Festival Dottrina sociale, Grech: con lo Spirito per saper leggere il tempo presente
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Con l’augurio che “affidandoci al Signore” il nostro cammino e quello del Festival della Dottrina sociale della Chiesa “sia sempre vigilante e mai indifferente” nella promozione di “una cultura dell’incontro e della fiducia”, il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, conclude, nel duomo di Verona, la sua omelia per la Messa di chiusura della dodicesima edizione dell’appuntamento ideato dal compianto don Adriano Vincenzi. Nella cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta il cardinale maltese commenta il Vangelo di questa prima domenica d’Avvento, e sottolinea che la vigilanza richiesta per salvarsi dal Diluvio e con la quale Mosè garantisce “un futuro all’umanità”, è anche “la dinamica del cammino sinodale della Chiesa, è ciò che il Papa ci invita a fare: cogliere e saper leggere con lo sguardo dello Spirito il tempo presente”. Un impegno “che chiede la nostra vigilanza continua e permanente”.
Il rischio dell’”estraneità dell’individualismo”
Il Vangelo, per il cardinale Grech, suggerisce anche una riflessione “sull’estraneità dell’individualismo: seppure vicini nell’impegno quotidiano, siamo estranei l’uno all’altro; fatichiamo a manifestare il dono della vita che abbiamo ricevuto”. E questo chiama in causa “la nostra capacità di guardare dentro, di scorgere i tratti distintivi del Signore che viene nelle sorelle e nei fratelli che incrociamo quotidianamente”.
Passare dall’individuo alla comunità
Sull’albero “che affonda le radici nel bene comune”, immagine e logo del Festival, e sul tema dell’appuntamento, che si è aperto il 24 novembre, “Costruire la fiducia – La passione dell’incontro”, il segretario generale del Sinodo evidenzia come sollecitino ad uno scatto: “passare dall’Io al Noi, cioè dall’individuo alla comunità, facendo spazio alle istanze degli altri”. Riferendosi infine al messaggio inviato da Papa Francesco all’avvio dei lavori di Verona, sottolinea l’appello ad “essere artigiani di fiducia” e ad una progettualità nelle iniziative, per una costruzione che solo così “potrà reggere ai marosi della storia”.
La fatica del discernimento
“È la fatica del discernimento a cui la Chiesa è chiamata nel cammino sinodale” conclude il cardinal Grech, attraverso quella capacità “di ascolto reciproco, attento e sincero che desidera che protagonista della storia sia la forza creatrice dello Spirito di Dio e non i nostri progetti e le nostre idee”.
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