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VNS - BRASILE La solidarietà dei vescovi al movimento di protesta “Luta pela vida” contro le politiche anti-indigene del Governo federale

VNS - BRASILE La solidarietà dei vescovi al movimento di protesta “Luta pela vida” contro le politiche anti-indigene del Governo federale

(VNS), 25ago21 - Ci sono anche i vescovi e i religiosi brasiliani affianco degli indigeni accampati, da domenica 22 agosto, nella capitale Brasilia per la settimana di mobilitazione nazionale “Luta pela vida” (“Lotta per la vita”) indetta per protestare contro le politiche anti-indigene del Governo federale e reclamare il rispetto dei loro diritti costituzionali. 

Oggi, infatti, è attesa un’importante sentenza della Corte Suprema che definirà il futuro della demarcazione delle terre indigene, un diritto riconosciuto dalla Costituzione federale, ma che il Presidente Jair Bolsonaro ha sempre negato. Il rischio è che passi un’interpretazione restrittiva dei diritti dei popoli indigeni sulle loro terre ancestrali che continuano ad essere occupate abusivamente con danni irreversibili sulla foresta amazzonica. Un fenomeno che ha subito una drammatica accelerazione sotto l’amministrazione Bolsonaro che non ha mai nascosto le sue posizioni sulla questione. Solo negli ultimi 12 mesi sono stati distrutti più di 10mila chilometri quadrati di foresta pluviale, il 57% in più rispetto all’anno precedente. Insieme alle occupazioni abusive sono aumentate anche le violenze e le minacce che rimangono spesso impunite, come denunciato ripetutamente dalla Chiesa brasiliana e dalle organizzazioni per i diritti umani.

Ieri una delegazione della Conferenza episcopale brasiliana (Cnbb), composta dal suo presidente Monsignor Walmor Oliveira de Azevedo, dal Segretario Generale, Monsignor  Joel Portella Amado e dal presidente del Consiglio indigenista missionario (Cimi), Monsignor Roque Paloschi, ha visitato l’accampamento “Luta pela vida” stazionato nella capitale per esprimere la solidarietà della Chiesa con la protesta. Nell’accampamento si trovano migliaia di indigeni in rappresentanza di 150 pueblos di tutto il Paese. Fino al 28 agosto si alterneranno dibattiti, marce di protesta, eventi culturali e visite a varie ambasciate per dare visibilità ai loro problemi. “Siamo qui per esprimere la speranza e l’auspicio che la Corte Suprema decida di rispettare quanto sancito dalla Costituzione federale: la demarcazione delle terre e il rispetto di tutte le comunità indigene per l'importante ricchezza e gli insegnamenti che ci portano”, ha dichiarato Monsignor Oliveira de Azevedo ricordando come la Chiesa brasiliana sia impegnata da quasi 70 anni in difesa dei loro diritti.

Dello stesso tenore le parole di Monsignor Portella Amado: “Anche se breve, la nostra visita esprime 70 anni di solidarietà della Chiesa brasiliana con la causa indigena e il rispetto dei popoli originari. Lavoriamo tutti per un Brasile diverso che rispetti la democrazia e la nostra costituzione”, ha affermato.  “La causa indigena appartiene a tutti noi”, ha ribadito da parte sua, Monsignor Paloschi, ricordando l’attenzione espressa da Papa Francesco nell’Esortazione post-sinodale “Querida Amazonia” per i popoli amazzonici. Insieme ai tre presuli hanno partecipato alla visita la presidente della Conferenza brasiliana dei religiosi, suor María Inés Vieira Ribeiro e Ronilson Costa e Carlos Lima, del coordinamento nazionale della Commissione pastorale della Tierra della Cnbb (Cpt).

Da ricordare che in occasione della recente Giornata internazionale dei popoli indigeni, celebrata il 9 agosto, il Cimi ha nuovamente denunciato il carattere "sistematico" delle violenze e della violazione dei diritti perpetrate contro i popoli originari del Brasile. Nella stessa giornata, l’Articolazione dei popoli indigeni del Brasile (Apib) ha presentato una denuncia ufficiale alla Corte penale internazionale dell’Aia, per genocidio, contro il Governo Bolsonaro.

Vatican News Service - LZ

25 agosto 2021, 13:12