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A Roma i tesori cristiani della Giordania, santuario senza tempo

A Palazzo della Cancelleria, la mostra “Giordania: alba del cristianesimo” è da oggi visitabile fino al 28 febbraio. Preziosi reperti testimoniano le radici della fede cristiana nel Paese, che si è radicata in modo duraturo attraverso i secoli. La ministra del turismo e delle antichità del Regno Hashemita di Giordania, Lina Annab: questo è un Paese dove i primi cristiani hanno trovato armonia, hanno trovato la pace e oggi i cristiani costituiscono una parte integrante della società

Maria Milvia Morciano – Città del Vaticano

L’Anno Santo si arricchisce di un nuovo itinerario giubilare: un pellegrinaggio ideale, oggi diremmo “virtuale”, che attraversa il tempo e lo spazio per trasportare a Roma uno dei luoghi che furono cuore della Terra Santa, la Giordania. Dal 1° febbraio, sarà possibile compiere questo cammino attraverso le sale del Palazzo della Cancelleria e poter così ammirare la mostra “Giordania: alba del cristianesimo / Jordan: Dawn of Christianity”, visitabile fino al 28 febbraio. Novanta reperti, tratti da 34 siti archeologici, testimoniano la storia delle radici del cristianesimo in questa terra, dalla sua nascita ai nostri giorni, le cui tracce sono ben vivide e custodite. Non si tratta semplicemente di un'esposizione di manufatti artistici, ma la testimonianza di una eredità spirituale secolare nella Terra Santa di Giordania, volta a celebrare unità e pace.

Il logo della mostra
Il logo della mostra


La mostra, organizzata dal Ministero del Turismo e delle Antichità della Giordania, in collaborazione con la Santa Sede, è stata inaugurata ieri venerdì 31 gennaio alla presenza della ministra del Turismo e delle Antichità del Regno Hashemita di Giordania, Lina Annab, e altre autorità: Kais Abu Dayyeh, ambasciatore di Giordania in Italia; Fadi Balawi, segretario generale del MOTA (Ministry of Tourism and Antiquities of Jordan); Abed Alrazzq Arabiyat, direttore generale del Jordan Tourism Board Director; Rustom Mkhjian, curatore del sito del Battesimo.

Lina Annab, ministra del turismo e delle antichità del Regno Hashemita di Giordania
Lina Annab, ministra del turismo e delle antichità del Regno Hashemita di Giordania

L’evento, oltre che con l’Anno giubilare, celebra altre felici coincidenze: trent’anni di relazioni diplomatiche tra la Giordania e la Santa Sede e il 60° anniversario della visita di Papa Paolo VI nel Paese l'11 maggio 1964. Ma al di là delle ricorrenze, forte è il legame con la Santa Sede, fatto di amicizia, rispetto reciproco, armonia interreligiosa, impegno comune nella protezione dei luoghi sacri e nell'affrontare le sfide globali radicate nella condivisione dei valori morali e umanitari. Dopo Paolo VI, anche i Papi successivi sono giunti a visitare questa terra: Giovanni Paolo II il 22 marzo del 2000; Benedetto XVI l'8 maggio 2009; Papa Francesco, il 24 maggio 2014. 



Un viaggio attraverso storia e fede

In Giordania si trovano diversi siti significativi della fede cristiana, teatri di storia antichissima che nel tempo sono diventati importanti luoghi di pellegrinaggio: Tel Mar Elias, il luogo di nascita del profeta Elia, che richiama fedeli delle tre religioni abramitiche; La grotta di Anjara, sulle colline a est della valle del fiume Giordano, dove Gesù, la Vergine e i discepoli si riposarono, e la Chiesa di Nostra Signora della Montagna o “Sayyidat al-Jabal”, costruita negli anni ’50; Monte Nebo, ultimo luogo di riposo del profeta Mosè. Macheronte, ad est del Mar Morto, dove Giuseppe Flavio nelle Guerre giudaiche racconta il luogo di prigionia e di martirio di Giovanni Battista, recentemente scoperto dagli archeologi; al-Maghtas, sulla riva orientale del fiume Giordano, luogo in cui Giovanni Battista battezzò Gesù, segnando l’inizio stesso del cristianesimo.

Allestimento della mostra
Allestimento della mostra

Un percorso multimediale

Il percorso espositivo si avvale delle moderne tecnologie, ricreando un vero e proprio viaggio sensoriale, un’immersione che attraversa prima un tunnel - caverna, per evocare pace e silenzio, ma anche ricordare le caratteristiche geomorfologiche della Giordania che accolse i cristiani che vi si rifugiarono e i luoghi del Battista o anche la sacra grotta di Anjara. L'itinerario si snoda via via lungo percorsi in penombra  che mettono in risalto luminosi frammenti architettonici, iscrizioni, mosaici, oggetti di uso comune o cerimoniale. 

Croce cerimoniale in bronzo, VI/VII sec. d.C., dalla chiesa del vescovo Milachios, 53.5x36x24,  nel sito archeologico di Macheronte, Museo di Madaba
Croce cerimoniale in bronzo, VI/VII sec. d.C., dalla chiesa del vescovo Milachios, 53.5x36x24, nel sito archeologico di Macheronte, Museo di Madaba

Dove è nato il cristianesimo

La ministra Lina Annab spiega ai media vaticani le ragioni della mostra e il suo significato: "Questa mostra - racconta - è stata trasportata con amore a Roma ed è molto importante per noi perché la sua storia è la storia stessa della cristianità. Il suo titolo, “Alba del cristianesimo”, vuol spiegare che il cristianesimo è cominciato in Giordania con il battesimo di Gesù Cristo da parte di Giovanni Battista, ed è questo è il momento in cui è cominciata la cristianità nel mondo".

Ascolta l'intervista alla sig.ra Lina Annab, ministra del turismo e delle antichità di Giordania
Pesce in vetro, IV sec. d.C., 16.5x7.5x4 cm, scoperto ad Amman, Museo archeologico della Giordania
Pesce in vetro, IV sec. d.C., 16.5x7.5x4 cm, scoperto ad Amman, Museo archeologico della Giordania

Il simbolo del pesce

"Sono illustrati circa 30 luoghi della Giordania - continua Lina Annab - molto importanti per la cristianità e alcuni inoltre sono anche siti considerati patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Certamente la maggior parte delle chiese o comunque dei reperti risalgono al VI secolo, l'epoca bizantina, un momento di particolare fioritura, tuttavia la presenza del cristianesimo comincia già nei primi secoli. Il logo della mostra porta il simbolo del pesce e non della croce, proprio per alludere a questo primo periodo", dice ancora la ministra.

Altare in basalto, VI-VII sec. d.C., 94x30.5x30.5, Umm al-Jimal, Museo di Umm al-Jimal
Altare in basalto, VI-VII sec. d.C., 94x30.5x30.5, Umm al-Jimal, Museo di Umm al-Jimal

Un luogo di pace

"I primi cristiani vennero a rifugiarsi in Giordania per sfuggire alle persecuzioni e qui trovavano la pace, vivevano in sicurezza. Vennero per trovare armonia. I vari oggetti esposti illustrano la vita quotidiana dei primi cristiani, come vivevano. La grotta, nella prima sezione dell'esposizione, è un modo per ricordare i luoghi dove si nascondevano e abitavano. Tutto il percorso lungo le sale del Palazzo della Cancelleria allude a una terra che dall’antichità a oggi è stato luogo di pace". La ministra conclude: "In un momento come questo, in cui a Roma si celebra il Giubileo della Speranza, Giordania: alba del cristianesimo porta qui un Paese di pace. E un Paese di pace è un luogo felice. È un invito a venire in Giordania a visitare i suoi tesori storico artistici realizzati da musulmani e cristiani che vivono insieme in armonia. Credo, di nuovo, che sia molto importante mostrare il primo cristianesimo, nato nella Terra Santa che si estende dalla Giordania alla Palestina. E in Giordania i cristiani sono parte integrante della società, non semplici 'visitatori'”.

Allestimento della mostra
Allestimento della mostra

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