Abusi, l'assemblea sinodale Cei prega con vergogna e rimorso
Antonella Palermo - Città del Vaticano
Ritessere la fiducia per promuovere e vegliare affinché siano sempre garantiti rispetto e responsabilità da parte della comunità ecclesiale. È quanto si prefiggono le Chiese in Italia che su questo tema il 18 novembre celebreranno la IV Giornata nazionale di preghiera e sensibilizzazione per le vittime e i sopravvissuti agli abusi. In vista di questo appuntamento, un'attenzione particolare a quella che è una dimensione su cui il Papa invita a interrogarsi e a lavorare è stata dedicata nel corso della prima assemblea sinodale che si chiude oggi, domenica 17 novembre, nella basilica romana di San Paolo fuori le Mura.
Quelle macchie che deturpano il volto della Chiesa
Nell’orizzonte della missionarietà e della prossimità, sabato nella celebrazione dei Vespri è stata recitata una specifica preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi. L'assise e il suo presidente, il cardinale Matteo Zuppi, ha raccolto l'invito a guardare a quelle "macchie che deturpano" il volto della Chiesa, ha implorato la misericordia del Signore invocando la Trinità Santissima, comunione di amore, "perché quanti hanno subito una violenza possano ritessere relazioni di fiducia con la comunità ecclesiale e sperimentare legami nuovi e autentici".
Vergogna e rimorso
"Padre, fonte della vita, con umiltà e umiliazione ti consegniamo la vergogna e il rimorso per la sofferenza provocata ai più piccoli e ai più vulnerabili dell’umanità - così ha pregato insieme l'assemblea - e ti chiediamo perdono". Sono stati affidati tutti coloro che hanno subito "abusi di potere, spirituali e di coscienza, fisici e sessuali". L'invocazione a Dio affinché "le loro ferite siano risanate dal balsamo della tua e della nostra compassione, trovino accoglienza e aiuto fraterno, i loro cuori siano avvolti di tenerezza e ricolmi di speranza".
Spezzare le catene della violenza e della colpa
Poi la richiesta allo Spirito Santo perché le comunità ecclesiali, "chiamate ad impegnarsi in un discernimento profondo sulle proprie omissioni e inadempienze, siano case accoglienti e sicure e si rafforzi l’impegno di tutti per tutelare i più piccoli e vulnerabili". E infine si è implorata la Trinità Santa, fonte di comunione e di tenerezza: "aiutaci a spezzare le catene della violenza e della colpa, squarcia i nostri silenzi e facci ascoltare le grida di dolore delle vittime di abusi e delle loro famiglie, aiutaci ad accompagnarli facendo verità fino in fondo nel cammino della giustizia e della riparazione, affinché anche dal buio della terra, minacciata dal peccato, ma avvolta dalla luce della Pasqua, germoglino semi di guarigione e di rinascita. Perché la vita del Regno si manifesti in noi".
Baturi: amare i piccoli senza possessività o pretesa
Di "dramma immenso" ha parlato monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, nell'omelia di ieri. "Non volgiamo lo sguardo da un’altra parte", ha detto. Si è soffermato sul tema della Giornata di domani, per la quale tutti i sussidi sono stati redatti da vittime di abusi e da loro familiari cosicché leggere, meditare e pregare questi testi "è come un cammino verso la cisterna buia e vuota in cui si sono sentiti scaraventati, soli e spogliati di tutto, ma anche verso l’aurora di speranza di un cambiamento possibile per grazia". Il cambiamento è possibile, afferma Baturi, imparando ad amare gratuitamente i nostri piccoli, "senza possessività e violenza, senza alcuna pretesa. La vita nostra per la loro felicità". Se si guarda alla gratitudine della fede, essa diviene cura. "La vera conversione verso i più piccoli - ha aggiunto - significa oggi per noi assumere gli stessi sentimenti che sono stati di Gesù, che ha accolto con amore gratuito gli ultimi e ha dato loro la dignità che meritano".
Riannodare la fiducia
Il tema della Giornata del 18 novembre dice la necessità di non lasciar cadere alcun filo dei rapporti, sottolinea Baturi che insiste nell'evidenziare come lo strappo dell’abuso "non può essere sanato da una nuova toppa ma solo da una nuova veste, da un cambiamento radicale di cultura, di metodo, di cuore, un cambiamento che richiede l’infinita pazienza del dolore espresso e ascoltato, la speranza alimentata e valorizzata, la fiducia riannodata. E tutto perdonato". È che ciò che precisa anche Chiara Griffini, presidente Servizio Nazionale tutela minori CEI, nel presentare il sussidio da usare nelle comunità durante tutto l'anno: in ogni forma di abuso sappiamo esserci un tradimento che investe non solo vittima e abusante, ma tutto il contesto in cui ciò accade.
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