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Il cardinale presiede la Messa nella parrocchia della Sacra Famiglia, a Gaza Il cardinale presiede la Messa nella parrocchia della Sacra Famiglia, a Gaza

Pizzaballa: forte il bisogno di speranza nella Terra Santa ferita da disprezzo e paura

Nel messaggio per Natale, il patriarca di Gerusalemme dei Latini rinnova la sua solidarietà per "i fratelli e le sorelle per i quali non sembra esserci un posto, dignità e speranza". Ricorda che la venuta di Gesù è "un segno che nutre la fame di vita" e auspica "la fine della tragedia in corso a Gaza e nella regione in generale" così che il Natale sia l'inizio di un futuro più luminoso e pacifico per tutti

Antonella Palermo - Città del Vaticano

“Di speranza abbiamo estremo bisogno in questa nostra terra, segnata da così tanta violenza, odio, ferita da disprezzo e paura”

Esordisce così sua Beatitudine cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme - che questa mattina, 23 dicembre ha concluso la sua visita di solidarietà alla comunità cristiana di Gaza - nel suo messaggio per questo Natale alle porte, diffuso dal sito del Patriarcato.

Gesù, segno che non si impone

Pizzaballa sottolinea l'attitudine alla relazionalità che sempre ha avuto Gesù, venuto per spendere la vita per gli altri: "Non è venuto per imporre obblighi - scrive -, come i grandi della terra, come Cesare Augusto che obbligava tutti al censimento. Gesù è venuto per essere un segno". E aggiunge: "un segno che nutre la fame di vita". Evidenzia, il cardinale, che la venuta del Signore non è "un venire generico, che non incontra nessuno". Perché "Lui viene per incontrare personalmente ciascuno, perché questa è la salvezza, un incontro personale, una relazione reale e viva". 

Per la Terra Santa sembra non esserci posto, dignità e speranza

Il pensiero inevitabile in questo tempo, più che mai, è "ai tanti ultimi, per i quali sembra non esserci posto nel mondo - prosegue il messaggio -, come pure ai tanti nostri fratelli e sorelle in questa nostra martoriata Terra Santa, per i quali non sembra esserci un posto, dignità e speranza". Ed è in forma di domanda che Pizzaballa esprime la sua preoccupazione, unita alla precisazione, ancora una volta, che Gesù lascia liberi. "Ci indica un segno, ma poi si rimette alla nostra libertà". E scandisce: "Il Natale è il tempo della scelta, se mettersi in cammino verso Colui che viene, oppure no". L'invito del patriarca è dunque di fare posto a chi non trova posto, per scoprire che Lui stesso, Gesù è la strada e la speranza. 

La preghiera per la fine della tragedia a Gaza e nella regione

Una speranza che, durante la visita nella Striscia, il cardinale ha voluto portare ai fedeli riuniti nella chiesa della Sacra Famiglia dove ha presieduto la Messa della Natività del Signore. Il suo è stato un incoraggiamento ulteriore, un invito alla resilienza, nella supplica "per la fine della tragedia in corso a Gaza e nella regione in generale". L'auspicio è che questo Natale possa essere "l'inizio di un futuro più luminoso e pacifico per tutti".

Le verifiche sugli aiuti umanitari

Sua Beatitudine ha anche incontrato l'arcivescovo Alexios nella parrocchia greco-ortodossa di San Porfirio, sottolineando lo spirito di fraternità e di unità tra le comunità cristiane di Gaza. Come riferisce ancora il sito del patriarcato, Pizzaballa ha anche visionato le iniziative di aiuto umanitario in corso organizzate dal Patriarcato latino e dal Sovrano Ordine di Malta e ha verificato i risultati delle consegne di aiuti valutando i bisogni urgenti della comunità locale. Insieme alla parrocchia locale, ha inoltre confermato le prossime tappe dei sostegni e ha approvato i piani e le iniziative per l'apertura della scuola.

La Messa alla Sacra Famiglia: sempre radicati in Cristo

Nell'omelia della Messa celebrata ieri sono risuonati interrogativi pungenti da parte del cardinale: "Nell'ultimo anno abbiamo imparato che non possiamo fare affidamento sugli uomini. Quante promesse sono state fatte e mai mantenute? E quanta violenza e odio sono nati a causa delle persone?". Il Pizzaballa ha ricordato che per rimanere saldi nella speranza, bisogna essere profondamente radicati in Gesù: "Se siamo legati a Lui, possiamo guardarci l'un l'altro in modo diverso". 

"Non vi abbandoneremo mai"

La promessa, infatti, è stata che quando la guerra sarà finita, arriverà tutto l'aiuto necessario per la ricostruzione delle infrastrutture essenziali, e la rassicurazione: "Non vi abbandoneremo mai". L'importante, ha insistito Pizzaballa, è che nel frattempo non si permetta all'odio di infiltrarsi nei cuori. La testimonianza di fede e di unità dei cristiani di Gaza è esemplare non solo agli occhi del patriarca ma del mondo: "Siamo tutti orgogliosi di voi". E, ancora, l'espressione di tutta l'empatia possibile: "Vi amiamo, quindi non temete e non arrendetevi mai". 

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23 dicembre 2024, 16:59