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Dalle Grotte vaticane ad Alba, la Madonna della Bocciata restaurata

In mostra a Palazzo Banca d’Alba, fino al 23 marzo, l’affresco della Madonna della Bocciata, proveniente da San Pietro, dopo un lavoro che ha portato in luce dettagli prima sconosciuti. L'immagine della Vergine è legata a un prodigio che si verificò nel 1440, quando fu colpita da un soldato con una boccia e prese a sanguinare. Da allora l’effige è oggetto di grande devozione. La mostra di Fondazione Banca d'Alba è patrocinata dalla Fabbrica di San Pietro e dalla Diocesi di Alba

Maria Milvia Morciano - Città del Vaticano

Il volto di Maria è quello più dolce, leggermente inclinato di lato, perfettamente rispondente ai canoni di bellezza medioevale: grandi occhi, naso stretto, bocca piccola. Un denso manto blu scopre solo il viso e le mani che sorreggono il Bambino benedicente.
Dopo il restauro, finanziato dalla Banca d’Alba, viene mostrata per la prima volta al pubblico, fino al 23 marzo, a Palazzo Banca d’Alba, l’affresco della Madonna della Bocciata, proveniente dalla Grotte Vaticane. La mostra è patrocinata dalla Fabbrica di San Pietro e dalla Diocesi di Alba. 

La scienza conferma la devozione

L’intervento di restauro sulla Madonna della Bocciata ha consentito il disvelamento e il recupero del dipinto murale, consentendo di apprezzare i dettagli pittorici e il tratto dell’artista, secondo le attribuzioni Pietro Cavallini, attivo tra il XIII e XIV secolo.
“Un restauro – afferma Pietro Zander, responsabile della sezione Necropoli e beni artistici della Fabbrica di San Pietro in Vaticano e curatore della mostra – che ha portato tra l’altro alla riscoperta dell’impronta della “boccia” che, secondo la tradizione, fu scagliata nel 1440 contro la venerata immagine mariana da un soldato in preda all’ira per aver perduto tre fiorini al gioco. Fu allora che il prodigioso sangue della Vergine cadde sulle lastre del pavimento del portico di San Pietro che ancora oggi sono devotamente custodite nelle Grotte vaticane”.

Allestimento della mostra “La Madonna della Bocciata. Dalle Grotte vaticane ad Alba"
Allestimento della mostra “La Madonna della Bocciata. Dalle Grotte vaticane ad Alba"

Una lunga storia di fede

L’immagine della Vergine con il Bambino in origine si trovava nel portico dell’antica basilica di San Pietro. Nel 1574 fu trasferita in una cappella della nuova San Pietro, il secretarium, ovvero la cappella di Santa Maria della Febbre, adiacente all'antica basilica costantiniana, e nel 1631, con Papa Urbano VIII, fu posta nell’attuale sede, la cappella appunto detta della Madonna della Bocciata. Dietro a due grate, si trovano anche le pietre del portico che sarebbero state macchiate dall’effusione del sangue del dipinto e recano la traccia della venerazione dei fedeli che, a forza di toccarle, vi avrebbero scavato una serie di piccoli incavi, tuttora visibili.

La riscoperta

L’affresco è stato oggetto di continui interventi, che i recenti restauri hanno potuto riscoprire: infatti sotto la mano destra della Madonna, stuccata e reintegrata a tratteggio, è apparsa una lacuna circolare perfettamente coerente con un possibile colpo inferto da una pietra o da una “boccia”, palla da gioco di legno. Questa lacuna circolare, sempre rispettata fin dai più antichi restauri, fu reintegrata più volte perché, evidentemente, i fedeli usavano toccare per devozione quella lesione. L’impronta conserva quindi un significato storico e devozionale straordinario. Invece la caduta di colore sulla guancia destra, sulla fronte e su parti del collo della Vergine, che si pensava fossero i segni del colpo, non possono essere riferiti all’episodio miracoloso del 1440, raccontato tra gli altri dal tedesco Nokolaus Muffel, che si trovava a Roma al seguito di Federico III nel 1452. 

Un affresco più grande

Secondo Tiberio Alfarano, canonico della basilica di San Pietro dal 1567 e autore dell’opera De basilicae vaticanae antiquissima et nova structura, che descrive la basilica di San Pietro prima del rifacimento avvenuto tra XVI e XVII secolo, il dipinto con la Madonna della Bocciata sarebbe stato al centro di un affresco più grande contenente anche san Pietro, san Paolo e san Teodoro, quest’ultimo, mansionario della basilica nel VI secolo. La Vergine con il Bambino sarebbe stata quindi al centro di una composizione e assisa in trono. 

Anche le figure degli apostoli in mostra ad Alba

Oltre alla miracolosa immagine della Madonna col Bambino, nella mostra di Alba sono esposti i busti degli apostoli Pietro e Paolo, dipinti tra il 1277 e il 1280, parte di un ciclo di affreschi commissionato da papa Niccolò III Orsini nel XIII secolo e un tempo anch’essi situati nel portico dell’antica basilica di San Pietro. I ritratti, che si contraddistinguano dalle tipiche caratteristiche fisiognomiche dei due apostoli, seguono i più antichi modelli iconografici paleocristiani.

Immagini sacre sfregiate

L’episodio di un uomo, vittima della propria rabbia per aver perso al gioco ingenti quantità di denaro e che ubriaco avrebbe scagliato una pietra o altro contro l’immagine della Madonna, non appare isolato. Si tratta invece di un vero e proprio “topos devozionale”. Simili racconti sono testimoniati, sul finire del XIV secolo, in diversi luoghi d’Italia, ad esempio a Re nella Val Vigezzo in Lombardia, a Firenze, all’Annunciata, ora spostata nella chiesa di Santa Margherita dei Ricci, la Madonna dell’Arco nei pressi di Napoli; nel XV secolo, a Santa Maria dei Miracoli di Lonigo e più tardi, nel XVI secolo, le Madonne di Galatone e di Soleto nel Salento. Nel caso della Madonna della Bocciata alle fonti storiche, grazie alla perizia del restauro, fa riscontro un’evidente prova concreta. 

Una statua della Vergine distrutta durante la devastazione della biblioteca di Quaraqosh da parte dell'Isis nel 2014
Una statua della Vergine distrutta durante la devastazione della biblioteca di Quaraqosh da parte dell'Isis nel 2014

L’oltraggio del sacro

La lista di episodi oltraggiosi che violano immagini mariane, crocifissi e oggetti sacri è lunga e arriva fino ai nostri giorni. Un’immagine, una statua, un dipinto, vittime di incomprensibile brutalità. È il paradosso della violenza che si abbatte su un simbolo di mansuetudine e di purezza, disvelando il mistero del bene e del male.

 

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06 dicembre 2024, 11:00