Spazio, l'ultima frontiera è la casa di tutti
"Da quassù la terra è blu... è bellissima!". Arriva a terra, gracchiante e potente, l'esclamazione di Yuri Gagarin, il primo uomo che abbia mai avuto il privilegio di osservare il pianeta navigando al di sopra della sua atmosfera, immerso nel buio profondo dell'universo. Un'orbita intera, un giro a 27.400 mila km/h, per dimostrare che anche il sogno di toccare il cielo è possibile a un essere umano. Quando quel 12 aprile di 57 anni fa, dopo oltre 100 minuti, il cosmonauta conclude la sua missione, la storia ha fatto un balzo in avanti e la Guerra fredda è diventata ancora più "calda". Non solo gli arsenali nucleari, ora anche l'universo è la nuova arena nella quale Usa e Urss misurano la propria supremazia a colpi di meraviglie tecnologiche.
Gioco di squadra
Dal 2011 l'Onu ha deciso di dedicare il 12 aprile alla Giornata del volo umano nello spazio. Spazio che, pur rappresentando ancora "un'enorme molla di progresso" che continua a "porre altri limiti da raggiungere e superare", è diventato nel tempo - afferma Roberto Battiston, presidente dell'Agenzia spaziale italiana (Asi) - non più luogo di sfide ma "un'opportunità di una collaborazione pacifica tra sistemi politici" che nel frattempo "hanno continuato a combattersi a terra".
La Stazione spaziale internazionale (Iss) con i suoi equipaggi da varie nazionalità è lì a dimostrarlo da 20 anni anche se, ricorda Battiston, "c'è ancora molta strada da fare" nel campo della cooperazione, perché ad esempio Cina e India, due colossi che con interessi diversi stanno sviluppando specifica tecnologia, a tutt'oggi "giocano nello spazio da soli".
Lo spazio del commercio
Se finora il viaggio oltre i confini terrestri era considerato un banco di prova per le ambizioni della scienza e della tecnica, oggi altri attori vi guardano con interesse. Lo dimostra, spiega Battiston, "l'avvento dei privati, persone che hanno fatto fortuna in settori molto diversi e che decidono di sfidare se stessi per raggiungere obiettivi molto ambiziosi" e questo "fa riflettere sul fascino che questo ha sul nostro modo di pensare", sul bisogno di avere una frontiera anche per i "sogni".
A cavallo fra la terra e il cielo
Il 26 ottobre scorso, collegandosi con la Stazione spaziale internazionale, Papa Francesco celebrava con ammirazione, in un dialogo intenso con gli astronauti, proprio l'aspetto del lavoro comune nel lungo viaggio verso la conoscenza. "E' stato un momento molto profondo e molto bello - conclude il presidente dell'Agenzia spaziale italiana - e siamo contenti di aver potuto dare al Papa l'ocassione di svolgere il suo magistero in un contesto così a cavalla fra la terra e il cielo".
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