VNS - ITALIA Bassetti ai medici cattolici: difendere vita umana dal concepimento alla fine naturale
VNS - ITALIA Bassetti ai medici cattolici: difendere vita umana dal concepimento alla fine naturale
(VNS) – 8ott21 – “Pandemia”, “chinarsi”, “comunione”: sono stati questi i tre punti principali della riflessione del Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) ed Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il quale stamani, 8 ottobre, è intervenuto al XVII Congresso Nazionale dell'Amci (Associazione nazionale dei medici cattolici). L’evento è in corso a Roma fino a domenica prossima, 10 ottobre, ed ha per tema “La vita: emergenza culturale, etica, educativa e sociale”. In primo luogo, il porporato si è soffermato sulla pandemia da coronavirus, sottolineando come essa “ci inviti a riflettere sulla morte e su tutte quelle domande che investono il morire”. Immediato quindi il suo riferimento al dibattito pubblico sull’eutanasia, da lui definito “inquieto” e che “suscita una grave inquietudine” anche per “la prospettiva di un referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente”.
Aiutare a morire non è compassione, ha ribadito il Cardinale Bassetti, bensì è “il prevalere di una concezione antropologica e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza, né le relazioni interpersonali”. Inoltre, in un periodo storico in cui l’Italia intera si è attivata contro un virus letale è “una contraddizione stridente” parlare di solidarietà da una parte e “proporre una soluzione che rappresenta una sconfitta dell’umano” dall’altra. Per i sofferenti, invece, il presidente della Cei ha invocato accompagnamento, aiuto nel “ritrovare ragioni di vita”, attuazione della legge sulle cure palliative e sulla terapia del dolore. Questo perché non bisogna cedere alla cultura dello scarto, ma opporvi “una cultura della vita, dell’amore, della gioia e del prendersi cura degli altri”.
In quest’ottica – ha continuato il Cardinale Bassetti – il compito dei medici sarà quello di chinarsi, un gesto che si oppone all’indifferenza perché “pone in primo piano” la persona malata. “Chinarsi è agire rispettando il valore intrinseco e intangibile di chi è posto di fronte a me – ha affermato il porporato - Chinarsi significa anche uscire da un paternalismo freddo per giungere ad una reale capacità di ascolto, di comprensione, di esercizio della professione medica che è consapevole che curare ha la duplice valenza del ‘guarire ove possibile’ e del ‘prendersi cura sempre e in ogni caso’”.
Allo stesso tempo, il presidente della Cei ha ribadito che “non si può chinare la testa di fronte al male comandato da una legge ingiusta”. Oggi più che mai, dunque, “occorre sempre difendere l’irrinunciabile valore e l’intrinseca dignità della vita umana dal suo inizio al suo naturale compimento”. Di qui, il richiamo del porporato al fatto che “l’obiezione di coscienza ed il diritto alla libertà di coscienza da parte dei medici e dei professionisti sanitari è un diritto fondamentale che necessita di una testimonianza coerente tra i valori affermati e quelli vissuti in concreto nella professione”.
Il pensiero dell’Arcivescovo di Perugia è andato, poi, al “difficile e rischioso” ruolo del medico in tempo di pandemia: burn-out, stress, cambiamenti continui di procedure e normative, tensioni dettate dall’emergenza sono stati tutti fattori che hanno complicato la professione medica in questo momento storico. Ma proprio per questo, “i medici hanno un bisogno fortissimo del cristianesimo”, ha detto il Cardinale Bassetti. “Cristo, per primo, si è chinato sull’umanità con una parola di salvezza integrale – ha spiegato - ma allo stesso tempo Cristo ha bisogno delle nostre mani, del nostro chinarsi e il medico è specializzato nel chinarsi”.
Infine, il presidente della Cei ha declinato la parola “comunione” ricordando che i medici “non vivono da soli, isolati in un ambiente asettico”, ma “sono chiamati a vivere la fede in comunione con la Chiesa che prega per i suoi malati”. “Nessun medico è mai del tutto solo! – ha sottolineato il porporato - Vangelo e medicina vanno di pari passo”. Questa “dimensione comunionale” andrà quindi “costantemente declinata” nei rapporti interpersonali, nel cammino di fede personale, nella progettualità professionale, nelle strutture in cui i medici operano. Perché i medici cattolici, ha concluso il Cardinale Bassetti, non sono solo “medici con un di più spirituale”, ma anche “laici con un di più clinico”, ossia un vero “antidoto alla cultura dello scarto e dell’indifferenza”.
Vatican News Service – IP