Carlo Acutis, Sorrentino: "Un francescano senza saio"
Stefanie Stahlhofen e Daniele Piccini – Città del Vaticano
"Carlo Acutis si è messo sulle orme di Francesco. È voluto andare ad Assisi perché San Francesco lo ispirava. Non ha voluto diventare un francescano con il saio, un francescano classico, come i figli di Francesco. Ha voluto essere originale anche in questo. Ha voluto ispirarsi a Francesco, ma con un modello di santità tutto suo”. Con queste parole monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e Foligno, spiega ai media vaticani, il forte legame tra il "beato millennial", morto di leucemia a quindici anni e il Poverello di Assisi, in occasione della presentazione di oggi pomeriggio - a poche settimane dalla canonizzazione del beato prevista per domenica 27 aprile - nella Antica Biblioteca dell'Università degli Studi Link a Roma del libro Carlo Acutis. Sulle orme di Francesco e Chiara d'Assisi. Originali non fotocopie, pubblicato nel dicembre del 2024 dalle Edizioni Fracescane.
La "spogliazione" di Carlo e Francesco
Sia Carlo che San Francesco hanno in comune un gesto profetico di “spogliazione”. “San Francesco di Assisi – spiega monsignor Sorrentino - 800 anni fa, fece quel gesto profetico di spogliarsi dei suoi vestiti, di rinunciare al denaro e persino alla sua eredità, perché voleva appartenere solo a Gesù e ai poveri, nei quali Gesù si manifesta”. Allo stesso modo, “anche Carlo è il santo della spogliazione. Questo sembrerebbe difficile da capire applicato ad uno come lui che veniva da una famiglia benestante, cui non mancava nulla. Francesco si spogliò di tutto, anche in contrasto con il padre. Carlo invece, fino alla fine, ha avuto tutto quello che poteva avere un ragazzo della sua età”. Eppure anche per Acutis “c’è stato un momento in cui il Signore gli ha chiesto una spogliazione radicale, ossia il momento in cui è arrivata per lui quella che Francesco chiama Sorella Morte. È arrivata con molto anticipo, come di solito si dice se si guarda la vita nel suo complesso. Quando muore un ragazzo diciamo che è una cosa eccezionale, dolorosa e triste. Carlo è morto a quindici anni”.
Un video per accogliere "Sorella Morte"
Il giovane beato era consapevole della “spogliazione” che il Signore gli chiedeva. Ha infatti lasciato traccia del suo “sì” a Cristo in un video, proprio come ci si aspetterebbe da un santo moderno e “digitale”. “Una cosa che mi ha davvero stupito - ha rivelato monsignor Sorrentino - e mi ha fatto cogliere il disegno di Dio sulla sua vita è quello che la mamma ha trovato nel suo computer. Cioè un videoclip, che aveva realizzato da solo, in cui Carlo ha una sorta di premonizione che la morte stia arrivando, proprio due mesi prima che la leucemia fulminante lo strappasse effettivamente alla vita". Nel filmato il ragazzo dice: "Io sono destinato a morire" e poi, racconta il vescovo, "fa un bellissimo sorriso, come se fosse già in Paradiso, e allarga le braccia come ad accogliere Sorella Morte o, se vogliamo, a farle un applauso. Facendo il paragone con Francesco, a me è sembrato che questo è stato il momento in cui Gesù gli ha chiesto di spogliarsi di sé radicalmente”.
Carlo, fonte di speranza
I frutti spirituali di questo sodalizio, stretto nel Cielo, tra Cristo, Carlo Acutis e Francesco d’Assisi sono tangibili. “Sta smuovendo il mondo", dice ancora il vescovo Sorrentino. "Abbiamo un flusso straordinario di pellegrini qui nel Santuario. In diciannove anni di ministero come vescovo non avevo mai visto una cosa del genere. Carlo è una grande speranza per il mondo. Sta scuotendo coscienze ed anime, incoraggiando giovani in tutti i continenti. Grazie a questo 'speciale team' composto da Gesù, Carlo, Francesco e Chiara, e naturalmente da tanti altri santi della Chiesa universale – conclude - anche noi possiamo sperare ed andare avanti con coraggio”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui