Messico, i vescovi cercano di negoziare una tregua tra i narcos
Marco Guerra – Città del Vaticano
I quattro vescovi che compongono la Provincia Ecclesiastica di Acapulco, in Messico, si sono incontrati separatamente con i membri dei gruppi criminali che operano nel loro territorio con l'obiettivo di raggiungere accordi di pace per porre fine alla violenza che si è verificata nelle ultime settimane. Lo ha rivelato il vescovo di Chilpancingo, Jose de Jusus Gonzalez Hernandez, dopo aver celebrato la messa del Mercoledì delle Ceneri.
Il dialogo dei vescovi
Nelle dichiarazioni rilasciate ai media locali, monsignor González, ha affermato: "Noi vescovi di Guerrero abbiamo cercato il dialogo con i leader che potevano portarci la pace, ma ci sono ancora interessi all’opera nelle teste e nei cuori di ognuno di loro, e non ci siamo riusciti, ma non ci fermeremo nell'instaurare questi dialoghi". Gli altri vescovi che hanno partecipato al dialogo sono l'arcivescovo di Acapulco, Leopoldo González; il vescovo della diocesi di Tlapa, Dagoberto Sosa; e il vescovo della diocesi di Ciudad Altamirano, Joel Ocampo Gorostieta.
Il presidente Obrador favorevole alla mediazione
Dal canto suo, il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador ha dichiarato, in una conferenza stampa, di essere a favore della mediazione della Chiesa, anche se "naturalmente la responsabilità di garantire la pace e la tranquillità è dello Stato e questo deve essere chiaro". In questo contesto, 19 sacerdoti della diocesi di Chilpancingo hanno annunciato che digiuneranno ogni giorno per tutta la Quaresima e lo offriranno per la pace nello Stato di Guerrero. I presbiteri hanno esortato tutte le parrocchie e i parrocchiani a digiunare e pregare, e hanno chiesto alle autorità dei tre livelli di governo di realizzare azioni concrete, immediate e collegate a favore della pace.
Attacco agli obitori
Intanto non si fermano le violenze. Nei giorni scorsi uomini armati sono entrati con la forza in un obitorio a Chilpancingo, proprio nello Stato meridionale di Guerrero, e hanno dato fuoco a un corpo dopo aver aggredito le guardie, secondo quanto riferito dalle autorità. Gli attacchi agli obitori sono diventati frequenti nel Paese, dove c'è una saturazione di cadaveri presenti, a causa della violenza dilagante. I numeri delle vittime degli ultimi due decenni sono paragonabili a quelli di una guerra, del 2006 la guerra tra cartelli ha causato 476 mila morti e più di 100 mila dispersi.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui