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Eutanasia: documento vescovi australiani per essere obiettori

In Australia, nello Stato di Victoria, il 19 giugno entrerà in vigore la legge sulla morte medicalmente assistita. I vescovi delle quattro diocesi coinvolte, hanno scritto una lettera ai fedeli e hanno redatto il documento “We care” che offre due modelli e tre indicazioni su come essere obiettori di coscienza

Emanuela Campanile - Città del Vaticano

Con una lettera e un documento intitolato "We care", i vescovi australiani hanno risposto ai fedeli su come comportarsi a partire da domani, 19 giugno, quando, nello Stato di Victoria (Australia) entrerà in vigore la legge sulla morte medicalmente assistita.

"Non abbandoneremo coloro che amiamo e che crediamo avere il diritto di essere amati dall’inizio alla fine della loro vita”.  Lo scrivono i presuli delle quattro diocesi coinvolte che, nel documento di accompagnamento propongono alla comunità cattolica due modelli a cui ispirarsi e tre indicazioni su come essere obiettori di coscienza.

Un contadino e una mamma come modelli 

Franz Jägerstätter, condannato a morte nel 1943 per essersi rifiutato di arruolarsi nell'esercito nazista, e Gianna Beretta Molla, che preferì morire anziché accettare cure che potessero danneggiare la bambina che portava in grembo, sono i due modelli a cui "We care" fa riferimento.  

Il primo, venne beatificato il 21 maggio del 2007 per volontà di Papa Benedetto XVI, a Linz in Austria, sua terra natale. La figura di questo contadino-sagrestano, testimone della resistenza non violenta al Führer, è diventata bene presto esempio per tanti giovani. 

“Non si può essere contemporaneamente cristiani e seguire il nazionalsocialismo: ci sono dei momenti in cui bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini - Franz Jägerstätter”

Anche Gianna Beretta Molla, canonizzata nel 2004 da Papa Giovanni Paolo II, ha dimostrato e vissuto il coraggio di una scelta totale che può scaturire solo da un profondo radicamento in Dio. Medico e madre, scelse con consapevolezza cosa fare:

"Il nostro oggetto di scienza e di lavoro è l'uomo che, dinanzi a noi, ci dice di sé stesso, e ci dice 'Aiutami' e aspetta da noi la pienezza della sua esistenza. La nostra missione non è finita quando le medicine non servono più. C'è l'anima da portare a Dio. Come il sacerdote può toccare Gesù, così noi medici tocchiamo Gesù nel corpo dei nostri ammalati: poveri, giovani, vecchi, bambini. Che Gesù si faccia vedere in mezzo a noi. Trovi tanti medici che offrino sé stessi per Lui". 

Pregare, informarsi e prendersi cura 

Tre invece, sono le indicazioni proposte dai vescovi di Victoria per chi si oppone alla nuova legge sulla morte volontaria assistita. Prima di tutto la preghiera per le persone che pensano che “togliersi la vita sia l’unica possibilità rimasta” e perché, quindi, sappiamo “rispondere con compassione e coraggio” alla sofferenza. 

Come secondo passo, l'informazione. Fondamentale, proseguono nelle loro indicazioni i vescovi, è conoscere quanto dice la Chiesa a proposito dell’eutanasia e delle cure palliative e, di conseguenza, è bene anche leggere e ascoltare le storie di chi ha scelto questo tipo di percorso.

Infine, agire prendendosi cura delle persone vulnerabili. Affrontare concretamente le sfide che nascono dalla solitudine, dalla perdita di senso dell'esistenza e, in particolare, dal tema della dignità nel fine vita. Uno dei modi per portare aiuto alle persone in fase terminale, suggeriscono ancora i presuli australiani, è metterle in contatto con strutture capaci di rispondere al loro bisogno di cure, specie se si tratta di cure palliative.

“Non vi è dovere più importante per una società di quello di custodire la persona umana - Papa Francesco, discorso del 5 marzo 2015”

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18 giugno 2019, 12:02