Violenza sulle donne: rompere la subcultura del possesso
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Manifestazioni, dibattiti, confronti e convegni non bastano per dire 'no' alla violenza sulle donne. Occorre un forte movimento etico per rompere la subcultura del 'possesso' e del silenzio. E' necessario che le donne non sottovalutino e non tacciano i primi segnali di pericolo per evitare l'irrimediabile. Lo ribadiscono UMOFC, ACLI, Azione Cattolica e altre organizzazioni cattoliche con una nota diffusa in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, che tutto il mondo celebra oggi.
L'importanza di educare
Dato che il fenomeno della violenza sulle donne - fanno sapere dall'ISTAT, l'Istituto Nazionale di Statistica - è di difficile misurazione perché in larga parte sommerso, le associazioni cattoliche impegnate a contrastare questa drammatica realtà puntano sull'educazione al rispetto della persona e sull'importanza della politica. Infatti, come ribadito nella nota, solo una sinergia tra il lavoro educativo e una politica istituzionale "chiara e forte contro la violenza, possono aiutare la nostra società a progredire in umanità".
La richiesata alle Istituzioni
Da qui, la determinazione delle Associazioni e organizzazioni a potenziare il proprio lavoro di rete con tutti gli interlocutori a livello territoriale e, allo stesso tempo, a chiedere alle Istituzioni preposte, di "porre a regime tutte le norme di contrasto alla violenza alle donne".
Le parole del cardinale Bassetti
In occasione della Giornata, anche le parole del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana. In un videomessaggio su Tv2000, il porporato spiega che “chi maltratta una donna rinnega e sconfessa le proprie radici perché la donna è fonte e sorgente della maternità. È una specie di sacrilegio massacrare una donna. La violenza contro le donne sta diventando sempre più un’emergenza anche a livello nazionale che va combattuta a vari livelli”. "La Chiesa - aggiunge - ribadisce con forza il proprio sostegno e la propria vicinanza a tutte le donne vittime di maltrattamenti e violenza. Come sacerdoti spesso siamo i primi a raccogliere brevi racconti da chi subisce violenza. Dobbiamo essere dunque più accoglienti, attenti e meno frettolosi nei loro confronti".
(Ultimo aggiornamento: domenica 25 novembre 2018, ore 09:54)
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