Stati Uniti, in due anni quasi raddoppiato il numero dei seminaristi
Don Paweł Rytel-Andrianik e Tomasz Zielenkiewicz - Città del Vaticano
"Quando sono stato insediato come vescovo, quasi due anni fa, non c'erano ordinazioni sacerdotali nella nostra diocesi. Alla fine della mia ordinazione episcopale, avevo ironizzato con la congregazione dicendo che quest'anno sarebbero stati ordinati più vescovi che sacerdoti". Sorride monsignor Earl Fernandes, vescovo della diocesi di Columbus, Stati Uniti, nel ricordare questo aneddoto con Radio Vaticana - Vatican News. Sorride anche perché in meno di due anni la situazione è totalmente cambiata: grazie agli sforzi pastorali e alle preghiere, lo scorso anno 16 ragazzi sono entrati infatti in seminario e quest’anno la Diocesi - che vanta peraltro un aumento del numero di fedeli - ne attende almeno un’altra dozzina.
Dialoghi e ritiri con i giovani
"Abbiamo scelto sacerdoti giovani perché si incontrino una volta al mese con i ragazzi e le ragazze della zona, per discernere la loro vocazione al sacerdozio diocesano o alla vita religiosa e per leggere il libro di Fr. Brett Brannan ‘To Save a Thousand Souls: A Guide for Discerning a Vocation to Diocesan Priesthood,’ [Salvare mille anime: una guida per discernere la vocazione al sacerdozio diocesano]", spiega il vescovo Fernandes.
Sono stati organizzati inoltre dei ritiri intitolati Quo vadis? per gli studenti delle scuole superiori. "I giovani trascorrono tre giorni in preghiera, ascoltando testimonianze, parlando con sacerdoti che capiscono cos’è la formazione sacerdotale ma godono anche della fraternità per sperimentare che essa abbraccia molto più della preghiera, dello studio e del lavoro. Anche questo ha portato molti frutti”, riferisce ancora il presule, ribadendo l’importanza della preghiera dei laici e dei religiosi nella diocesi: “Esortiamo costantemente le persone a pregare e digiunare per le vocazioni".
L'incoraggiamento del Papa
Guardando al messaggio per la 61.ma Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, pubblicato ieri 19 marzo, festa di San Giuseppe, monsignor Fernandes sottolinea che "Giuseppe era un uomo semplice, un marito, un padre putativo, che ha risposto alla chiamata del Signore. Così anche noi abbiamo tanti sacerdoti che dicono sì al Signore, dedicando la loro vita al servizio, alla donazione, offrendo alle persone la speranza, la speranza che viene dalla Santa Eucaristia, la speranza che viene dall'essere perdonati".
"L'idea è che essi, come gli apostoli, debbano proclamare la gioia del Vangelo", conclude il pastore di Columbus. "Speriamo sinceramente che i nostri seminaristi abbiano un vero impulso missionario, in modo da poter essere la Chiesa che il Santo Padre Francesco ci chiama ad essere: una Chiesa in uscita".
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