Croazia. La nascita di un bambino, segno di speranza per le zone terremotate
Federico Piana - Città del Vaticano
La speranza, per le zone terremotate della Croazia, è arrivata quindici secondi dopo la mezzanotte del 1° gennaio appena trascorso: nell’ospedale della cittadina di Sisak, una delle zone più colpite dal recente sisma, ha visto la luce il primo bambino del Paese, nato allo scoccare del 2021. Il piccolo David non solo ha donato un sorriso alla sua famiglia, composta da quattro persone, che dopo aver perso la propria casa ridotta in macerie ora vive accampata in un’auto, ma ha anche generato ottimismo in una popolazione fiaccata dalle continue scosse di assestamento e dolorante per il bilancio delle vittime, che finora conta sette decessi e più di trenta feriti.
L’ottimismo della fratellanza
La cittadina di Sisak dista poco più di venti chilometri da Petrinja, epicentro del terremoto: qui poco o nulla si è salvato dalla furia delle scosse, anche la cattedrale e otto chiese sono state completamente distrutte. Eppure la popolazione non ha permesso che la disperazione prendesse il sopravvento. Il racconto di don Ivan Grbesic, parroco della chiesa della Visitazione, lo conferma: “Sentiamo che tutta la Croazia ora è diventata unita. Molta gente sta arrivando da ogni parte del Paese per darci una mano, per aiutare tutte le persone che sono in difficoltà. Sono situazioni difficili, ma allo stesso tempo stiamo vivendo momenti di comunione molto intensi”.
Chiesa in prima linea per aiutare
Il vescovo di Sisak, monsignor Vlado Košić, accompagnato dai preti della zona, ha intrapreso un viaggio nelle parrocchie distrutte per portare conforto e sostegno. “Stiamo visitando – spiega don Grbesic – la gente senza più un’abitazione, che è stata alloggiata nelle tensostrutture e nelle palestre. Vogliamo essergli vicino e questo vale molto. Quando sono entrato in una di queste strutture, ho visto che la gente era molto contenta di avermi con loro: erano contenti anche coloro i quali non sono cattolici o sono lontani dalla fede. Mi sono sentito un po’ di più nelle scarpe di Gesù”.
La riscoperta della fede
Don Grbesic spiega che, paradossalmente, il sisma ha provocato in molti una riscoperta della fede: “Dobbiamo provare a leggere questa situazione come un segno: il terremoto è avvenuto il 28 dicembre, giorno della festa dei Santi Innocenti martiri. Stiamo pregando, affinché queste scosse esteriori possano diventare scosse interiori capaci di condurci alla piena conversione”.
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