Pakistan: 5.000 fedeli attesi a Karachi per le celebrazioni pasquali
Michele Raviart – Città del Vaticano
Tra timori per la sicurezza e speranza per il futuro anche i due milioni di cristiani in Pakistan si preparano a celebrare la Pasqua. Nell’anno che ha visto la definitiva scarcerazione di Asia Bibi, precedentemente condannata a morte secondo la contestata legge sulla blasfemia, i cristiani vivono ancora in quartieri periferici ed emarginati e di frequente sono vittime di violenza e discriminazione.
Negli ultimi anni il periodo delle celebrazioni pasquali è stato poi spesso scelto dai fondamentalisti islamici per attacchi contro i cristiani. Nel giorno di Pasqua 2016 a Lahore, 72 persone furono uccise dai Talebani in un parco cittadino, mentre il Lunedì dell’angelo dello scorso anno quattro cristiani persero la vita per un attacco dello Stato Islamico ad una chiesa metodista a Quetta.
Per questo l’allarme sicurezza rimane alto in molte città del Paese, come ad esempio a Karachi, dove questa sera sarà celebrato il Venerdì Santo in cattedrale e nel giardino dell’arcivescovado, allestito come un piccolo Getsemani. Tanti i fedeli attesi, spiega a Vatican News il cardinale Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi.
R. – La Pasqua quest’anno è, come al solito, un tempo molto solenne per noi: viene tante gente … Come ogni anno, stiamo facendo la preparazione per sistemare davanti alla cattedrale cinquemila sedie per le persone che verranno, perché la cattedrale a Pasqua diventa veramente “piccola”. Vengono sempre in tanti! Ci sarà anche molta vigilanza da parte della polizia e dell’amministrazione della città.
La comunità di Karachi come si sta preparando, oltre alle celebrazioni liturgiche?
R. – Da 15-20 anni ormai c’è questo problema dell’estremismo, che richiede tanta sicurezza da parte della polizia. Già ci siamo incontrati con il capo della polizia per le modalità da seguire. Quando noi celebriamo i nostri momenti di preghiera, loro devono essere presenti e devono occuparsi della tutela delle chiese.
Quali sono i suoi auspici per la comunità in Pakistan per questa Pasqua e in generale per la condizione dei cristiani a Karachi e in Pakistan?
R. – Noi dobbiamo spiegare ai cattolici che vengono cosa significa la morte di Gesù per la salvezza e anche il significato della sofferenza nella vita umana, soprattutto per i cristiani: attraverso la sofferenza possiamo ottenere la risurrezione e una vita nuova. Per me, come vescovo, il compito è sempre dare speranza e coraggio ai cristiani che hanno tanti problemi: vivere la fede è per noi una sfida, in questo ambiente non cristiano.
Qual è la situazione oggi dei cristiani in Pakistan?
R. – Questo governo è molto più aperto; abbiamo chiesto sicurezza e hanno risposto molto bene. Abbiamo speranza che, con la grazia di Dio, tutto andrà bene, senza incidenti …
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