L’astronauta Nespoli: dallo spazio la Terra è una fragile nave
Andrea De Angelis- Città del Vaticano
Voluta dalle Nazioni Unite, la Giornata del volo umano nello spazio celebra l'impresa di Yuri Gagarin che, il 12 aprile 1961, divenne il primo uomo a raggiungere l'orbita e ad ammirare la Terra come nessuno l'aveva mai vista.
Paolo Nespoli è conosciuto come "l’astronauta italiano dei record" per aver trascorso ben 314 giorni nello spazio nel corso delle sue tre missioni. Nell’intervista racconta le sue esperienze a bordo della navicella spaziale.
Da Gagarin alla passione per lo spazio
“Non ricordo molto di quel giorno nel quale Gagarin arrivò in orbita – afferma Nespoli – avevo solo 4 anni ma da allora tutti hanno iniziato a parlare di spazio e piano piano, con le varie missioni degli Stati Uniti che sono seguite, mi sono appassionato tanto e così è nata la mia passione”.
Dallo spazio la Terra è una nave
“Tutti gli astronavi – aggiunge – dicono che andare nello spazio ti cambia, sicuramente dal punto di vista pratico perché stare lì significa che come esseri umani possiamo fare delle cose impossibili. Dall’altro lato vedere la Terra da lassù per me ha significato guardare una specie di nave in viaggio nell’universo, una bellissima nave che viaggia in un cielo scuro e che è piccola e fragile. Uno nello spazio diventa un terrestre migliore e mi piacerebbe che tutti potessero fare questa esperienza per tenere più a cura questo pianeta”.
Bere un caffè nello spazio
“E’ stata un’esperienza davvero singolare quella di bere un caffè. Con l’Agenzia Spaziale Italiana siamo riusciti a creare una macchina speciale – spiega Nespoli – che non è come quella comune che conosciamo. E poi portare l’acqua bollente nello spazio a tre atmosfere è come portare una piccola bomba e quindi la sicurezza si è molto spesa per evitare difficoltà. Assaporare un gusto diverso – racconta – ti fa risentire umano”.
Lo spazio e Papa Francesco
Nell’ultimo viaggio, Nespoli ha potuto dialogare con Papa Francesco. “E’ stato un momento emozionante e con grande entusiasmo da parte di tutto l’equipaggio di lingue e religioni diverse. Una cosa bella. A fine collegamento siamo rimasti sospesi a contemplare questa cosa perchè tanta era l’emozione che ci ha fatto sentire sempre più in alto”.
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