Da Veroli l'appello ad essere custodi creativi e concreti della terra
Adriana Masotti e Andrea De Angelis - Città del Vaticano
Tutto nel nostro mondo è collegato e oggi è più che mai necessario uno sguardo globale per affrontare le questioni dello sviluppo, della pace, degli spostamenti di uomini e popoli, dell'economia e della giustizia e della stessa sopravvivenza del pianeta Terra. Creature e creato nella visione cristiana sono inscindibili e difendere il Creato significa difendere la vita dell'uomo. Questi alcuni concetti espressi nel corso del Convegno che si è aperto stamattina a Veroli, in provincia di Frosinone, organizzato dalla diocesi di Frosinone Veroli Ferentino per la Cei e dall'associazione ambientalista Greenaccord. A conclusione del Forum la Messa festiva, celebrata domani alle ore 11, dal vescovo mons. Ambrogio Spreafico e trasmessa in diretta da Rai 1.
Non solo coltivare, ma custodire la terra
Folto il gruppo di giornalisti e impegnati sui temi dell'ambiente e ricca e variegata la presenza dei relatori. Oltre allo stesso vescovo, mons. Fabio Longoni, direttore dell'Ufficio nazionale Politiche Sociali e del Lavoro della Cei, Felipe Camargo, responsabile per l'Europa del Sud per l'agenzia UNCHR dell'Onu, mons. Fabio Fabene, sottosegretario del Sinodo dei vescovi, Angelo Romano, docente di Storia della Chiesa alla Pontificia Università Urbaniana, coordinati dalla giornalista Giuseppina Paterniti.
Dagli interventi è emersa la volontà della Chiesa cattolica di recuperare il tempo perduto riguardo alla coscienza non solo di dover coltivare, ma di dover custodire la terra. E tante esperienze già sono state avviate in diverse diocesi come in quella di Frosinone. E' stato riconosciuto in questo cammino il grande impulso dato dalla "Laudato si'" di Papa Francesco, come dall'esempio di forte impegno testimoniato dalla Chiesa ortodossa con il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo. Mons. Longoni ha tra l'altro sottolineato la distinzione tra il principio di 'salvaguardia' dell'ambiente, fatto proprio da alcune correnti di pensiero, che sembra considerare la presenza umana quasi un danno alla natura, e quello di 'custodia' che esprime meglio l'atteggiamento cristiano.
I martiri ambientali e l'Amazzonia
Per la prima volta si è parlato dei "martiri" che hanno dato perfino la vita per il loro amore al Creato indivisibile dall'amore verso i fratelli. Sessantasei i martiri nel 2018, quasi tutti appartenenti alle comunità indigene dell'America Latina e soprattutto della regione amazzonica. Ampio spazio il Convegno di Veroli ha dato alla presentazione del prossimo Sinodo voluto dal Papa proprio sulla situazione dell'Amazzonia e sulle nuove vie pastorali che la Chiesa è chiamata a individuare per una presenza più efficace e vicina ai popoli di quella immensa regione. Le cose possono cambiare, ha sottolineato mons. Fabene, tutti siamo sollecitati ad una conversione ecologica.
Cambiamenti climatici e migrazioni
E poi l'aspetto delle migrazioni forzate a causa dei cambiamenti climatici. Felipe Camargo ha sottolineato la necessità di un ordinamento giuridico, che ora non esiste, per il riconoscimento dello status di sfollato climatico, per garantire protezione e diritti a chi deve lasciare la propria terra spinto da siccità e altre calamità naturali, oltre che di politiche adeguate. 220 milioni le persone che l'Onu stima potrebbero avere necessità di trasferimento nei prossimi 10 anni per ragioni ambientali.
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