Concerto con i Poveri, in Aula Paolo VI la musica diventa speranza
Damiano Caprio e Gianmarco Murroni - Città del Vaticano
I volti affascinati, rapiti, a tratti sorpresi dalla magia della musica che trasforma le note in emozione, in un'Aula Paolo VI che diventa tempio di solidarietà, arte e bellezza. Sono i volti dei 3 mila bisognosi accolti in Vaticano, nel pomeriggio del 7 dicembre, per il Concerto con i Poveri: persone sfortunate che hanno trovato conforto nel messaggio di speranza e carità trasmesso dagli artisti sul palco. La stessa speranza a cui Papa Francesco ha dedicato il Giubileo che si aprirà il 24 dicembre. La V edizione del Concerto con i Poveri - patrocinato dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, dal Dicastero per il Servizio della Carità - Elemosineria Apostolica, dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione e dal Pontificio Istituto di Musica Sacra - ha rappresentato un’esperienza di arte e cultura. Alla fine del concerto, sono stati distribuiti ai poveri una cena al sacco e altri generi di conforto.
Armonia sinodale
Nato nel 2015 dall’idea di Riccardo Rossi e Gualtiero Ventura, con la direzione artistica del compositore e direttore d’orchestra monsignor Marco Frisina, il Concerto con i Poveri ha ricevuto sin dalla sua prima edizione la benedizione di Papa Francesco che in occasione dell’incontro con i promotori e gli artisti dell’evento, avvenuto questa mattina, ha definito la serata “un bel momento per condividere con tanti nostri fratelli e sorelle la bellezza della musica che unisce i cuori ed eleva lo spirito”. “Questo Concerto con i Poveri è un bel segno dell’armonia sinodale - ha spiegato il Pontefice - soprattutto perché avviene in comunione con i nostri fratelli e le nostre sorelle più fragili, invitati a far parte di questa stupenda sinfonia dell’amore che è il Vangelo. Questi nostri amici, stasera, potranno assistere al concerto nel migliore dei modi, come protagonisti”. La musica che diventa segno di speranza, dunque, che è “ciò che si propone anche il prossimo Giubileo: generare segni di speranza, a partire dalla sorgente dell’amore che è il Cuore di Gesù”.
La ricchezza del donare
Il momento più atteso è stato l’ingresso sul palco del compositore premio Oscar Hans Zimmer, che ha emozionato le 8.000 persone presenti in Aula Paolo VI con alcuni dei suoi brani più celebri, colonne sonore tratte da film come, ‘Il Gladiatore’, ‘Pirati dei Caraibi’ e ‘Pearl Harbor’. “L'importanza di questo concerto è semplicemente mostrare una luce su qualcosa che è in qualche modo nascosto nell'oscurità, nascosto dal disinteresse umano di fronte alle sofferenze delle persone”, ha spiegato Zimmer prima dell’evento. “È importante guardare negli occhi i poveri e trattarli come fratelli - ha continuato l’artista - È la bellezza di restituire agli altri quello che la vita ci regala”. Zimmer ha fatto anche una riflessione sull’importanza dell’arte, e della musica, nella solidarietà: “Abbiamo il dovere di usare il potere che deriva dalla creatività. È quello in cui siamo bravi: scrivere una canzone, girare un film, scrivere un libro, fare qualcosa che scuota un po' la gente e trasmetta loro emozioni. La vera ricchezza è la capacità di condividere e di donare”.
Musica strumento d’amore
Sul palco si sono alternati a Zimmer anche il direttore d’orchestra Dario Vero, la violoncellista Tina Guo e il maestro monsignor Marco Frisina, che ha eseguito alcuni brani da lui composti per i film a tema religioso, accompagnati dalla Nova Opera Orchestra, composta da 75 musicisti provenienti da tutta Europa, oltre che dai 250 elementi del Coro della Diocesi di Roma, che celebra quest’anno il suo 40° anniversario di fondazione. A presentare l’evento l’attrice Serena Autieri che si è anche esibita, come solista, in due brani del Maestro Frisina. “Questo è un concerto in cui non si raccolgono soltanto i soldi per i poveri, ma si vive insieme a loro un momento di musica e carità - ha spiegato monsignor Frisina - I poveri sono i protagonisti, ma anche i primi fruitori. Io penso che questo sia importante per poter donare a questi fratelli non solo pane, per poter venire incontro alle necessità più immediate, ma anche donare qualcosa che vada al loro cuore, alla loro mente, alla loro anima, dandogli il massimo possibile. Un regalo doppio: la musica è uno strumento di amore, di accoglienza e di consolazione”.
La cura del creato
Musica, solidarietà, ma anche cura del creato: per l’occasione, il Concerto con i Poveri ha accolto due opere inedite dello street artist sudamericano Carlos Atoche, realizzate in collaborazione con Airlite e Yourban 2030, per portare la creatività dell’arte urbana trasformando la solidarietà in un messaggio di speranza e responsabilità condivisa verso il pianeta. La prima opera è ispirata all’enciclica Laudato Si’: il dipinto su tela ‘La Casa Comune’, che rappresenta Papa Francesco circondato da una natura rigogliosa, con alberi e fiori simboli di rinascita e armonia, è stato donato al Santo Padre durante l’Udienza privata concessa agli artisti e organizzatori del Concerto Con in Poveri; la seconda opera, ‘Contemplaciòn’, è stata creata appositamente per accogliere gli ospiti del concerto, amplificando il messaggio universale di inclusione e tutela dell’ambiente. Le due opere sono state realizzate con pitture fotocatalitiche e purificatrici d’aria, per testimoniare l’urgenza della riqualificazione urbana attraverso l’arte e la sostenibilità.
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