ucraini: “Abbiamo accolto circa 2500 bambini e risposto subito all'appello internazionale per dare supporto alle famiglie e ai minori. Siamo l’ospedale del Papa, quindi siamo sempre molto attenti ad accogliere le richieste che vengono dalle zone più disagiate del mondo per dare segno della carità più totale”.
“I bambini hanno sempre una porta aperta”, ribadisce Onesti. Non solo loro, ma anche le famiglie: “Abbiamo sempre un occhio di riguardo, non li lasciamo mai soli, perché quando c’è sofferenza, quando c’è malattia, lasciare da soli - come dice il Papa - è disumano”. Annuncia pure la recente firma di un protocollo con gli ospedali di Kyiv, Leopoli e altre zone di guerra: “Tre strutture con cui collaboreremo soprattutto per la riabilitazione e la formazione. A dicembre ci saranno 15 medici che verranno qui da noi per fare formazione continua per facilitare questo scambio e dare attuazione alle convenzioni”.
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