La speranza itinerante, torna la Via Lucis con la quinta edizione
Layla Perroni – Città del Vaticano
Carità, solidarietà, aiuto verso il prossimo. Questi i punti principali del lungo viaggio in treno che la Via Lucis intraprenderà in tutta l’Italia. Arrivata alla sua quinta edizione, l’iniziativa partirà da Roma il 20 agosto. Promossa dall’associazione Tucum-Odv, l'evento toccherà ben 9 città in totale. Dopo Napoli, Brindisi, Foggia, Assisi, Perugia, Bologna e Milano arriverà a Torino il 2 settembre. Giandonato Salvia, organizzatore dell’evento e fondatore e presidente dell'associazione assieme al fratello Pierluca, dichiara: “l’obiettivo della Via Lucis è percorrere le città italiane più grandi, colpite maggiormente dal dramma della povertà materiale e spirituale. Questo lungo viaggio in treno è sostenuto dal desiderio di incontrare gli ultimi e dalla volontà di diffondere la luce e la speranza del Vangelo”.
Il progetto Tucum
Il viaggio itinerante proposto dall'impresa sociale AP.P. Acutis viene finanziato e sostenuto da un altro progetto, promosso dalla medesima. Anche il progetto Tucum, infatti, - che gode anche del sostegno della Caritas italiana - nasce dalla volontà di offrire un aiuto a coloro che sono in difficoltà. Grazie ad una applicazione è possibile effettuare una donazione in favore delle famiglie più bisognose e dei piccoli negozianti sull’esempio del ‘caffè sospeso’, un’antica tradizione partenopea. “Abbiamo preso questo concetto di offrire un caffè e l’abbiamo trasformato nella possibilità di donare qualsiasi cosa necessaria, come cibo, farmaci e abbigliamento, ad una famiglia che vive in una condizione disagiata” spiega Giandonato Salvia. Il progetto Tucum permette, inoltre, che realtà territoriali, come le parrocchie o altre associazioni ad esempio, possano contribuire ad aiutare i più bisognosi e ad avvicinarsi ai più giovani. La Via Lucis e il progetto Tucum sono “una carezza da una parte e un abbraccio dall'altra” conclude Salvia.
La forza attrattiva della carità
Sono chiamati a partecipare all’evento che si terrà a partire da fine agosto a settembre, i giovani di una fascia d’età compresa tra 18 e 35 anni. Come ribadito da Papa Francesco, che ha più volte affermato di “non distogliere lo sguardo dal povero”, anche Giandonato Salvia ritiene che anche i giovani – nonostante le numerose distrazioni del mondo di oggi – possano riscoprire una nuova solidarietà verso i più bisognosi. Pervasi da questo nuovo spirito, infatti, i ragazzi per primi saranno in prima linea nella tutela dei poveri perché “la carità è attrattiva per natura e attraverso di essa si può arrivare alla Fede che a sua volta ci permette di riconoscere in ogni persona che incontriamo un fratello, figlio dello stesso padre”. La grande forza della Via Lucis risiede nella sua capacità di offrire una concreta proposta di fede.
I santi della porta accanto
Durante ognuna delle tappe del viaggio, che percorrerà più di 3000 km, saranno organizzati momenti di preghiera, attività e laboratori dedicati ad un santo, la cui vita possa essere per i giovani partecipanti un alto esempio di carità e impegno. Tra di loro, Giandonato Salvia ricorda la figura di Matteo Farina, il giovane morto per un tumore al cervello all’età di 19 anni, a cui verrà dedicata la tappa di Brindisi. Un ragazzo di una fede profonda, membro di un gruppo musicale, agile nel suonare la chitarra, impegnato nel sostegno dei più bisognosi, aveva un grande sogno: quello di diventare ingegnere chimico-ambientale e diffondere tra i suoi amici il messaggio di Gesù. “Matteo ha donato i regali dei suoi diciotto anni per i minori del Mozambico. Il giovane è l’esempio concreto che i giovani possono essere fondamentali nel supportare i più poveri e che avere una proposta genuina e concreta che rimanda al Vangelo, come quella della Via Lucis, sia molto importante”.
L’importanza di stare insieme
L’iniziativa della Via Lucis punta ad aiutare i giovani a creare una comunità più unita, dove l’umanità e l’empatia verso il prossimo siano protagonisti. Laureato in economia e finanza, Giandonato Salvia afferma che durante i suoi studi era solito distinguere la persona dal conto corrente. “Il progetto dell’Economy of Francesco, tuttavia, richiama invece ad un’attenzione diversa, quella che prevede un’umanizzazione dell'economia dove non esistono solo i ricchi, ma anche persone povere - conclude - abbiamo questo urgente compito di non essere più giovani da divano, ma di essere giovani attivi, ognuno nel proprio campo.”
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