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Una baraccopoli in Costa Rica Una baraccopoli in Costa Rica  (AFP or licensors)

Vaticano e Columbia University, Commissione di esperti sul debito sovrano

Dalla sinergia tra la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali (PASS) e l’Iniziativa per il Dialogo sulle Politiche (IPD) dell'ateneo newyorkese nasce un organismo con lo scopo di proporre riforme e soluzioni per una crescita economica, sociale e ambientale sostenibile

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“La pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina hanno provocato forti scosse all’economia globale e la politica monetaria adottata dalle Nazioni più sviluppate, con alti tassi di interesse, ha peggiorato la crisi del debito in molte Nazioni in via di sviluppo”. È quanto riporta un comunicato congiunto della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali (PASS) e l’Iniziativa per il Dialogo sulle Politiche (IPD) della Columbia University nel quale si rende nota la creazione di una Commissione di esperti che si riunirà nel corso del 2025 per affrontare le crisi del debito sovrano (termine che si riferisce alle obbligazioni vendute dallo Stato ad altri paesi o alla liquidità “presa in prestito” per la spesa pubblica) e dello sviluppo, che colpiscono in maniera crescente i Paesi dell’emisfero meridionale. La Commissione è guidata dal Professor Joseph E. Stiglitz e produrrà uno speciale Rapporto del Giubileo.

Ne fanno parte esperti mondiali del debito sovrano provenienti dal mondo accademico, dalla società civile e dalle comunità religiose per sviluppare e proporre riforme che contribuiscano a risolvere situazioni di indebitamento insostenibili e a prevenire il ripetersi di tali crisi in futuro, promuovendo uno sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile. La Commissione proporrà poi un piano di riforme dell’architettura finanziaria internazionale che, rendendo sostenibile il debito dei Paesi più poveri, consenta maggiori investimenti in sanità, istruzione, energia pulita e adattamento climatico.

 

-Nel Giubileo del 2000 si creò un movimento per l’abolizione del debito nei Paesi più in difficoltà, e  si legge nel comunicato - fu decisivo nel determinare un significativo sollievo. “Tuttavia, tale iniziativa non riuscì a portare a termine le necessarie riforme dell’architettura finanziaria mondiale, determinando il protrarsi della crisi del debito fino ai nostri giorni. Infatti, il denaro che i Paesi poveri utilizzano per il servizio del debito va a scapito degli investimenti in istruzione e sanità o di quelli necessari a migliorare gli standard di vita o ad affrontare la crisi climatica. La crisi del debito, perciò, è anche una crisi dello sviluppo”.

Il Giubileo 2025 può dunque essere un’occasione per rilanciare in modo efficace questa battaglia di giustizia. “Papa Francesco ha posto il risanamento del debito come una delle priorità centrale di questo Giubileo, riconoscendo che l’attuale architettura finanziaria è inadeguata ad affrontare tali sfide crescenti e necessita di riforme urgenti a livello mondiale”. Nel giugno 2024, alla conferenza sul debito sovrano co-organizzata da PASS e IPD, Papa Francesco ha auspicato un meccanismo internazionale per la ristrutturazione di tale debito e ha incoraggiato gli esponenti del mondo della finanza a “seguire un codice di condotta internazionale, con norme di valore etico, che tuteli i negoziati”. La conferenza ha generato diverse raccomandazioni politiche chiave. Di fronte alle sfide attuali, così significative, la Chiesa Cattolica – scrive il comunicato - continua ad essere un punto di riferimento per tutti coloro che si impegnano a creare una società più giusta ed equa.

 

Nel testo che annuncia la nascita di una Commissione si ricorda che la Banca Mondiale, nel 2023, riporta che i Paesi in via di sviluppo hanno speso la cifra record di 1,4 trilioni di dollari solo per il servizio del debito, pari a quasi il 4% del loro reddito nazionale lordo. Secondo i dati dell’UNCTAD, Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo, ci sono 54 Paesi che spendono oltre il 10% delle proprie entrate fiscali per pagare gli interessi sul debito, 3,3 miliardi di persone vivono in Paesi che spendono più per il servizio del debito che per la sanità, così come 2,1 miliardi di persone vivono in Paesi che spendono più per il servizio del debito che per l’istruzione. Per la Banca Mondiale, i Paesi a basso e medio reddito si trovano ad affrontare livelli di debito complessivi significativamente più alti rispetto al decennio precedente alla pandemia; una situazione debitoria che impedisce nei Paesi a basso e medio reddito di garantire investimenti per infrastrutture critiche a favore dell’energia pulita e dell’adattamento climatico.

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