Allarme Caritas India: con la pandemia in aumento abusi e violenze
Isabella Piro - Città del Vaticano
Caritas India in una nota sottolinea che "secondo il Centro per il monitoraggio dell'economia indiana, già a maggio scorso oltre 122 milioni di persone nel Paese avevano perso il lavoro. Circa il 75 per cento di loro erano piccoli commercianti e lavoratori giornalieri. E quando le famiglie sono economicamente instabili, la fragilità dei minori aumenta”. Infatti, “durante il lockdown, in soli 11 giorni, sono stati segnalati ai servizi di assistenza governativi 92mila casi di abusi perpetrati contro i bambini, sia in famiglia che in comunità”. Si tratta di episodi drammatici, spiega la nota, in cui i minori sono stati venduti a coppie benestanti da famiglie rimaste senza un soldo oppure in cui le bambine sono state costrette a matrimoni forzati per gravare meno sul bilancio della famiglia d’origine. C’è poi il gap culturale dei villaggi: là dove non c’è accesso ad Internet, infatti, “molti giovani non hanno potuto usufruire della didattica a distanza, correndo così il rischio di cadere nel lavoro minorile”. In questo drammatico scenario, la Caritas India è stata in prima linea per “aiutare i più vulnerabili con un adeguato supporto psicologico” e per sostenere le famiglie nella “richiesta di sussidi al governo”.
Tutelare soprattutto i minori
Inoltre, l’organismo caritativo ha distribuito ad oltre 1.400.000 lavoratori migranti, in tutto il Paese, “beni primari come cibo, mascherine, alloggi e dispositivi di protezione personale”. L’obiettivo principale è stato anche quello di contrastare la tratta di esseri umani, sia sensibilizzando la popolazione sul tema, sia formando in modo adeguato le forze di polizia, “in modo da identificare rapidamente le vittime”. Quello che si è cercato cercando di fare – spiega la Caritas indiana – è stato “puntare sulla prevenzione e sulla collaborazione con le autorità locali e i leader dei villaggi, così da creare una rete di sicurezza intorno ai minori”.
Affrontare tutte le conseguenze del Covid
“I governi del mondo si stanno concentrando sulle conseguenze del coronavirus sulla salute delle popolazione – conclude la nota – mentre molte altre questioni, come il traffico di esseri umani, stanno passando in secondo piano”. Ciò che occorre, dunque, è “adottare un approccio comune per combattere efficacemente la tratta a livello nazionale e internazionale”, lavorando insieme – governo e società civile “per fare la differenza”.
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