Messaggio di Bartolomeo per la Giornata per la salvaguardia del Creato
“La cura per l’ambiente naturale non è un’azione aggiuntiva nella vita ecclesiastica ma una sua manifestazione sostanziale. Non ha un carattere secolare, ma puramente ecclesiastico, è un servizio liturgico. Tutte le iniziative e le attività della Chiesa sono ecclesiologia applicata”. È uno dei passaggi centrali del messaggio del Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo, in occasione della Giornata di preghiera per la salvaguardia del creato, che si celebra il primo settembre. “In questo spirito – spiega - l’ecologia teologica non si riferisce solo allo sviluppo di una sensibilità ecologica e all’affrontare i problemi ambientali sulla base dei principi dell’antropologia e cosmologia cristiana, ma si estende al rinnovamento in Cristo di tutto quanto il Creato, come essa si realizza e viene vissuta nella divina Eucarestia, come immagine e assaggio del compimento escatologico della divina economia nella pienezza glorificante e nella luce inondante del regno di Dio”.
Trenta anni fa il Giorno di protezione dell’ambiente
Il primo settembre — lo ricorda lo stesso Bartolomeo nel messaggio — saranno trent’anni dall’indizione dell’anno ecclesiastico come “Giorno di protezione dell’ambiente”. “Questa iniziativa benedetta darà abbondanti frutti. Non ci rivolgemmo solo ai fedeli ortodossi, né solo ai cristiani o ai rappresentanti di altre religioni, ma anche a personalità politiche, ad ambientalisti e ad altri scienziati, agli intellettuali e a ogni uomo di buona volontà, ricercando il loro contributo”. Era il 1989. Da quell’iniziativa è nata e si è poi estesa (fino al 4 ottobre, festa di san Francesco d’Assisi) l’idea del “Tempo del creato”.
Il capovolgimento dei valori
Le azioni ambientaliste del Patriarcato ecumenico “hanno operato come una miccia per la teologia, per promuovere con enfasi la verità dell’antropologia e cosmologia cristiana, la considerazione e l’uso eucaristico della creazione e lo spirito dell’ascetismo ortodosso come base per la comprensione delle cause e per affrontare il problema ecologico”. “La bibliografia relativa all’ecologia teologica o alla teologia ecologica - osserva l’arcivescovo di Costantinopoli - è amplissima e costituisce nel suo insieme una considerevole testimonianza ortodossa dinanzi a una delle più grandi sfide per l’umanità contemporanea e la vita sulla terra. L’impegno con il problema ecologico e le dimensioni e ripercussioni cosmologiche del peccato, di questo ostile capovolgimento dei valori interno nell’uomo, portava alla ribalta la correlazione dei problemi ambientali e sociali e la necessità di un loro comune approccio. Una partecipazione attiva per la protezione dell’integrità della creazione e per la giustizia sociale sono azioni correlate e indivisibili”.
Il rispetto del Creato, dimensione di fede
L’interesse del Patriarcato ecumenico per la salvaguardia del Creato non è nato come reazione all’attuale crisi ecologica, non è una sua invenzione: “questo era semplicemente il pretesto e l’occasione affinché la Chiesa manifestasse, sviluppasse, proclamasse e promuovesse i propri principi per la custodia della casa comune. Fondamenta della cura costante della Chiesa per l’ambiente naturale sono questa stessa identità ecclesiologica e la sua teologia. Il rispetto e la protezione del Creato sono una dimensione della nostra fede, un contenuto della nostra vita nella Chiesa e come Chiesa”. “La stessa vita della Chiesa è un’ecologia vissuta, un rispetto reale e una cura per la creazione e fonte delle sue attività ecologiche. In sostanza — precisa Bartolomeo — l’interesse della Chiesa per la salvaguardia del creato è un’estensione della divina eucarestia in tutte le dimensioni della sua relazione col mondo. La vita liturgica della Chiesa, l’ethos ascetico, il servizio pastorale, il modo di vivere la Croce e la resurrezione dei fedeli, il desiderio implacabile dell’eternità, formano una comunità di persone, attraverso la quale la realtà naturale non è oggetto, materiale pratico per coprire le necessità della persona e dell’umanità, ma è azione, destino, creazione del Dio personale, che ci chiama a esserne rispettosi e a salvaguardarlo, essendone divenuti suoi collaboratori, economi, custodi e sacerdoti della creazione, perché coltivassimo una relazione eucaristica con il Creato”.
Il mondo non può far finta di non sapere
La questione ecologica rivela che il mondo costituisce un’unità, che i problemi sono mondiali e comuni. Per affrontare i pericoli è quindi necessaria “una mobilitazione multilaterale, una convergenza, una collaborazione, una cooperazione”. Per il Patriarca ecumenico “è inconcepibile che l’umanità sia a conoscenza della serietà del problema e che continui a comportarsi come se non lo conoscesse”. Benché durante gli ultimi decenni il modello principale dello sviluppo economico, nell’ambito della globalizzazione all’insegna del feticismo degli indici economici e della massimizzazione del guadagno, abbia acuito i problemi ecologici e sociali, continua a dominare ampiamente l’opinione che “non esiste un’alternativa” e che “il non conformarsi al determinismo severo dell’economia condurrà a situazioni sociali ed economiche incontrollabili. In tal modo si ignorano e si screditano le forme alternative di sviluppo e la forza della solidarietà sociale e della giustizia”.
Educare i giovani
Bisogna fare di più, esorta il messaggio, “per realizzare nei fatti le conseguenze ecologiche e sociali della nostra fede. È significativo che i nostri arcivescovadi e le diocesi, molte parrocchie e sacri monasteri abbiano sviluppato iniziative e pratiche ecologiche per la salvaguardia dell’ambiente e molteplici programmi di educazione ambientale. Si deve dare enfasi all’educazione in Cristo dei giovani, cosicché possa funzionare come luogo di formazione e sviluppo di un ethos ecologico e di solidarietà. L’età infantile e dell’adolescenza costituiscono momenti particolarmente propizi della vita dell’uomo per una sensibilizzazione ecologica e sociale”. Non a caso il patriarcato ecumenico ha dedicato la terza Conferenza internazionale di Chalki per la teologia e l’ecologia (31 maggio - 4 giugno 2019) al tema dell’inserimento nei programmi delle scuole teologiche di insegnamenti e programmi relativi all’ecologia e alla cultura ecologica. Perché “la soluzione dei grandi problemi dell’umanità è inattuabile senza un orientamento spirituale”.
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