Corea, novena di preghiera. Mons Lazzaro You: servono perdono e riconciliazione
Gabriella Ceraso-Città del Vaticano
Fino all'anno scorso, la penisola coreana era considerata uno dei luoghi più pericolosi per la pace nel mondo. Invece, grazie alla storia degli ultimi mesi, siamo davanti ad una "nuova era": un "nuovo seme di pace è stato gettato", muri sono crollati e "non possiamo che andare avanti". Così in sintesi a Vatican News mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon nella Corea del sud e responsabile della Commissione per gli Affari sociali della Conferenza episcopale coreana, in occasione della novena di preghiera prevista dai vescovi fino al 25 giugno prossimo e in preparazione alla conferenza di Daegu, del 21 di questo mese, dedicata al futuro della penisola coreana. (Ascolta l'intervista a mons Lazzaro You Heung -sik sulla preghiera in Corea)
Ora un cammino sereno e fiducioso
Il presule ripercorre le tappe del cambiamento a partire dai Giochi olimpici di Pyeongchang, in Corea del Sud, che hanno visto sfilare insieme le delegazioni del Nord e del Sud del Paese, diviso da una guerra, ricorda il vescovo di Daejeon, iniziata il 25 giugno del 1950. Oltre 60 anni, sottolinea, di "divisioni, invidie, odio" che devono e possono ora lasciare il passo ad un "cammino sereno e fiducioso". Con i Giochi olimpici il presule ricorda anche i summit tra cui l'ultimo, tra Corea del Nord e Usa. Tappe importanti seguite costantemente dalla preghiera del Papa.
Il Papa ci indica la strada
"Papa Francesco ci indica il cammino" afferma mons. You rilanciando, nella nostra intervista, la necessità di pregare chiedendo a "Dio di muovere i cuori dei potenti per la pace non solo nella penisola coreana ma in tutto il mondo" e affidandosi allo Spirito Santo perchè ispiri dialogo, ricerca di strade nuove per arrivare finalmente alla riconciliazione:
R. - Il 25 giugno 1950 è scoppiata la guerra in Corea. Fino all’anno scorso la Corea era il punto più pericoloso del mondo. Quest’anno, con i Giochi olimpici invernali a Pyeongchang, è stato piantato un nuovo seme di pace per la penisola coreana. In quel momento è nato un nuovo rapporto: ad aprile c’è stato il summit tra le due Coree. Anche il 12 giugno scorso c’è stato summit di Singapore. Quindi questa è proprio una nuova era. Penso e anche spero che la Corea del Nord non faccia dei passi indietro: sarebbe come se già avessero attraversato un ponte ma questo sia crollato. Bisogna andare avanti! Per oltre 65 anni dopo la guerra, la Corea ha vissuto tra sentimenti di invidia, odio, separazione; ci vuole veramente un cuore aperto, un’anima nuova, cioè perdono, riconciliazione. Quindi si deve curare questa fratellanza fra di noi camminando insieme. Così il Signore ci aiuterà. Non solo i coreani sono divisi nell'ambito della penisola, ma ci sono anche rapporti da considerarare con grandi potenze: America, Cina, Russia e Giappone. Perciò noi preghiamo che il Signore faccia muovere i cuori degli americani, dei cinesi, dei russi, dei giapponesi per creare questo clima di riconciliazione e di pace importante per la Corea, ma anche per l’Asia e per il mondo intero.
Mons. You, avete pensato proprio ogni giorno ad una diversa intenzione, come per calare la gente nella concretezza: quindi la preghiera per i fratelli e le sorelle che vivono nel Nord, per i rifugiati, i politici e anche per l’evangelizzazione...
R. - Sì. perchè pregare è importante e bisogna tradurlo in azioni concrete, per questo abbiamo messo in queste intenzioni quotidiane cose importanti, affinché possano tradursi in pratica.
Avete sentito in tutto questo periodo la vicinanza del Papa, che ha richiamato l’attenzione sulle Coree più di una volta...
R. - Mi ricordo che lo ha fatto per otto volte! E quando il Papa fa la sua preghiera dà una gioia immensa anche a me. Il Papa sempre ci indica una strada da seguire. Lo sento molto vicino. Ogni volta cerco di ascoltarlo. Per cosa il Papa ha pregato? Cosa ha detto il Papa? Lo seguo sempre.
E alla gente arriva? Ai fedeli, arriva la voce di Francesco?
R. - Certamente. Ogni giorno mi chiedono cosa dice il Papa, li aggiorno e cercano di mettere in pratica ciò che Lui ci insegna ogni giorno.
Mons. You, voi avete organizzato anche una conferenza pe la riconciliazione e l’unità per il prossimo 21 giugno. L’avete intitolata: “Il futuro della penisola coreana attraverso gli interscambi tra il Sud e il Nord”. Qual è secondo lei il futuro?
R. - Penso che sia importante aprire il cuore. Lo Spirito Santo soffia quando e dove vuole, no? Per noi, in questa nuova era, è importante ascoltare la voce dello Spirito Santo affinché possa Lui lavorare attraverso noi al dialogo, a vedere l’altro come fratello e a bussare alle porte. Solo così finalmente arriverà la pace nella penisola coreana.
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