Santa Maria Maggiore apre nuovi tesori di arte e di fede

Dal 12 dicembre 2024 aperte al pubblico le nuove sale del Polo museale Liberiano. Tre sono dedicate alla storia della basilica vista come la Betlemme d'Occidente, al miracolo legato alla fondazione - la celebre nevicata nell'agosto 358 - e all'icona simbolo della devozione dei romani, la Salus Populi Romani. Il cardinale Makrickas, Arciprete Coadiutore: "Guardiamo al futuro, varchiamo la Porta Santa per incontrare il mondo nuovo in presenza del Signore con l’accompagnamento della Madre di Dio"

Maria Milvia Morciano - Città del Vaticano

La Vergine è detta la porta del cielo e non sembra un caso che l’apertura di un nuovo museo, in un luogo così radicato nel suo nome, avvenga a ormai pochi giorni dall’inizio del Giubileo e all’apertura della Porta Santa. Da oggi, 12 dicembre, sono aperte al pubblico le nuove sale espositive del Polo Museale Liberiano della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore. Ieri si è svolta la Cerimonia di benedizione e inaugurazione, presieduta dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. L’inaugurazione del nuovo museo segue il programma già iniziato con l’apertura della Loggia, e l’accessibilità alla cupola, che permette di godere del panorama dal colle più alto di Roma.  

Cerimonia di benedizione e inaugurazione, presieduta dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin
Cerimonia di benedizione e inaugurazione, presieduta dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin

Uno splendido percorso

Dopo aver attraversato la splendida loggia settecentesca, progettata da Ferdinando Fuga con i mosaici trecenteschi di Filippo Rusuti, aperta sulla piazza della facciata, quasi faccia a faccia con la Vergine svettante sulla colonna della pace, e dopo la singolare scala realizzata da un Bernini appena ventenne, si accede alla sala dei papi e da qui ai tre ambienti raccolti del museo, la cui successione scandisce i tre punti fondamentali che caratterizzano l’edificio sacro: la fondazione della basilica, voluta da Papa Liberio in seguito a una prodigiosa nevicata avvenuta nella notte tra il 4 e 5 agosto del 358 d.C., la sua identità come nuova Betlemme, e infine la Salus Populi Romani, l’icona della Vergine profondamente venerata dai romani e nel mondo.

Jacopo Zucchi, Il miracolo della neve (particolare)
Jacopo Zucchi, Il miracolo della neve (particolare)

Opere che tornano nel loro luogo di origine

L’arciprete coadiutore della basilica papale di Santa Maria Maggiore, il cardinale Rolandas Makrickas, nota come questo luogo offra le condizioni migliori per conservare opere d’arte nate per la basilica, tanto che due tele, opere di Jacopo Zucchi del XVI secolo, "La processione di Gregorio Magno con la Salus Populi Romani" e il "Miracolo della Neve", sono tornate qui dai Musei Vaticani. La stessa iconografia ricorre sui soffitti delle sale, con gli stessi soggetti, opere di Baldassare Croce, all’epoca di Paolo V, componendo insieme un dialogo di forme e colori.

Ascolta l'intervista al cardinale Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della basilica papale di Santa Maria Maggiore

La Betlemme d'Occidente

La prima sala è illuminata dal chiarore del gruppo marmoreo di Arnolfo di Cambio, il primo presepe scultoreo della storia, opera del 1291 commissionata dal primo Papa francescano Niccolò IV, poco tempo dopo cioè quello vivente ideato da san Francesco a Greccio, e tanto famoso da essere menzionato dal Vasari. Il nuovo allestimento, protetto da una vetrina, permette di girarvi intorno e apprezzare anche i più minuti particolari: il volto di Maria, che sembra già presagire l’impostazione classica che si affermerà nei secoli a seguire, i piccoli boccioli o frutti stretti nella manina del Bambino e le espressioni assorte dei volti dei Magi e di Giuseppe. Di lato, il bue e l’asinello, sono figure che sarebbero diventate immancabili in tutti i presepi.
Nella sala è esposta anche la casula di san Girolamo, raro esempio di tessuto risalente probabilmente al XIII secolo, ovvero al periodo della traslazione del corpo del santo a Roma da Betlemme e al periodo della commissione del presepe arnolfiano.

Il miracolo della neve

La seconda sala è dedicata al miracolo della neve e, oltre alla tela di Zucchi già menzionata, ci sono anche altri dipinti tornati nella basilica dai Musei vaticani, come l’intensa “Andata al Calvario” di Giovanni Antonio Bazzi, detto il Sodoma, e la “Madonna col Bambino e Santi” di Domenico Beccafumi.

Cerimonia di benedizione e inaugurazione nella sala dei Papi
Cerimonia di benedizione e inaugurazione nella sala dei Papi

La Salus Populi Romani

L’ultima sala è dedicata alla Salus Populi Romani, icona bizantina tradizionalmente attribuita a san Luca, il cui reliquiario in argento del braccio è esposto nella stessa sala, accanto alle donazioni dei Papi alla Vergine, come la teca e la copertura in argento, corone e gioielli donati da Gregorio XVI e da Pio XII. Il cardinale Rolandas Makrickas spiega che “All'inizio l'icona di Salus Populi Romani si trovava in una edicola al centro della Basilica insieme con altre che conservavano le reliquie della Santa Croce di Gerusalemme. Per volontà del Papa Paolo V, fu realizzata una cappella separata, chiamata poi Paolina o Borghese, dove doveva essere custodita soltanto questa icona, questo reliquiario portato da Gerusalemme. La Vergine nella cappella è sostenuta da quattro angeli, evidenziando la sua accezione di pellegrina, discesa da cielo e poi tra le vie a incontrare i fedeli e mostrare le strade che portano al Signore. Anche la leggenda secondo cui sarebbe stata dipinta dall'evangelista Luca rafforza questo senso di spiritualità del sacro”. Com'è noto, Papa Francesco è particolarmente devoto a questa Icona, davanti alla quale si mette in preghiera - visitando la basilica - all'inizio e al termine dei suoi viaggi apostolici.

 Omaggio di Papa Francesco alla Salus Populi Romani nella cappella Paolina
Omaggio di Papa Francesco alla Salus Populi Romani nella cappella Paolina

Una basilica giubilare

Santa Maria Maggiore è una delle quattro basiliche maggiori e inclusa tra quelle giubilari fin dal 1390. Il cardinale Makrickas specifica che “questa basilica è per eccellenza giubilare, per la presenza dell'icona della Salus Populi Romani che attira tanta gente a pregare così come viene a pregare Papa Francesco. Perché a lui questa capella, con l'immagine della Madonna con il Bambino, è particolarmente cara e viene spesso ponendosi in semplicità, di fronte all’icona per chiedere la protezione della Vergine. Oltre a questa, ci sono molte altre reliquie nella Basilica, prime fra tutte la sacra culla, che è una reliquia molto documentata portata da Betlemme e rappresenta il luogo dove fu adagiato il corpo di Gesù subito dopo la nascita tanto che possiamo dire che la prima casa di Gesù si trova proprio qui: da questo luogo, da questa mangiatoia della sacra culla è iniziata la cristianità. Con questo Giubileo noi celebriamo e ricordiamo il tempo che passa, e in questo luogo abbiamo iniziato a contare gli anni cristiani. Così celebrando l’Anno santo, anche noi guardiamo il nostro tempo, guardiamo al futuro, varchiamo la Porta santa per incontrare il mondo nuovo in presenza del Signore con l’accompagnamento della Madre di Dio”, conclude l'arciprete coadiutore della basilica papale.

 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

12 dicembre 2024, 15:28