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Un'immagine dalla conferenza stampa “L’arte contemporanea in carcere: la sfida della speranza” Un'immagine dalla conferenza stampa “L’arte contemporanea in carcere: la sfida della speranza”

Giubileo: nelle carceri porte e portali che aprono al futuro

In occasione dell’Anno Santo, il Dicastero per la Cultura e l’Educazione presenta un programma d’arte contemporanea. In continuità con il Padiglione della Santa Sede alla Biennale continua il percorso all’interno delle carceri. Una mostra sarò inaugurata a Rebibbia per l'apertura della Porta Santa e aprirà uno spazio espositivo del Dicastero, denominato “Conciliazione 5”. Nelle carceri in Italia e nel mondo aperte le "Porte della speranza"

di Silvia Guidi

Varchi, porte che sarebbe più giusto chiamare portali, ovvero luoghi che, come i collettori di dati che siamo abituati a frequentare ogni giorno nel nostro mondo digitale, contengono infinite possibilità e infiniti percorsi. Non a caso, «Io contengo moltitudini» è il titolo dell’opera che sarà inaugurata nella casa circondariale di Roma Rebibbia il prossimo 26 dicembre, in occasione dell’apertura della Porta Santa, firmata dall’artista Marinella Senatore ma realizzata insieme a tutta la popolazione carceraria, pensata per essere vista dai detenuti e dai loro familiari. 

 Il programma di eventi «L’arte contemporanea in carcere: la sfida della speranza» è stato presentato martedì 17 dicembre presso la Sala Stampa della Santa Sede dal cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Tra i relatori c’erano anche Giovanni Russo, capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia della Repubblica italiana - sua la riflessione sul tema della Porta Santa come collettore di possibilità e volano di futuro -  Cristiana Perrella, curatrice dello spazio “Conciliazione 5”, una finestra permanente sull’arte che resterà aperta per tutto l’Anno Santo 2025, in modo da permettere ai pellegrini di “affacciarsi” sulle opere esposte, e Davide Rampello, curatore del progetto internazionale "Porte della Speranza".

Non un lusso per pochi

Il primo artista chiamato ad aprire “Conciliazione 5" sarà Yan Pei-Ming, famoso per i suoi ritratti di grandi dimensioni. Realizzerà un corpus di nuovi lavori sul carcere di Regina Coeli che verrà svelato in occasione del Giubileo degli Artisti (15-18 febbraio 2025). L’arte, ha ribadito il cardinale de Mendonça, non è e non deve essere percepita come un lusso destinato a pochi, è invece il segno del desiderio “grande” che alberga nel cuore di ogni uomo; in questo senso rispecchia la condizione umana. La scelta di aprire la seconda Porta Santa del Giubileo in un carcere e di realizzare un’opera di arte capace di parlare ai detenuti — come anche ai “detenenti” — è un suggerimento di metodo chiaro, in continuità con il progetto del Padiglione della Santa Sede, legato al tema dei diritti umani che il Dicastero aveva presentato alla scorsa Biennale di Venezia. «L’arte è uno splendido mezzo di trasporto per navigare il mondo» ha chiosato Marinella Senatore, ed è molto più trasformativa ed efficace nell’innescare dinamiche di cambiamento interiore di quello che solitamente pensiamo. L’importante - ha ribadito il cardinale José Tolentino de Mendonça - è credere che la trasformazione, la nostra e quella del mondo, sia possibile.  «Anche se è ardua e dolorosa, è possibile. Quando guardiamo e ci lasciamo guardare come fratelli, avviene questo grande miracolo che è la comune tessitura della speranza».

Spalancare la speranza in carcere

Una tessitura costante, quotidiana, composta da gesti concreti, gli ha fatto eco, nel suo intervento, Giovanni Russo, raccontando parte del colloquio che ha avuto alla Giudecca, a Venezia con Papa Francesco sui nuovi “portali” di possibilità e di futuro. «Abbiamo risposto con un grandissimo sforzo organizzativo alla volontà del Santo Padre di spalancare, anche nelle nostre carceri, le porte della Speranza e della Provvidenza. Con la Santa Sede abbiamo programmato altre iniziative, anche di particolare pregio artistico, che presto coinvolgeranno le persone e le realtà di altri istituti penitenziari». A partire da quella che nei prossimi mesi sarà realizzata a Regina Coeli.

Ascolta l'intervista a Giovanni Russo, Capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del Governo italiano

"Io contengo moltitudini"

Amare la cultura, nel senso letterale di “coltivare se stessi” ha ribadito Davide Rampello, è un potente antidoto alla dis-peranza. L’arte è capace  di valorizzare l’identità di chi la guarda. Tornando  all’opera di Marinella Senatore pensata “per” e “con Rebibbia colpisce il fatto — nota l’artista di Cava dei Tirreni — che nessuno dei partecipanti abbia fatto ricorso a citazioni tratte da testi di poeti o scrittori, neanche a frasi di amici o maestri spirituali; «ognuno ha voluto “esserci” — sottolinea Marinella Senatore — con la sua identità e la sua storia particolare». Il contributo di tutti ha dato vita a un omaggio collettivo alla cultura popolare del Sud Italia e alle macchine barocche seicentesche che celebravano l’esplodere della luce nel buio, reso contemporaneo e vibrante dalla presenza dei messaggi dei detenuti su ogni singolo raggio. 

Un rendering digitale dell'opera "Io contengo moltitudini"
Un rendering digitale dell'opera "Io contengo moltitudini"

"Cum-credendo"

 Il carcere spesso è  considerato un luogo abbandonato dalla speranza: un luogo dis-sperato, ha concluso Davide Rampello. Ma “aprire ai valori della speranza la ragione, il cuore è indicare una meta, riproporre un progetto di vita. Vogliamo affidare questo delicatissimo compito alla sensibilità, alla cura di artisti che condivideranno con noi questa missione, affinché ne facciano movimento, manifesto, affinché la forza del vero, del giusto, del buono, del bello diventi opera d'arte, concreta bellezza. Baudrillard amava interpretare la concretezza come la forza di una comunità che crede. Cum-credendo, carcerati e noi tutti, renderemo la speranza cum-creta e la bellezza avrà la forza d'evolvere il nostro sentimento permettendo al nostro sguardo di potersi nutrire anche di questa virtù."

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17 dicembre 2024, 16:30