Ucraina, mille giorni di conflitto. Zuppi: finisca la guerra, serve una pace giusta e duratura
Svitlana Dukhovych - Città del Vaticano
“Oggi chiediamo con insistenza la fine della guerra e una pace giusta e duratura”. Questa la preghiera che il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, ha elevato a Dio durante la Messa celebrata nella serata di ieri, mercoledì 20 novembre, nella Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma in occasione della ricorrenza dei 1000 giorni di guerra contro l’Ucraina. Una funzione partecipata, organizzata dall’Ambasciata ucraina presso la Santa Sede, alla quale era presente anche la first lady ucraina, Olena Zelenska, moglie del presidente Volodymyr Zelensky, ieri a Roma dove ha incontrato privatamente pure Papa Francesco.
A presiedere la liturgia è stato il cardinale Zuppi, al quale il Papa ha affidato la missione di trovare vie di pace in Ucraina, che comprende anche la facilitazione del ritorno dei bambini ucraini dalla Russia, nonché lo scambio dei prigionieri e delle salme delle vittime. Oltre a Zelenska, erano seduti tra i banchi della Basilica trasteverina anche la figlia del presidente della Repubblica Italiana, Laura Mattarella, e l'ambasciatore dell'Ucraina presso la Santa Sede, Andriy Yurash. Su invito di Zelenska si sono unite anche la first lady lituana Diana Nausedienje, quella serba Tamara Vučić e la moglie del primo ministro armeno, Anna Hakopyan. Erano insieme anche ieri all’udienza generale del Papa in Piazza San Pietro e insieme hanno visitato i piccoli pazienti ucraini dell’Ospedale Bambino Gesù. Non mancavano poi il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, e il presidente Marco Impagliazzo.
Mille giorni di tempesta, mille giorni di straordinaria fraternità
Nella sua omelia, Zuppi ha invocato “pace e giustizia” per il popolo ucraino definito da sempre “martoriato” dal Papa. “Pace e giustizia sono una cosa sola, come due sorelle che si aiutano, si sostengono e si proteggono a vicenda”, ha detto. Questi mille giorni di guerra, dal 22 febbraio 2022, sono stati “mille giorni di tempesta, ma anche mille giorni di fraternità straordinaria e profonda, che è cresciuta incredibilmente e che non solo non si è stancata, ma si è fatta ancora più convinta e necessaria", ha affermato il porporato. Ha poi osservato che “la storia del popolo ucraino negli ultimi decenni è stata segnata da grandi sofferenze”, affrontate però con straordinaria resilienza.
“Le guerre – ha poi aggiunto Zuppi, lo scorso anno inviato in missione a Kyiv e poi a Mosca - sono sempre troppo lunghe, non durano mai poco, e la sofferenza che causano dura per sempre. Ma la notte chiede il giorno, il dolore la consolazione, la vendetta il perdono, l’oscurità la luce, l'odio la riconciliazione. La notte più profonda ci chiede di credere nella luce, proprio quando tutto sembra buio. Papa Benedetto ci ha ricordato che è quando la notte è più profonda è lì che arriva la luce dell'alba".
La più grande tragedia in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale
Al termine della Messa, ha preso la parola l’ambasciatore Yurash, il quale ha sottolineato che in questa drammatica ricorrenza dei mille giorni di guerra, "ricordiamo, innanzitutto, i sacrifici e le sofferenze” causate da questa che ha definito “la più grande tragedia che ha colpito l'Europa dalla fine della Seconda Guerra mondiale". Il 21 novembre è il Giorno della Dignità e della Libertà in Ucraina, ha insistito il diplomatico, ricordando due eventi storici significativi per gli ucraini: la Rivoluzione arancione del 2004 e la Rivoluzione della dignità del 2013. Sempre a novembre, il 25, ha rammentato Yurash, l’Ucraina commemora poi le vittime dell’Holodomor, ovvero la carestia organizzata dal regime stalinista negli anni 1932-33 che portò alla morte oltre 6 milioni di ucraini morti. Non è mancato da parte dell’ambasciatore ucraino anche un grazie per il sostegno agli ucraini da parte della Santa Sede e di Papa Francesco. “Non c'è nessun altro leader mondiale o autorità spirituale che menzionerebbe l'Ucraina più spesso durante questi mille giorni tragici per noi di quanto abbia fatto e continui a fare Papa Francesco”.
1001 giorni di opposizione dell’umanità alla violenza
Intervenuta a fine celebrazione anche Olena Zelenska: "È difficile dire e persino credere - ha osservato - che oggi siamo già a 1001 giorni dall'inizio della grande guerra in Europa del 21° secolo: un'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina. Questa non è una data che vorremmo festeggiare. Ecco perché celebriamo qualcos'altro: oggi è il milleunesimo giorno di opposizione dell'umanità alla violenza, di giustizia alla prepotenza".
La first lady ha ringraziato a nome dell’Ucraina il cardinale Zuppi per l’aiuto offerto per il ritorno degli ucraini dalla prigionia russa, nonché nella consegna dei corpi dei soldati caduti in battaglia. Si è detta inoltre “grata e commossa per tutte le opere del Santo Padre che mirano a sostenere il popolo ucraino". Ha anche citato l’appello espresso da Papa Francesco all’udienza generale di ieri: “Ci ha confortato sentire le sue parole di sostegno spirituale, nelle quali troviamo lo sforzo di essere più forti. L'Ucraina è grata per tutte le visite che i rappresentanti della Santa Sede hanno compiuto in Ucraina. Siamo grati a tutti coloro che, nonostante i rischi, vengono nelle città ucraine per vedere la verità con i propri occhi e aiutare la vittoria del bene e dell'umanità". “L'Ucraina – ha concluso Zelenska - vuole una pace giusta e duratura, i cui principi si baseranno sui principi del diritto internazionale e delle Nazioni Unite".
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