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Papa Francesco durante l'Incontro di preghiera con il popolo Rom e Sinti del maggio 2019 Papa Francesco durante l'Incontro di preghiera con il popolo Rom e Sinti del maggio 2019  (Vatican Media)

Sinti e Rom, a Catania per accorciare la distanza tra “mente e cuore"

Oggi, 20 maggio, si apre al museo diocesano di Catania un convegno per cercare di superare luoghi comuni e andare verso una società più inclusiva”. L’incontro è stato promosso dall’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro e da quello per la pastorale dei migranti della diocesi siciliana. Don Alfio Carbonaro: dobbiamo valorizzare il dialogo, perchè molto spesso siamo noi a non permettere di integrarsi

Giulia Mutti – Città del Vaticano

Un’occasione di riflessione contro i pregiudizi che circondano le persone di etnia Sinti e Rom per aprire la strada del dialogo e dell’inclusione. Questo l'obiettivo oggi 20 maggio a Catania, dell convegno “Sinti e rom: superare i luoghi comuni per una società più inclusiva”, promosso da don Alfio Carbonaro e don Carlo Palazzolo, rispettivamente direttore dell’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro e dell’Ufficio per la pastorale dei migranti della diocesi siciliana. “L’intento è quello di camminare verso una società più fraterna – spiega don Carlo Palazzolo a Radio Vaticana-Vatican News – con il rispetto delle legittime differenze, ma che sappia camminare insieme”. Sul tema interverranno anche l’assessore per i problemi sociali della città, Bruno Brucchieri e don Cristian Di Silvio, sacerdote della diocesi di Sora-Cassino-Pontecorvo-Aquino.

Gli “invisibili”

I Sinti e i Rom vivono ai margini della società, vengono discriminati e, molto spesso stigmatizzati. “Abbiamo pensato di guardare non solo agli immigrati che arrivano nelle nostre coste - commenta don Alfio CarbonaroRadio Vaticana-Vatican News - ma anche a quelle categorie, come Sinti e Rom, di cui nessuno parla”. Per integrarli è necessario “valorizzare queste persone attraverso il dialogo – continua – perchè molto spesso non gli permettiamo di integrarsi".

Ascolta l'intervista integrale a don Alfio Carbonaro

La “conoscenza” per combattere le discriminazioni

L’intento del convegno è quello di “approcciarsi alla cultura Sinti e Rom, in primo luogo per conoscerla", commenta don Palazzolo. "Sarebbe un errore soffermarsi solo ad un intervento di carattere caritativo perché rischiamo di perdere un’occasione, continua il sacerdote, che ricorda anche le parole di Papa Paolo VI al campo Rom di Pomezia nel 1965: “Voi nella Chiesa non siete ai margini, ma, sotto certi aspetti, voi siete al centro, voi siete nel cuore”. Seguendo le sue parole, per essere “amici della Chiesa - continua invece don Carlo Palazzolo - è necessario conoscere il diverso” e combattere le discriminazioni. 

Ascolta l'intervista a don Carlo Palazzolo

Il valore dell’ascolto

In una società priva di ascolto, il rischio è quello “di voler assolutizzare il proprio punto di vista e pretendere che l’altro si adegui alla nostra prospettiva. Ciò è importante anche quando si parla di evangelizzazione – sottolinea don Palazzolo – perché ascoltare significa conoscere e conoscere significa trovare un linguaggio comune attraverso cui comunicare”.

“Ricucire la distanza tra mente e cuore”, sulle orme di Papa Francesco

Il progetto si inserisce all’interno della visione espressa da Papa Francesco a seguito dell’incontro del 9 maggio 2019 con esponenti di etnia Sinti e Rom in Vaticano. "In merito al pregiudizio di considerare questa popolazione come di 'seconda classe' – spiega don Palazzolo - il Papa ci dice che tale pregiudizio nasce quando il cuore e la mente sono distanti. Se si ricucisse questa distanza, allora sarebbe possibile considerarsi uguali, con la stessa dignità”. Come ricorda don Alfio Carbonaro, citando le parole più volte pronunciate del Pontefice: “È lecito guardare una persona dall’alto in basso soltanto per aiutarla a sollevarsi: niente di più”.

L’enciclica Amoris Letitia

Accogliere, camminare insieme e integrare sono le tre azioni alla base del percorso di evangelizzazione di ogni cristiano. “Credo che i contenuti del capitolo VIII dell’Enciclica Amoris Letitia sulla famiglia – spiega don Alfio Carbonaro - possano essere applicati anche su altri temi. È necessario accogliere, camminare insieme e poi integrare il migrante e in questo caso le persone di etnia Rom. Questi tre verbi sono la chiave di lettura più cristiana possibile, integrare non significa cambiare l’essenza e la cultura della persona, ma riuscire ad integrarla con la nostra”.

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20 maggio 2024, 11:20