I Giubilei del Novecento attraverso l’occhio della cinepresa
Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano
Un viaggio affascinante nella storia dei Giubilei del Novecento visti con lo sguardo dei mass media. È questo il tracciato in cui si inseriscono i webdoc “Giubilei mediatici”, realizzati da Officina della Comunicazione e co-prodotti da Archivio Luce, con la regia di Omar Pesenti. La docuserie, presentata nella giornata del 12 dicembre nella sede dell'Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, si inserisce in un progetto curato dalla Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo (Mac) e dal Centro Cast (Catholicism and Audiovisusal Studies) dell’Università Telematica Internazionale Uninettuno. Questo lavoro di ricerca ha portato alla mappatura di quasi 400 documenti audiovisivi sui Giubilei del Novecento conservati in archivi e cineteche italiani ed esteri.
Un tesoro audiovisivo aperto a tutti
La docuserie ripropone anche fatti inediti e pagine di storia: in occasione del Giubileo del 1900, ad esempio, con il Pontefice “prigioniero in Vaticano” per la “questione romana”, i fedeli di tutto il mondo potettero vedere il Papa Leone XIII solo attraverso le sue prime immagini filmate. Tra gli altri preziosi frammenti di questo tesoro audiovisivo ci sono anche immagini inedite e legate all’Anno Santo del 1925 e a Pio XI, il primo Pontefice ad emanare una enciclica dedicata al cinema, “Vigilanti cura”. L’intera serie dei webdoc, composta da quattro episodi di 15 minuti, è disponibile per la libera fruizione sul sito della Fonazione Mac e sul canale You Tube “Memorie Audiovisive del Cattolicesimo”. Il progetto si inserisce nella cornice della collaborazione tra la Biblioteca Apostolica Vaticana e la Fondazione Mac per il recupero di una parte di documenti audiovisivi che non è mai stata studiata e resa pubblica.
Monsignor Zani: i Giubilei sono momenti di accelerazione
La presentazione di “Giubilei mediatici” si è aperta con i saluti di Francesco Di Nitto, ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede. Questa docuserie, ha detto, è “una occasione per approfondire le celebrazioni giubilari dello scorso secolo attraverso i mezzi di comunicazione di massa”. L’evento è stato moderato dalla giornalista di Radio Vaticana e Vatican News Cecilia Seppia che ha sottolineato come il lavoro di ricerca sugli audiovisivi sia fortemente sostenuto dalla Biblioteca Apostolica Vaticana. Nell’intervento di apertura monsignor Vincenzo Zani, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, ha ricordato un episodio avvenuto nel mese di luglio del 1959, nell’anno dell’inaugurazione della Filmoteca Vaticana. Si tenne in quel periodo una speciale proiezione, con le immagini di Papa Leone XIII realizzate dalla società americana “Biograph”. È considerata la prima ripresa filmata di un Pontefice. Dalla docuserie “Giubilei mediatici”, ha detto monsignor Zani, si scopre un fatto inedito: quelle riprese hanno avuto la loro vasta diffusione in occasione del Giubileo del 1900, che si può considerare “il primo Anno Santo mediatico nella storia della Chiesa”. “I Giubilei - ha osservato monsignor Zani - sono stati straordinari momenti di accelerazione del rapporto tra la Santa Sede e la moderna cultura mediatica di massa”.
Progetto di recupero delle produzioni audiovisive
Tornando al 1959, monsignor Zani ha ricordato un altro fatto simbolico su cui molta stampa internazionale si soffermò al momento dell’inaugurazione della Filmoteca Vaticana: “molti notarono infatti che la nuova istituzione - ultimo segno dell’attenzione dei Pontefici verso i mezzi di comunicazione - trovava sede nel cuore del Vaticano nei locali di Palazzo San Carlo che quindici anni prima erano divenuti il centro logistico di quell’Ufficio Informazioni per i prigionieri di guerra che era stato l’esempio più significativo del felice connubio tra un’alta esperienza di comunicazione e l’esercizio della carità della Chiesa al suo massimo grado. Difatti, la “Sala Deskur”, l’odierno ‘cinema’ vaticano, si trova esattamente in quella che era stata l’antica Cappella della clinica della Suore di S. Carlo di Nancy e che Pio XII, in tempo di guerra, aveva adibito a quartier generale per dispiegare al mondo la sua cosiddetta crociata di carità”. È anche sulla scorta di queste potenti simbologie che con la Fondazione Mac - ha spiegato monsignor Zani - “lavoreremo dunque ad un progetto di recupero e valorizzazione delle produzioni audiovisive e fotografiche realizzate dalla Pontificia Opera di Assistenza a documentazione dell’enorme sforzo assistenziale compiuto dalla Santa Sede negli anni della guerra mondiale e nel periodo post-bellico. Una documentazione quasi del tutto sconosciuta, che merita di essere riscoperta, valorizzata e, soprattutto, portata alla disponibilità degli studiosi di tutto il mondo”. "Nell’anno del Giubileo, che coincide anche con l’ottantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale - ha concluso l'archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa - ci è sembrato questo un modo per onorare ancora di più l’importante e urgente missione culturale verso le fonti audiovisive che così autorevolmente i pontefici di ieri e di oggi ci hanno invitato a perseguire".
Mappate 400 fonti audiovisive
La docuserie è il frutto di mesi di intense ricerche. Monsignor Dario Edoardo Viganò, vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali e presidente di Mac, ha ricordato innanzitutto le parole scritte da Papa Francesco, a proposito del progetto dedicato al censimento delle fonti dei Giubilei del Novecento, nel discorso del 12 gennaio 2024 rivolto alla Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo: “In vista dell’Anno Santo 2025 mi sembra questo un modo virtuoso per indicare a tutti un percorso possibile e necessario di valorizzazione del nostro ricco ma fragile patrimonio audiovisivo ecclesiastico”. Quel percorso virtuoso indicato dal Papa, ha affermato monsignor Dario Edoardo Viganò, “ha portato i suoi primi visibili frutti con la docuserie Giubilei mediatici”.
Il lavoro di mappatura delle fonti audiovisive sui Giubilei del Novecento è stato reso possibile “da un finanziamento della Confederazione Italiane Federazioni Autonome, che ha portato a scandagliare archivi, cineteche e repository digitali, italiani ed esteri, conducendo, in qualche caso, anche delle operazioni di digitalizzazione o primo restauro conservativo di filmati completamente dimenticati e destinati all’oblio, o peggio, al deterioramento e alla completa distruzione”. È stato completato un censimento di quasi 400 documenti audiovisivi “che nel corso del Giubileo saranno valorizzati attraverso una banca dati permanente”. Un patrimonio, ha detto monsignor Viganò, che sarà messo a disposizione di tutti e che “aiuterà molto la comunità degli studiosi a rileggere la storia dei giubilei in modo completamente nuovo”.
Audiovisivi ed evangelizzazione
L’audiovisivo è riuscito “a produrre conseguenze in chiave di evangelizzazione e di contrasto alla secolarizzazione”. È quanto ha affermato Francesco Giorgino, giornalista e docente universitario, ricordando come ad esempio nel Giubileo del 1975 la televisione si sia nutrita “della capacità creativa del cinema” amplificando la portata del messaggio. Invitando a riflettere sull’etimologia della parola comunicazione, Francesco Giorgino ha poi sottolineato che “un conto è essere connessi, un altro è comunicare, ovvero condividere il senso”. Il regista Mimmo Calopresti, autore tra l’altro del documentario “Cutro, Calabria, Italia”, ha detto che i passaggi storici raccontati nella docuserie “Giubilei mediatici” sono supportati da un eccezionale materiale di repertorio. C’è una riscoperta del documentario: la gente - ha detto il regista Calopresti - vuole conoscere, vedere, capire. E questi documentari sono davvero un viaggio alla riscoperta dei Giubilei e della storia del XX secolo.
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