Lorefice: padre Sorge, presenza determinante per la Chiesa di Sicilia
Alessandra Zaffiro - Palermo
Stamani all’Aloisianum, l’istituto di studi filosofici dei gesuiti a Gallarate, i funerali di padre Bartolomeo Sorge, scomparso ieri all’età di 91 anni. “Padre Sorge è un vero testimone della sequela e della imitazione di Cristo, animatore di una Chiesa che condivide l’energia trasformante del Vangelo nella città degli uomini e delle donne. Leghiamo certamente il suo ricordo a quel primo convegno delle chiese italiane, "Evangelizzazione e promozione umana", quando la Chiesa riscopre questo nesso tra Vangelo e promozione degli uomini, messo in luce dal Concilio Vaticano II”. L’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, ricorda così con affetto padre Bartolomeo Sorge, il sacerdote gesuita di origini catanesi, testimone per un decennio nel capoluogo siciliano di impegno spirituale, sociale e politico. “E poi la presenza di Sorge a Palermo - aggiunge monsignor Lorefice - intimamente connessa con la vita della Chiesa palermitana, è stata determinante per tutta la storia della città in quegli anni di grande sofferenza e travaglio, ma anche di riscatto dalla morsa e dalla connivenza mafiosa. Padre Sorge veramente ha saputo stimolare le coscienze, ispirando e sostenendo un incisivo rinnovamento sociale e culturale”.
L’impegno di Padre Sorge, protagonista della primavera di Palermo
Gesuita, teologo e politologo, padre Bartolomeo Sorge arriva a Palermo nel 1986, per dirigere l’Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe fino al 1996. Insieme al confratello Ennio Pintacuda, con il movimento di ispirazione cristiana “Città per l’uomo”, sostenne con un ruolo da protagonista la cosiddetta “primavera di Palermo”, esperienza politica di Leoluca Orlando, in un periodo contraddistinto dal fiorire di iniziative politiche, sociali e culturali e dalla nascita di associazioni e comitati cittadini, per la promozione di una cultura della legalità in contrasto con quella mafiosa. Una cultura della legalità difesa strenuamente dalla società civile palermitana in un decennio segnato dalle stragi di Capaci e via D’Amelio nel 1992, dall’omicidio di padre Pino Puglisi nel 1993, già scossa nel 1980 dal delitto del presidente della regione siciliana Piersanti Mattarella, fratello del presidente della Repubblica, e dall’assassinio del prefetto del capoluogo siciliano, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nel 1982.
Nel mirino della mafia
Padre Sorge arriva a Palermo e coglie tutti i particolari delle tante sfaccettature identitarie di questa città, distinguendo chiaramente il prima e il dopo, come testimonia nell’intervista rilasciata lo scorso anno a Tv 2000, in occasione del suo novantesimo compleanno: “Per me è stata una consolazione immensa aver vissuto in prima persona la primavera di Palermo. La mafia mi voleva uccidere ma non ci è riuscita. L’esperienza più drammatica e più bella della mia vita apostolica – aveva ricordato padre Sorge – è stato quando ho visto una catena umana di 3 chilometri, uomini e donne, giovani e vecchi che si davano la mano, attraversavano la città gridando ‘basta con la mafia’, mentre prima, quando sono arrivato, avevano paura di dire la parola mafia e si guardavano intorno, nel caso qualcuno ascoltasse. Poi ho visto le lenzuola alle finestre dei quartieri popolari di Palermo. Ho detto: è la vittoria”.
Il messaggio del presidente Mattarella
“La morte di padre Bartolomeo Sorge lascia un vuoto nella società italiana, in cui si è impegnato con tutta la sua grande cultura e passione fino agli ultimi giorni”, ha dichiarato in un messaggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Non ha esitato a schierarsi in prima fila per combattere le diseguaglianze, le ingiustizie, la mafia – prosegue il Capo dello Stato - e lascia ai giovani una ricca eredità di pensiero, di valori, di esperienze. Mi unisco al cordoglio dei suoi confratelli e dei tanti che lo hanno incontrato nella vita, apprezzandone con riconoscenza insegnamenti e testimonianza”.
Il ricordo di Leoluca Orlando
"Padre Sorge – ricorda il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando - ha avuto un importante ruolo nel più ampio impegno dei Gesuiti nella storia di cambiamento della città e della politica nazionale. Un impegno che ha trovato a Palermo momenti di anticipazione e di sperimentazione di rinnovamento etico, culturale e politico sin dai primi anni ‘80 e nel cui contesto trovarono spazio e voce istanze e modelli diversi. Fra questi - sottolinea Orlando- le esperienze della primavera trovarono il proprio punto di partenza e sono proseguite negli anni, improntati al rinnovamento delle forme della politica e della partecipazione, non più legati alle ideologie quanto ad una visione di sviluppo delle comunità”. Significative le parole pronunciate da padre Sorge appena un anno fa in un’intervista realizzata da Aggiornamenti Sociali: “Ho sempre inteso la promozione della cultura come azione concreta rivolta a ogni individuo e ho sempre considerato la filosofia sociale non come disciplina astratta ma come categoria applicata alla vita di tutti gli uomini”. Parole che possono suonare come un testamento.
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