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Parenti delle vittime dell'incendio nell'ospedale ibn Al-Khatib di Baghdad Parenti delle vittime dell'incendio nell'ospedale ibn Al-Khatib di Baghdad 

Il dolore del cardinale Sako per l'incendio dell'ospedale in Iraq

Sale il numero di morti per l’incendio divampato nell’area Covid-19 del nosocomio Ibn Khatib di Baghdad e si moltiplicano le manifestazioni di piazza nella capitale irachena e in altre città. Di sconforto e disappunto per le difficili condizioni delle strutture ospedaliere e non solo parla il cardinale Sako, che sottolinea poi la speranza che viene dal pensiero costante del Papa ribadito al Regina Coeli

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Migliaia di persone si sono riversate nelle ultime ore in strada a Baghdad e nelle altre città dell'Iraq centro meridionale dopo la morte di 90 persone in un incendio divampato per cause apparentemente accidentali domenica mattina nell’ospedale Ibn Khatib della capitale. Oltre 100 i feriti, di cui molti in gravi condizioni. In particolare sembra che sia esplosa una bombola di ossigeno nel reparto di terapia intensiva dell’area per pazienti affetti da Covid-19. 

Le proteste si registrano in località dove già da due anni si ripetono periodiche manifestazioni popolari contro il carovita, la corruzione. Il ministro della salute, Hassan Tamimi, è stato intanto sospeso dall'incarico dopo l'accaduto. Ma i manifestanti chiedono a gran voce le dimissioni del ministro e di tutto il governo. E proprio ieri al Regina Coeli Papa Francesco ha espresso la sua vicinanza e la sua preghiera. A Baghdad abbiamo raggiunto telefonicamente il cardinale Luis Raphael Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei. Il porporato esprime dolore per quanto successo e sottolinea la necessità di prendersi cura delle strutture del Paese con la dovuta manutenzione.

Ascolta l'intervista con il cardinale Sako

Il cardinale Sako spiega come si tratti di una tragedia particolarmente scioccante, per l’alto numero dei morti e anche perché si è verificata in un ospedale, un luogo dove le persone si recano per curarsi. E poi il cardinale Patriarca di Babilonia dei Caldei sottolinea, oltre al dolore, lo sconcerto e il grave disappunto della popolazione che vede ancora in condizioni fatiscenti strutture che dovrebbero essere restaurate, mantenute con cura. Non si vede – dice – una soluzione. Ricorda che al Paese sono giunti aiuti e che si tratta di uno Stato, l’Iraq, con molte risorse, a partire da quella del petrolio. Si chiede dunque perché non ci siano interventi per strutture importantissime come ospedali e scuole.  Si tratta – sottolinea – di una tragedia che getta nella tristezza le persone e che solleva domande sulle responsabilità. Il cardinale Sako racconta di aver visto in quali condizioni si opera nell’ospedale in questione e di ritenere che sia una vergogna per un luogo di cura.     

La vicinanza del Papa infonde speranza

Il cardinale Sako sottolinea quanto siano di grande sostegno la preghiera e la vicinanza di Papa Francesco, espressa anche ieri al momento della recita del Regina Coeli. E’ ancora viva l’eco della visita fatta nel Paese dal Papa all’inizio di marzo e – sottolinea il Patriarca di Babilonia dei Caldei Sako – la gente ricorda la sua semplicità,  la sua umiltà,  il suo amore e la visita ricca di messaggi molto profondi e poi sa che Francesco continua a pregare per l’Iraq. La solidarietà del Papa – afferma – è un grande aiuto per il popolo iracheno.

La mano tesa alle famiglie colpite  

Il cardinale Sako racconta di aver messo a disposizione dei familiari delle vittime 10 mila dollari, spiegando che si tratta solo di un segno di vicinanza, un simbolo dell’attenzione della Chiesa.

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26 aprile 2021, 12:57