I vescovi della Repubblica Ceca a Roma. Vokál: la libertà è un dono di Dio
Chiara Colotti – Città del Vaticano
Sono passati 30 anni da quel 12 novembre del 1989, quando Giovanni Paolo II canonizzò Agnese di Boemia. Cinque giorni dopo iniziava la Rivoluzione di Velluto che portò alla fine del comunismo nell’allora Cecoslovacchia. “Spesso i giovani di oggi danno per scontato l’immenso valore della libertà - spiega monsignor Jan Vokál, vescovo di Hradec Králové. Con questo pellegrinaggio vogliamo ricordare, soprattutto alle nuove generazioni, che la libertà è un dono di Dio”.
L'incontro e la benedizione di Benedetto XVI
Ed è con questo spirito che all'arrivo a Roma, un gruppo di pellegrini ha fatto visita al Papa Emerito. Un incontro commovente - hanno fatto sapere i presuli sui social - in cui Benedetto XVI "ha ricordato tutti i particolari della sua visita nella Repubblica Ceca, nel 2009". La delegazione ha donato al Papa Emerito la copia di un busto che lo raffigura, inaugurato di recente a Stará Boleslav, in ricordo della sua visita e al termine, dopo aver recitato tutti insieme il Padre Nostro, Benedetto XVI ha impartito ai presenti la sua benedizione.
Il pellegrinaggio a Roma
Dall’11 al 13 novembre, la Conferenza Episcopale Ceca ha organizzato un pellegrinaggio nazionale che raccoglie migliaia di pellegrini e una delegazione del Parlamento nazionale. Tre giorni ricchi di appuntamenti che culmineranno con la Messa centrale di oggi nella Basilica di San Pietro e con l’udienza generale di mercoledì con Papa Francesco.
La Rivoluzione di Velluto
Era il 17 novembre del 1989. Il muro di Berlino era appena crollato e già soffiavano venti di cambiamento e di democrazia nell’allora Cecoslovacchia. Quindici mila persone marciarono lungo le vie di Praga per scrivere la storia, per aprire la via alla libertà. “Proprio qualche giorno prima, il 12 novembre, Agnese di Praga veniva canonizzata - racconta monsignor Jan Vokál. Un ruolo fondamentale in quel momento storico venne svolto da San Giovanni Paolo II che volle recarsi a Praga per l’occasione”. “Tuttavia, Il regime comunista si spaventò, concedendo a 10mila fedeli la possibilità di recarsi a Roma, evitando così la presenza del Pontefice”. Con la canonizzazione di Agnese di Boemia, il popolo ceco riacquistò la libertà insieme alla possibilità di pregare liberamente. “Con questo pellegrinaggio - sottolinea - vorremmo rivivere quello spirito di entusiasmo e di immensa gratitudine a Dio”.
Santa Agnese di Boemia
Figlia del re Ottocaro I e di Costanza d’Ungheria, Agnese di Boemia era una principessa destinata ad una vita di ricchezza e di potere. Sin dall’infanzia, promessa sposa di pretendenti reali, tra i quali Enrico VII, figlio ed erede dell’Imperatore Federico II di Svevia, Agnese decise di abbandonare il mondo secolare per dedicarsi ad una vita fatta di cose semplici, di preghiera e di carità. “Agnese fu sempre a fianco dei più bisognosi, incarnando lo spirito evangelico di cui Papa Francesco è portavoce. Aiutò il prossimo per l’amore di Dio, rinunciando a tutto e portando il regno dei Cieli tra noi”, precisa monsignor Vokál. “Crediamo fermamente cha la canonizzazione di Agnese abbia aperto uno spazio necessario per annunciare il Vangelo liberamente”.
Segni di un mondo che cambia
“Il mondo contemporaneo - prosegue il vescovo di Hradec Králové - ha portato con sé domande nuove che non esistevano 30 anni fa. I giovani di oggi si sentono spesso smarriti di fronte alle infinite possibilità che si delineano costantemente all’orizzonte”. Impegni importanti e a lungo termine, come il matrimonio o la vita religiosa, li spaventano. “Per questo - conclude - hanno bisogno di attenzione, di pazienza, di accompagnamento personale per non perdersi tra le vie della vita”.
Ultimo aggiornamento 12.11.2019 ore 13.30
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